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Pensieri e riflessioni su "Memento. I sopravvissuti" di Julianna Baggott
Creato il 13 agosto 2012 da Anjaste @anjasteSinossi: Pressia ricorda soltanto vagamente le Detonazioni o la sua vita di prima. Nel suo armadio, sul retro di un vecchio negozio di barbiere distrutto, dove vive con il nonno, pensa alla sua esistenza perduta, al mondo dei parchi divertimento, dei cinema, delle feste di compleanno, delle madri e dei padri... ridotto ormai a cenere e polvere, ferite, bruciature e corpi fusi, danneggiati. E ora che ha raggiunto l’età in cui deve consegnarsi alla milizia, per cominciare l’addestramento da soldato oppure per essere usata come bersaglio se giudicata troppo danneggiata, non può più fare finta di essere bambina. Pressia ora è in fuga. Ci sono anche quelli che sono scampati all’apocalisse senza ferite. I Puri. Vivono al sicuro sotto la Sfera, che protegge i loro corpi sani. Eppure Partridge, figlio di uno degli uomini più influenti della Sfera, si sente isolato. Solo. Diverso. Anche lui pensa a ciò che ha perso. La sua è una famiglia distrutta. Il padre è emotivamente distante, il fratello si è suicidato, la madre non è riuscita a mettersi in salvo. L’ordine rigido all’interno della Sfera gli sta stretto e quando crede di intuire, da una frase sussurrata, che la madre potrebbe ancora essere viva, rischia la vita per fuggire.
Il mio pensiero: Di recente pubblicazione per la Casa Editrice Giano, oggi voglio lasciare le mie impressioni a seguito della lettura di "Memento. I sopravvissuti" di Julianna Baggott: un indimenticabile romanzo distopico di cui non mi scorderò tanto facilmente.
Memento... memoria...
Per me questo è l'anno dei romanzi distopici, nel senso che non è il primo romanzo del genere che ultimamente mi capita di leggere: penso ad Hunger Games di Suzanne Collins e Divergent di Veronica Roth. Per chi non avesse dimestichezza con il termine può immaginarsi un romanzo ambientato in un futuro prossimo, che delinea mondi dominati dalle corporazioni high-tech ed in cui i governi nazionali diventano irrilevanti. Come una fantascienza post apocalittica. Una società futura ed indesiderabile sotto tutti i punti di vista.
Memento però è qualcosa di diverso e se dovessi definirlo con pochi aggettivi penserei a: ampio, travolgente, surreale, forte, sorprendente ed indimenticabile.
Ampio perché, essendo solo il primo libro di una trilogia, ti avvolge con le sue cinquecento pagine fitte di avvenimenti. Travolgente perché il lettore resta allibito ed allo stesso tempo catturato dal mondo descritto dall'autrice e dai suoi personaggi e li segue passo passo nella loro avventura senza scollare gli occhi dalle pagine. Surreale perché si fa fatica a credere a quanto abbia creato la mente di Julianna Baggott: personaggi che, a seguito dell'esposizione a detonazioni, hanno i corpi fusi con il mondo circostante; una ragazza che ha una bambola amalgamata con il polso e la mano, chi ha degli uccelli vivi inglobati nella propria gabbia toracica, fratelli che sono diventati un'unica persona, madri con i figli inglobati in parti del loro corpo... crudeli deformazioni. Forte, perché le immagini che crea ti entrano dentro suscitandoti a volte sorpresa, stupore e anche ribrezzo. L'autrice non risparmia le scene crudeli della milizia che organizza Giochi in cui i soldati devono uccidere le loro prede costituite da persone più deboli o menomate, anzi è come se volesse portare l'attenzione del lettore, in questo primo capitolo, sulla crudeltà. Vige la morale del "sopravvive il più forte" e la selezione "naturale". Soprendente perché non ho mai letto nulla di simile ed ogni pagina è una rivelazione inaspettata. Indimenticabile perché a lettura conclusa mi sento di essermi affezionata ad ognuno dei personaggi: li capisci, li appoggi, apprezzi ogni sfumatura del loro carattere.
«Sappiamo che siete lì, fratelli e sorelle. E un giorno emergeremo dalla Sfera per unirci a voi in pace. Per il momento vi guardiamo da lontano, con benevolenza».
Scienziati e uomini nuovi vogliono la riorganizzazione del Pianeta. Le risorse non bastano per tutti e nuove malattie stanno decimando la popolazione. La soluzione ritenuta migliore è quella di creare un evento forzante, una catastrofe, per innestare una selezione forzata: le Detonazioni (qualcosa di molto simile alla forza delle bombe nucleari). Qualcuno sarà preventivamente messo in salvo all'interno di una Sfera protetta e asettica. Quelli all'esterno saranno spacciati. Il mondo è diviso in due: gli eletti, i Puri, all'interno della Sfera, incontaminati, protetti da qualsiasi agente patogeno e "potenziati" per dar esito al progetto che prevede la creazione di una specie più forte e migliore, e i Sopravvissuti, coloro che hanno subito la potenza delle Detonazioni e ne portano i segni sui loro corpi: ustioni, amputazioni, fusioni con oggetti...
All'inizio ci viene presentata, a capitoli alterni, la quotidianità di vita di due ragazzi appartenenti alle due categorie: Pressia dei Sopravvissuti e Partridge dei Puri. Le vite di questi due ragazzi sono destinate ad incontrarsi e sono più intrecciate di quanto possano pensare. Si troveranno insieme ad affrontare diversi pericoli per raggiungere la salvezza ed il loro scopo, affiancati da altri personaggi altrettanto unici, surreali ed indimenticabili, senza sapere che una mente malata manovra i fili delle loro vite dietro le quinte. Tutto è scritto. Tutto è previsto.
È una lunga avventura che ci conduce in paesaggi desolanti dove regnano morte ed dolore. La fantasia dell'autrice è talmente fervida che in alcuni punti si avrà l'impressione di aver paura degli abomini creati dalle Detonazioni e di sentirci soli e spaesati in quelle terre selvagge, dove tutto è ricoperto da un velo di cenere.
«Puoi farlo Partridge. Puoi prendere il potere e ricostruire il mondo, per tutti. Puro, è così che ti chiamano. Ma che cosa significa questa parola, in realtà?»
L'autrice non addolcisce la pillola. È schietta. Le scene crude sono descritte senza riserbo. È questo che mi ha colpito maggiormente e me l'ha fatto apprezzare in quanto unico. Quanto di tremendo e crudele deve succedere, succede veramente. Le paure diventano realtà. Non vi è nessun "deus ex machina" che manovra i fili del racconto e fa si che tutto si sistemi nel verso migliore. La cruda e temuta realtà commuove.
Narrato da una voce onnisciente fuori campo, da modo al lettore di comprendere la realtà dalle diverse angolazioni.
I protagonisti sono dei ragazzi di 16 e 17 anni e il romanzo viene catalogato tra quelli adatti ad un pubblico giovane, ma è un libro che sicuramente si adatta e può esser a ragione maggiormente apprezzato, per le tematiche affrontate ed il linguaggio utilizzato, da un pubblico adulto. Metto in guardia chi cerca un romanzo che abbia anche una dolce storia d'amore in sottofondo. L'amore c'è, ne troverete traccia, ma sicuramente non da mozzare il fiato e destare le farfalle nello stomaco.
Il produttore di Twilight ha già acquistato i diritti per farne un film e presto lo vedremo anche sui grandi schermi. Io intanto attendo Fuse, il secondo capitolo, la cui pubblicazione è prevista per la fine di settembre.
A chi mi chiede se valga la pena leggerlo, dico senza esitazioni di sì. Non vi annoierete nonostante la sua mole, e non vi troverete di fronte alla solita minestra riscaldata. Amanti dei romanzi distopici, non fatevelo sfuggire!
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