1971: Per grazia ricevuta di Nino Manfredi
“Insolito e intelligente”, così il Morandini ha giudicato questo piccolo gioiello della cinematografia italiana: come non concordare?
Un successo strepitoso di pubblico, accoglienze trionfali a Cannes, valutazioni estremamente positive da parte di tutta la critica per un lavoro che ha collocato Nino Manfredi nell’Olimpo dei grandi e che a distanza di tanto tempo nulla ha perso in delicatezza, profondità, poesia, umorismo e malinconia sapientemente miscelati.
Un bellissimo ritratto di un’Italia che forse non esiste più, un bellissimo ritratto di un’umanità profondamente vera. Una trattazione sincera di temi non facili (superstizione, vita, morte, insicurezza psicologica, educazione religiosa condizionante…) che affascina e coinvolge come raramente accade.
Un film molto personale questo ma ogni spettatore può ritrovarcisi: fede-ragione, spirito-carne… dilemmi che ci riguardano e che segnano la nostra esistenza, chi più chi meno. I conflitti del protagonista sono dell’umanità intera: Per grazia ricevuta diverte e commuove con rara intelligenza, ma soprattutto ha il merito di parlare di tutti noi.
Da aggiungere che formalmente il film non ha un difetto: ambientazione e fotografia perfette, colonna sonora (il cui successo fu enorme) coerente e appropriata, performance del ricco cast da plauso.
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