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Pensioni d’oro, salta il tetto massimo.

Creato il 25 giugno 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

E’il fallimento della spending review, che non riesce a tagliare le pensioni d’oro degli alti funzionari statali. Invece, sui tagli alla sanità…

  Qualche mese fa ci eravamo espressi in maniera poco lusinghiera nei confronti delle scelte del governo Monti. Non è una novità, si potrebbe dire. All’epoca il nostro dissenso era volto al piano di revisione della spesa denominato “spending review”, in ossequio a quella regola della comunicazione che vuole l’utilizzo di parole prese in prestito dall’inglese, per vestire con un velo di esotismo concetti privi di significato o dalla elementarità vergognosa.

Pensioni d’oro, salta il tetto massimo.

Il governo rigetta la proposta del pidiellino Crosetto, che prevedeva un tetto massimo per le pensioni che superano i 6000 euro mensili (per il sistema retributivo), fatte salve quelle da sistema contributivo. In ogni caso, il tetto massimo sarebbe stato fissato a 10000 euro nel caso di cumuli di due o più rendite.L’esecutivo respinge: promette di riparlarne in sede di decreto sviluppo, semmai quella data dovesse arrivare, ma con i venti di crisi che scompigliano la pettinatura di Mario Monti, il pericolo potrebbe essere scampato: una bella crisi, elezioni anticipate e la spending review ce la lasciamo alle spalle. E il governo avrebbe così difeso strenuamente gli assegni dorati che spettano ai cosiddetti “grand commis”, i Re Mida dell’amministrazione italiana che percepiscono lauti vitalizi e rendite da favola, praticamente intoccabili, che non conoscono la parola crisi. A differenza dei pensionati, quelli veri che con 501 euro devono talvolta decidere se mangiare i giorni dispari o quelli pari, quelli che dignitosamente si mettono in fila per ricevere gli aiuti dalla Caritas.

Il governo esce con un notevole danno d’immagine, non è disposto a retrocedere sui diritti dei burocrati e delle sanguisughe di stato, perché tanto ci sono i poveri che sono costretti a pagare. La logica del “meglio tagliare 10 euro ad una pensione di 600 che 1000 ad una di 10000″ richiederebbe interventi da Rivoluzione Francese che la società italiana non sarà mai pronta ad attuare. Se i cugini transalpini avessero subito un decimo di quello che gli italiani hanno sofferto, solo da novembre ad oggi, l’Eliseo sarebbe già stato smantellato fino alle fondamenta.

Ma questo esecutivo di professori non riesce proprio a far qualcosa senza tirarsi addosso gli strali di chi è dotato di buon senso: pensate che invece di tagliare pensioni e rendite superiori ai 6000 euro (che cosa si può fare con 6000 euro che non si possa fare ragionevolmente con 5.000?) preferisce tagliare sulla sanità e sul pubblico impiego. Con quale obiettività si può ancora sostenere che questo sia un governo di persone competenti e in grado di risollevare le sorti del paese? Di quale parte del paese stiamo parlando?

Sembra uno scherzo, ma purtroppo non lo è. In pratica, è meglio fare in modo che non si possano talvolta garantire prestazioni essenziali (sanità su tutte, ad esempio, ma si pensi anche ad asili nido ed altri servizi pubblici) invece di ridimensionare il sistema pensionistico dei manager pubblici. Peccato che per i pensionati comuni non ci siano mai le stesse resistenze e difficoltà: se fosse così si potrebbe fare anche a meno dei sindacati, che invece sono sul piede di guerra e annunciano manifestazioni di piazza contro la demolizione dello stato sociale e i tagli al settore pubblico.

Già per martedì sono previste assemblee e mobilitazioni nei luoghi di lavoro degli impiegati statali, mentre l’incontro con i sindacati per discutere dei tagli alla spesa dovrebbe tenersi giorno 2 luglio. Intanto, per mercoledì, in occasione della votazione della riforma del lavoro (la boiata, per intenderci) ci saranno manifestazioni sindacali proprio fuori il palazzo della Camera.

Si preannuncia una lunga estate di passione. Il guaio è che ad essere crocifissi, saranno sempre i soliti noti.

Bravo Professor Monti: in un mondo normale non potrebbe insegnare neppure in un asilo nido, ma qui siamo in Italia, quindi può dormire sonni tranquilli…


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