Vai, che facciamo il botto! (dai diari di Lordbad)
A fine anno abbiamo voglia di pensare che il destino, finalmente, possa giocare pulito solo perché è un anno nuovo. Chiediamo quindi a chi ha sempre giocato a poker, per una volta, di non bluffare. O, almeno, di non darlo troppo a vedere.
Semplicemente vorremmo di nuovo che il beneficio del dubbio fosse possibile , che la realtà così com’è data non sia un dato di fatto. Ma un fatto di dati che possono davvero essere modificati. Contabili alla mano. Vorremmo, di nuovo, applicare i puntini di sospensione non solo nelle frasi incomplete, ma applicare i puntini di sospensione alla realtà stessa.
Vorremmo che dal primo gennaio tutto rivada nel giusto posto. E non pensiamo che l’anno nuovo è solo una divisione logica che ci diamo per comodità. Viviamo in un flusso continuo, non ci sarà mai l’anno prima e l’anno dopo. Cazzate da cenone di capodanno. Ci sarà solo questa vita ed ogni giorno potrebbe essere un anno nuovo. Non serve lo spumante a ricordarcelo. Non ci saranno segni zodiacali, stelle, nuovi medici esperti della nostra vita, desideri che si avvereranno automaticamente previo inserimento di monetine in slot machine a dirci com’è il futuro.
A fine anno, non ci ritroviamo che a fare i conti con la solita memoria, con i soliti problemi e , come al solito, ad allontanarli, a respingerli, a darli via, per almeno ventiquattr’ore, per dispersi. Anno nuovo, vita nuova, diceva il saggio. Il saggio lo diceva perché aveva perso la memoria , ma aveva anche perso la speranza per il futuro. L’anno nuovo non esiste finché non diciamo e affermiamo noi che esso è nuovo, che è anno nuovo solo perché merita di entrare nel club degli anni nuovi. Fino ad ora di anni nuovi ne ho avuti ben pochi; altri sono stati sbiadite copie di anni che sono stati semplicemente altri anni.
Chi è che davvero vuole cambiare anno?
Che domani sia un nuovo anno.