Magazine Politica

...per combattere il terrorismo islamico...

Creato il 18 maggio 2010 da Giacomo6001

Due soldati italiani sono stati uccisi e altri due - tra cui una donna che non è in pericolo di vita - sono stati gravemente feriti in seguito da un attacco subito nel nordest dell'Afghanistan.

Le due vittime sono il sergente Massimiliano Ramadù di 33 anni, di Velletri (Roma) e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, di 25 anni, di Bitetto (Bari). La soldatessa ferita è Cristina Buonacucina, caporale del 32.esimo reggimento Genio "Taurinense", originaria di Foligno mentre l'uomo ferito, originario di Casteldaccia, si chiama Gianfranco Scirè e ha 28 anni. A darne notizia il sindaco di Casteldaccia (un piccolo comune vicino Palermo) Giovanni Di Giacinto. La soldatessa ha una doppia frattura alla vertebra lombare e alla caviglia mentre Scirè ha una frattura tibio-tarsica. Il Caporale Pascazio era figlio di un poliziotto. Il padre del militare ha appreso la notizia in questura a Bari, dove era in servizio. Tutti e 4 i soldati sono alpini della brigata Taurinense, facenti parte del 32° reggimento genio alpino di Torino, dove risiedono. Da quanto si è appreso un ordigno è stato fatto esplodere mentre transitava un mezzo blindato Lince. È quanto fa sapere il comando italiano di Herat.

Secondo il generale Massimo Fogari, Capo ufficio della pubblica informazione dello Stato Maggiore della Difesa l'attentato "non è stato un atto ostile rivolto specificamente contro il contingente italiano". Il fatto è avvenuto alle 9,15 locali mentre i 4 si trovavano a bordo del blindato posizionato nel nucleo di testa di una colonna composta da decine di automezzi di diverse nazionalità, partita da Herat e diretta a Bala Murghab, verso nord. "L'autocolonna presa di mira dagli attentatori - ha spiegto Fogari - era formata da diversi mezzi della coalizione: italiani, statunitensi e spagnoli. È più corretto quindi parlare di un attentato alla missione Isaf in Afghanistan e non di un attacco contro i militari italiani".

A quanto risulta i due militari hanno riportato ferite solamente agli arti inferiori ma non sono in pericolo di vita e al momento si trovano ricoverati in un ospedale da campo spagnolo. I due sono stati già visitati da un medico italiano che ha giudicato le loro condizioni non gravi. Si procede ora a cercare le cause dell'attentato. Tra le ipotesi viene annoverata quella di un ordigno comandato a distanza. Dalle prime ricostruzioni risulta che il veicolo colpito occupasse la quarta posizione lungo il convoglio che era in movimento e si trovava a 25 chilometri a sud di Bala Murghab. La procura di Roma ha intanto aperto un fascicolo processuale sull'attentato che a Bala Murghab ha provocato la morte dei 2 militari. Strage con finalità di terrorismo il reato iscritto nel fascicolo, affidato al pubblico ministero Giancarlo Amato. Il magistrato è in attesa di una prima informativa dei carabinieri del Ros sulla dinamica dell'attentato.

"Cordoglio" per le vittime ma la missione in Afghanistan resta "fondamentale per la stabilità e pacificazione di un'area strategica" sottolinea il premier Silvio Berlusconi in una nota di palazzo Chigi. Nella nota si spiega inoltre che Il Presidente del Consiglio, appena appresa la notizia dell'attacco "si è messo subito in contatto con il sottosegretario Gianni Letta". Berlusconi "ha espresso il profondo cordoglio, suo personale e dell'intero Governo, alle famiglie dei militari caduti. E ha inviato il suo augurio a quelle dei soldati feriti". Il presidente ha sottolineato al tempo stesso "la fondamentale importanza della missione in Afghanistan per la stabilità e la pacificazione di un'area strategica".

"Lo scacchiere internazionale continua a provocare lutti e tragedie. Rivolgo alle forze armate e alle famiglie dei due militari morti in Afghanistan il senso della più cordiale e sincera partecipazione", così il presidente della Camera, Gianfranco Fini ha ricordato i due militari italiani caduti in missione in Afghanistan. "Ancora una volta l'Italia piange altri due suoi caduti per la libertà e la pace. Per il Presidente del Senato, Renato Schifani, i 2 soldati sono stati uccisi perchè "difendevano la democrazia e la sicurezza internazionale". In un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini Schifani esprime "a nome mio personale e dell'Assemblea di Palazzo Madama i sentimenti del più profondo, affettuoso e sincero cordoglio alle famiglie dei nostri caduti e alle Forze Armate inviando gli auguri di una completa guarigione ai soldati feriti".

"Abbiamo ritenuto oggi e continuiamo a ritenere che il rischio sia connesso all' importanza della missione". Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a proposito dei due militari uccisi in Afghanistan. "Tutti ci interroghiamo quotidianamente - ha detto La Russa rispondendo alle domande dei giornalisti che facevano riferimento a quanto detto dal ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli - anche io mi interrogo come e forse di più di Calderoli ma lo ringrazio perchè ha anche dichiarato che facciamo parte di una missione internazionale e che contribuiamo a fare decidere gli organisi internazionale ma non in modo unilaterale. Oggi abbiamo ritenuto e continuiamo a ritenere che il rischio sia connesso all'importanza della missione". Le salme dei due militari uccisi in Afghanistan saranno rimpatriate "presumibilmente nella mattinata di mercoledì" ha spiegato La Russa.

"Al di là della perdita di vite umane che fanno spaccare il cuore, bisogna verificare se i sacrifici servono. Ma c'è una comunità internazionale, prendiamo le decisioni insieme a loro" ha affermato il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli commentando, a 'Mattino Cinque' l'attentato . "Spesso abbiamo espresso perplessità sull'esportazione della democrazia, ma ogni decisione va presa insieme al resto, non può essere unilaterale. Vedremo a livello internazionale", Quella dei due militari italiani in Afghanistan "è una morte non vana che consolida la missione di ricostruzione" nel paese è invecel'opinione del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, esprimendo vicinanza ai familiari delle vittime e dei due militari feriti nell'attentato a Bala Murghab. "La morte dei due militari italiani in Afghanistan non è vana, come tale in passato non è stata quella di tutti i nostri soldati impegnati nella stabilizzazione di scenari di crisi - ribadisce Mantovano - se siamo in Afghanistan è perchè condividiamo spirito e modalità operative di una missione di ricostruzione in cui l'operato delle forze italiane è apprezzato anzitutto dalla popolazione locale e dai più autorevoli partner internazionali".

"La missione in Afghanistan è una missione fondamentale per l'Italia. Una missione di pace che continuerà". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Franco Frattini dopo aver espresso profondo cordoglio per i due militari uccisi stamani nell'attentato terroristico in Afghanistan. Unendosi alle parole del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, Frattini ha anche formulato un augurio di pronta guarigione per la ragazza e l'altro militare che erano sul lince colpito. Il leader dell'opposizione, Pierluigi Bersani, ha espresso il suo "cordoglio per le vittime, un augurio ai feriti e la solidarietà ai familiari di questi ragazzi. Poi l'esigenza di una riflessione, di una discussione da fare in Parlamento, sulla missione". Certamente, ha spiegato Bersani, "noi non possiamo consentire che i talebani sconfiggano l'intera comunità internazionale. Bisogna però che riflettiamo sull'evoluzione di quella missione così peraltro come sta facendo il presidente Obama che ha espresso l'esigenza di un atto di responsabilità del governo afgano, un coinvolgimento più diretto e impegnativo per le potenze confinanti. Quindi con la possibilità di una evoluzione rapida di quella missione che oltre a fronteggiare i talebani dovrebbe dare appoggio al governo afgano e via via garantire elementi ordinari di sicurezza. Di questo bisogna discutere in Parlamento".

"Esprimiamo il più sentito cordoglio per la morte dei due militari, avvenuta in Afghanistan nell'adempimento del loro dovere, ed auguriamo pronta guarigione ai commilitoni feriti nello stesso frangente", afferma il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. "Desideriamo comunicare, altresì, tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ai familiari dei soldati deceduti ed alle forze armate impegnate in quel difficile teatro di guerra", aggiunge. "Il tragico avvenimento avvenuto oggi non deve però indurre a cedimenti, nella consapevolezza che sono in gioco non solo la democrazia di quel Paese, ma anche la lotta contro il terrorismo islamico che l'Italia è impegnata a contrastare nel quadro degli accordi presi a livello internazionale", conclude Cicchitto. "Esprimo profondo cordoglio, a nome mio e di tutta l'Italia dei Valori, alle famiglie dei soldati caduti in Afghanistan e auguro pronta guarigione ai militari feriti". Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro, leader dell'IdV. "Non è questo il momento per ribadire la necessità di porre fine alla nostra presenza in quei territori. Oggi è il giorno del dolore e della solidarietà, ma occorre che al più presto il Parlamento affronti seriamente la questione della rischiosa presenza dei nostri militari, coinvolti non in una missione ma in una guerra, e proponga una exit strategy".

Un ministro non può far confusione nel commentare la morte di due soldati italiani, ma Calderoli l’ha fatta e lo scivolone è gravissimo.

Nel commentare la tragica morte ad Herat del sergente Massimiliano Ramadù e del caporale Luigi Pascazio, Calderoli ha ricordato che la Lega “spesso ha espresso perplessità sull’esportazione della democrazia”. Ma le nostre truppe non sono in Afganistan per “esportare” alcunché! 24 soldati italiani sono morti in Afganistan per combattere il terrorismo islamico: questa è la loro missione, questo è il preciso mandato dell’Onu che l’Italia e gli alleati della Nato stanno attuando in quel paese.

Quella stessa lotta al terrorismo islamico che tanto scalda Calderoli quando si tratta di Padania. Un errore madornale, uno svarione imperdonabile che cela una posizione demagogica, una mancanza di senso del ruolo internazionale dell’Italia nella lotta al terrorismo per banali, inscusabili, ragioni di consenso.

Il “popolo padano” non capisce le ragioni di questo impegno, di questi altissimi sacrifici di vite? Può essere, Calderoli allora si butti a corpo morto e con lui tutta la Lega a spiegarglielo, magari durante una delle tante campagne contro la costruzione selvaggia di moschee che tanto li impegnano.

Ma Calderoli va oltre e afferma "bisogna verificare se i sacrifici servono". Di nuovo “l’Italietta”, il paese che non ha orgoglio, senso del suo ruolo, delle sfide che deve vincere e che sta a controllare col bilancino se “vale la pena” combattere. Una “Italietta” che non casualmente accomuna il sentire di Calderoli con quello di Rosy Bindi che infatti invoca una “riflessione politica con un serio confronto in Parlamento sulle ragioni e modalità della nostra presenza in Afghanistan”. Meglio gli intollerabili Ferrero e Diliberto che almeno hanno il coraggio delle loro – pessime - idee, che parlano di “sporca guerra” e chiedono l’immediato ritiro del nostro contingente da Herat e Kabul. Almeno dicono quel che pensano, non lanciano il sasso e ritirano la mano, non alludono, non confondono “esportazione della democrazia” con indispensabile lotta al terrorismo.

La Lega, con Roberto Maroni, sta dando un esempio eccellente al paese di senso dello Stato, di calma, fredda, capacità di impegnare al massimo le forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità. Una serie di successi ineguagliata da nessun altro ministro degli Interni, che ha un suo segreto: Maroni dà ordini e disposizioni precise e viene obbedito per la semplice ragione che nelle mente del capo della polizia così come in quella dell’ultimo poliziotto impegnati nella pericolosissima ricerca dei latitanti, arresto dei delinquenti e sequestro dei loro beni, è ben chiaro che il ministro, che Maroni, è e sarà sempre al loro fianco, che si assume e si assumerà le proprie responsabilità politiche e personali.

Questo deve saper fare un ministro, anche se si occupa di semplificazione legislativa e si balocca con istrionici falò. Ma Calderoli non lo sa o non lo vuole – questo sospettiamo - fare. Preferisce lisciare il pelo al peggiore opportunismo italiano. E questo è gravissimo, sotto tutti i profili.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :