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Pensieri e riflessioni su: "La chimera di Praga" di Laini Taylor
Creato il 29 maggio 2012 da Anjaste @anjasteTitolo: La chimera di Praga Autore: Laini Taylor Editore: Fazi Collana: Lain Pagine: 400 euro 16,50 In libreria dal 4 maggio 2012
Sinossi: «C’era una volta un angelo che s’innamorò di un diavolo… ma il loro era un amore impossibile». Karou è una persona speciale. Ha dei capelli naturalmente blu splendenti come seta e una filigrana di tatuaggi su tutto il corpo. È di casa nei vicoli più stretti di Praga come nei caotici mercati di Marrakech, e parla quasi tutte le lingue del mondo, e non solo quelle umane. Ma Karou ha un segreto. A volte scompare per giorni, nessuno sa dove. E nemmeno lei sa quale sia la sua origine. Fino a quando, un giorno, non appaiono su molte porte in giro per il mondo misteriose impronte nere. Delle sconosciute figure alate, arrivate da una fessura nel cielo, le imprimono nel legno e nel ferro. Una di loro incontra Karou nell’affollata città vecchia di Marrakech: è allora che inizia un amore le cui radici affondano in un violento passato. Alla fine Karou scoprirà di sé più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.
Il pensiero di Simona: Primo libro della trilogia Daughter of Smoke and Bone, dell’autrice americana Taylor Laini e caso editoriale negli USA, La chimera di Praga appartiene al genere Urban Fantasy/ Young Adult e tratta del tema degli angeli, stavolta rivisitato e contrapposto a quello delle chimere.
Chi sono le chimere? O meglio, cosa sono? Dal greco chìmaira (letteralmente capra), le chimere sono mostri mitologici, dalle origini divine, con parti del corpo di animali diversi.
Siamo nella città europea di Praga, dove vive l’adolescente protagonista, Karou, diciassettenne appassionata d’arte e non solo. E’ un personaggio alquanto originale e misterioso, a partire dal suo aspetto fisico: ha i capelli di colore blu, conosce circa venti lingue e possiede una serie di tatuaggi sul corpo, tatuaggi di difficili comprensioni per un comune osservatore esterno. Apparentemente, in un primo momento, sembra che lei abbia una vita piuttosto tranquilla, frequenta una scuola d’arte insieme alla sua inseparabile amica Zuzanne, sfugge alla spietata corte del furbo Kazimir, ha una sfrenata passione per il disegno ed è proprio per questo motivo che porta sempre con sé un album ed una matita e fa tutto ciò che un comune altro suo coetaneo farebbe. Tutto normale se... non fosse che è stata cresciuta da chimere e che ogni tanto sparisce dalla città per giorni, senza che nessuno ne conosca il motivo.
Karou non ha mai conosciuto i suoi veri genitori, ma sin dalla nascita è sempre stata circondata da tre personaggi chiave che rappresentano la sua famiglia e di cui il lettore viene a conoscenza, in primis perché rappresentati nei suoi album da disegno:
«Sybilis, serpente dalla vita in giù e donna nella parte superiore, il cappuccio e le zanne di un cobra sul viso di un angelo; Twiga dal collo di giraffa, ingobbito, con la sua lente da gioielliere ficcata in un occhio semichiuso. E Sulphurus, naturalmente. Lui era protagonista degli album; a volte lo chiamava il Mercante dei desideri... aveva gli occhi di un coccodrillo, corna di ariete... le braccia e il tronco erano le sue uniche parti umane... i suoi pettorali squadrati erano lacerati da antiche cicatrici. Al di sotto della cintola, diventava altro».
Ed è proprio quest’utlimo, Sulphurus che affida alla giovane Karou delle periodiche commissioni da svolgere che la portano lontano dalla città. Sono viaggi davvero particolari che lei compie semplicemente passando attraverso dei portali che dall’ufficio del mercante portano a qualsiasi altra località del mondo.
“Si apriva su dozzine di città e Karou le aveva visitate tutte per commissioni e, talvolta, per piacere”
Tutto scorre normalmente, se di normalità si può parlare, finchè sui portali non iniziano ad apparire strane impronte nere di mani, e questo è il chiaro segno che gli angeli stanno tornando. La domanda nasce spontanea: perché? Cosa potrebbero mai volere i serafini dal mondo? Ed ecco che da qui la trama del libro si infittisce di situazioni e personaggi, tra i quali spicca Akiva, altra figura di rilevante importanza all’interno dell’opera.
Non mi dilungherò a scrivere altro perché credo cha da questo punto in poi ogni azione sia talmente veloce e concatenata all’altra, che il pericolo di incombere in spoilers sarebbe molto alto.
Riassumo brevemente lo scenario davanti a cui ci si trova a questo punto del libro: abbiamo una fanciulla, Karou, cresciuta da chimere che sia aggira per il mondo per commissioni che le vengono affidate da un “mostro” e contemporaneamente un angelo, Akiva che a sua volta vaga per le città al fine di marchiare con la sua impronta i portali segreti. Quale segreti nascondono i personaggi? Come può un’umana essere finita in un gruppo di chimere? Perché?
Sinceramente quando ho iniziato a leggere il libro, ho avuto un’impressione abbastanza negativa, nel senso che non riuscivo a capire come mai l’autrice si soffermasse a descrivere più del dovuto, episodi, secondo me, di poca importanza ai fini della narrazione. Invece dopo i primi capitoli, all’incirca le prime sessanta pagine, la mia concezione del testo è totalmente cambiata: l’apparente disinteresse iniziale si è trasformato in un grande coinvolgimento che mi ha permesso di concludere la lettura in pochissimi giorni, nonostante il numero importante di pagine totali, più di quattrocento.
Il linguaggio utilizzato, all’inizio molto concreto, legato alla vita del mondo terreno, a volte quasi scurrile soprattutto nelle battute scambiate tra le ragazze, si è poi rivelato di un livello superiore, lineare e molto espressivo. A tratti porta alla riflessione e all’immaginazione degli ambienti e degli scenari descritti, fino alla fine dove sembra di essere totalmente coinvolti e partecipi delle situazioni.
Da questa lettura ho davvero imparato che l’impressione data dalla prime pagine di un libro, a volte può essere davvero fuorviante e sinceramente sono contenta di non avervi rinunciato, ma di aver perseverato e scoperto questa nuova avventura di cui non vedo l’ora di leggere il seguito.
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