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Da Sorelleinpentola
Sono queste le cose che mi mancheranno della vita qui.
Un pranzo domenicale a casa di un collega, un amico. 15 persone incontrate così, per caso. Ci si scambia ricordi, si ride come se ci si conoscesse da tempo. Ci si stringe attorno ad un camino, si mangia di gusto, si beve e si dimentica. Si torna bambini con un gioco di società, si litiga per vincere una partita e ci si osserva. Da vicino. Per conoscersi.
Quello che amo della vità è la possibilità di incontrare persone nuove, sempre. Trascorrere giornate come queste con persone che inevitabilmente un giorno non rivedrai.
In fondo, è anche questo il fascino delle brevi conoscenze. Non darsi il tempo di conoscersi troppo, restando così con un piacevole ricordo, di un superficiale incontro.
Nei miei venticinque anni ne ho viste di persone di passaggio. Persone con cui ho condiviso una pizza, un pranzo, una lezione universitaria, un letto, un'intimità sfuggente, un viaggio in macchina, una serata in lacrime. Persone che in quel preciso momento sono state importanti e senza le quali forse sarebbe stato tutto diverso. Persone di cui non ricordo il nome, alle volte, ma per le quali ho pianto, magari. Persone che mi hanno fatto male, seppur per breve tempo, ma hanno lasciato un segno. Persone che non ho mai perdonato e che mai vorrei rincontrare. Persone che mi hanno insegnato una qualunque cosa, da come cucinare la pasta e fagioli a come non far cadere il navigatore dal vetro. Persone che mi hanno promesso un futuro e persone alle quali ho promesso fedeltà. Persone che sono scappate e persone dalle quali sono fuggita per paura di un legame, di un qualcosa di troppo forte, di un limite che non volevo pormi. Persone che negli anni hanno fatto solo numero e persone che hanno fatto la differenza. Persone ritornate e persone scomparse. Persone ignorate e persone volute. Persone. Che altro dire.
Con estrema facilità ci si incontra e con la stessa estrema facilità ci si abbandona.
E se ci si rincontra, non è mai per caso.

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