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Pensioni da nababbo per la casta e da morti di fame per tutti gli altri!

Creato il 21 gennaio 2015 da Freeskipper
Pensioni da nababbo per la casta e da morti di fame per tutti gli altri!L’Italia è per davvero un grande paese. A fronte di liquidazioni milionarie ai manager, sia pubblici che privati, che saltano da una poltrona all’altra a suon di euro, a fronte dei super-vitalizi dei politici e della casta, ci ritroviamo poi con la stragrande maggioranza dei lavoratori italiani a 1.000 euro al mese e che le attuali leggi in materia previdenziale collocano a riposo dopo i 67 anni + speranza di vita e con un assegno di 700 euro al mese! E la Consulta - di Amato e Mattarella, i due papabili al Quirinale - cosa fa? Conferma il furto ai pensionati, bocciando il referendum della Lega Nord per eliminare la riforma Fornero e restituire agli italiani quegli anni di pensione che hanno perso da un giorno all'altro. E' doveroso, allora, andare a vedere quanto percepiscono "loro", i giudici della Corte Costituzionale, una volta raggiunta la pensione. A disposizione ci sono i dati del 2013. Per quell'anno la Corte Costituzionale aveva previsto di pagare ai suoi ex giudici e loro superstiti 5,8 milioni di pensione. Impressionante la cifra media, pari a 200mila euro all'anno per ogni singolo pensionato. Cifre che spiegano perché la Consulta bocciò il (minimo) taglio alle loro pensioni d'oro proposto dal governo Monti. C'erano poi, ovvio, le spese totali per le pensioni di ex dipendenti e superstiti, pari a 13,5 milioni. In totale, vi erano 120 ex dipendenti e 78 superstiti precettori di pensioni, che avevano diritto ad uno stipendio medio di 68mila euro. Un accenno, infine, anche alle retribuzioni delle toghe della Suprema Corte. La retribuzione lorda del presidente è pari a 549.407 euro annui, mentre quella di un "semplice" giudice è pari a 457.839 euro. Quando invece in Gran Bretagna la retribuzione media è pari a 217mila euro, in Canada a 234mila euro, negli Usa, a 173mila euro per il presidente contro i 166mila euro dei giudici. Ma L’Italia resta, comunque, un grande paese. Un Paese che con l’entrata nell’euro ha adeguato gli stipendi e le pensioni della casta alla moneta unica (se uno di loro percepiva uno stipendio di 20milioni al mese di vecchie lire, oggi porta a casa 25mila euro), dimezzando per contro salari e pensioni dei lavoratori dipendenti (a fronte di uno stipendio di 2milioni di vecchie lire, oggi quel lavoratore arriva ad un mensile di appena 1.000euro).

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