Scritto da Vincenzo Tedesco
Vittoria sofferta tra racchette rotte, sfortuna e decisioni contrarie - C’è stato di tutto nella finale dell’ATP World Tour 500 di Amburgo Germania, € 1.230.500 sulla terra rossa. Infatti Fabio Fognini, nella foto, vince contro il sorprendente argentino Federico Delbonis, partito dalle qualificazioni, salito al numero 65 guadagnando ben 49 posizioni, dopo aver dovuto combattere non solo l’avversario ma che la sfortuna. Sfortuna che sembrava essersi accanita contro l’azzurro che vedeva tiri facili uscire di poco, ma soprattutto rompeva tre racchette in pochissimi game, finendo le proprie ed aspettando qualcuno che gliene portasse un’altra. E proprio qui uno dei giudice gli dava un richiamo ufficiale per perdita di tempo, ma sicuramente non si può giocare senza racchetta o con una rotta, e l’azzurro si innervosiva molto e dopo aver perso il primo set 6-4 andava sotto nel secondo 4-1. Ma era questo il momento in cui Fabio dimostrava carattere e forza andando a recuperare il set e portandolo al tie-break, dove Delbonis sul 6-5 sprecava tutto e Fognini si aggiudicava il secondo set 7-6(8), prima di dominare 6-2 il terzo e decisivo set.
Da ieri è numero 19 al mondo, best ranking e numero 1 azzurro - Grazie al successo ottenuto domenica, il secondo in carriera, su quattro finali, dopo quello di una settimana prima sempre in Germani, a Stoccarda, Fognini recupera altre sei posizioni e sale al numero 19 al mondo, miglior posizione mai raggiunta da lui, e contemporaneamente diventa l’attuale numero 1 azzurro andando a scavalcare Andreas Seppi, numero 24 al mondo. Nella classifica relativa al solo 2013, la Race, l’azzurro è addirittura 13°, non molto distante dall’8° posto che porterà alle finali di Londra. Ora archiviato lo score tedesco delle ultime due settimana, si trova impegnato all’ATP World Tour 250 di Umago, Croazia, da numero 3 del torneo, dove si trova proiettato già al 2° turno dopo il bye al primo. Insieme a lui in Croazia anche Seppi, numero 2 del torneo ed anch’egli già al 2° turno, e Paolo Lorenzi.