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Pensieri e riflessioni su "Morire per vivere" di John Scalzi
Creato il 13 marzo 2012 da Anjaste @anjasteIl mio pensiero:Morire per vivere, romanzo d’esordio della nuova collana Gargoyle Extra, scritto da John Scalzi, nominato per il Premio Hugo per il miglior romanzo nel 2006, opzionato dalla Paramount Pictures nel 2011 si è rivelato per me una fantastica scoperta.
Felicissima di averlo potuto leggere.Romanzo di fantascienza militare narrato dalla voce del protagonista John Perry.John è un uomo di settantacinque anni la cui moglie, Kathy Rebecca Perry, morì otto anni prima del momento in cui prende il via la narrazione, dopo quarantacinque anni di matrimonio trascorsi insieme.La moglie sarà la figura presente-assente dell'intero romanzo, perchè a lei il cuore del protagonista resterà sempre legato.Sarà lei la spinta, il motore che darà il via a questa grande avventura in cui si imbarcherà John perchè «È più facile sentire la sua mancanza in un cimitero dove non è stata altro che morta anzichè sentire la sua mancanza in tutti quei posti in cui è stata viva.»Dieci anni prima della morte della moglie avvenuta a causa di un ictus, insieme si erano già recati presso il capoluogo della Contea per dichiarare la loro disponibilità ad arruolarsi nelle Forze di Difesa Coloniale. Purtroppo solo John terrà fede, almeno consapevolmente, alla sua promessa.Senza sapere bene cosa aspettarsi, al suo settantacinquesimo compleanno, parte per l'unione Coloniale Interstellare per un servizio obbligatorio di due anni, prorogabile poi per altri otto...Ai suoi occhi si aprirà un nuovo mondo: un universo fatto di terapie genetiche, trapianti di organi, chirurgia plastica, miracoli delle scienza e tecnologia avanzata, armi modificate, pratiche chirurgiche intensificate, microtecnologie robotiche, astronavi... mostri blu con tentacoli, alieni intelligenti...Quello in cui si butta sembra ad un primo sguardo un "patto con il diavolo": settantacinquenni con dolori, malattie gravi, vari problemi deambulatori che entrando in questo programma e ringiovaniscono. Tornano non solo nei loro giovani corpi da ventenni, ma addirittura guadagnano più potenzialità, migliore forma fisica e perfezione. Barattare la vecchiaia con un decennio di giovinezza in una zona di guerra. Quale è il costo? Il retro della medaglia? Ce ne è sempre uno. Le nuove reclute infatti non potranno più tornare sulla Terra, rinunceranno a tutti i loro averi e verranno, entro settantadue ore dalla partenza, dichiarati morti a tutti gli effetti... oltre anche al piccolo dettaglio che il loro corpo sarà di colore verde...ed al fatto che il 90% di loro non sopravviverà per più di due anni...E sarà un pò proprio come morire... Una morte per una nuova vita. Morire per rinascere e quindi, per vivere ancora.La sua missione, insieme a quella di tanti altri coetanei che incontrerà, sarà quella di difendere i coloni umani.«Non morirò vecchio. Sto per avere una seconda possibilità di morire giovane e lasciare un bellissimo cadavere».È così che John Perry diventerà una coscienza in un perfetto modello "Hercules" con tanto di numero seriale. Una coscienza dotata ancora dei sentimenti che lo animavano quando era ancora un essere umano.Tanti i risvolti etici e morali che emergono.Dalla lettura del romanzo appare chiaro che un corpo bello e perfetto sviluppa un forte senso di fiducia in sè stessi e facilita il fare squadra con i compagni. E ancora: l'uso della forza è sempre la scelta migliore?
Devo ammettere che questo romanzo mi ha spiazzata.Ha capovolto in poche pagine la mia prima impressione e ha sgretolato i miei preconcetti. Ero titubante nell'intraprendere questa lettura per via dell'insolita età del protagonista, unita al fatto che non ho mai letto fino ad ora un romanzo di fantascienza, per cui mi aspettavo di trovare lunghe e noiose descrizioni tecniche di astronavi ed altri congegni strani e così via...Mi è bastato veramente poco per farmi catturare dalla lettura. Il protagonista dimostrerà di avere solo una coscienza matura, molto utile per le decisioni che dovrà prendere e l'età anagrafica non rappresenterà un problema.Anzi, a settantacinque anni dimostrerà di aver sviluppato quel pizzico di ironia di chi la sa lunga.E inoltre non avrei mai pensato che questo romanzo potesse, sulle ultime pagine, strappare anche qualche lacrimuccia, o quantomeno far luccicare gli occhi.La vicenda scorre veloce. Non ci sono punti morti o monotone descrizioni. Tutto nel giro di poco ci diverrà familiare. Ci affezioneremo anche al caro John. E come accade per i migliori libri che leggo, alla fine ne sento la nostalgia. Già mi manca John e questo affascinante nuovo mondo.Non ho paragoni da poter fare con altri romanzi di fantascienza purtroppo, ma lo consiglio anche a chi è digiuno di questo genere come me, perchè è davvero una lettura soddisfacente.
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