“I testi di Storia adottati nella scuola italiana sono scritti da comunisti e orientati a sinistra. Gettano fango su Berlusconi”. Purtroppo non è una battuta ma l’incipit della richiesta di Gabriella Carlucci, e di altri 19 deputati pidiellini, che pretendono una commissione d’inchiesta sui libri di Storia. La ex show-girl, famosa per le multe per eccesso di velocità e violazione dei sensi unici romani, quella che dice ogni volta al vigile che sta elevando verbale “Lei non sa chi sono io”, ha riproposto un tormentone che ciclicamente i pasdaran del Capo ripresentano al popolo italico: “È possibile – si chiedono gli uomini e le donne di coltura del Pdl – che i nostri testi di Storia debbano tutti esaltare la Resistenza e la Costituzione che ne è nata? Così facendo i ragazzi vengono plagiati e a rimetterci è Silvio che pretende che la Resistenza non sia più un valore e che la Costituzione non rappresenti più la regola di vita degli italiani perché è vecchia”. La controproposta è quella di adottare come testo unico “Una storia italiana”, (la biografia autorizzata di Berlusconi che già le famiglie italiane ricevettero nell’ormai lontano 2001), in una edizione riveduta, corretta ed aggiornata. Quel libro rappresenta ancora oggi la summa dell’ideologia berlusconiana, quella composta dal “ghe pensi mi” e dall’idea davvero bizzarra che Silvio ha della famiglia. Ripercorriamoli i capitoli di “Una storia italiana”, perché non sono molto lontani da quelli che i ragazzi dell’Unione Sovietica leggevano a proposito di Stalin. Capitolo primo: “Il carattere e la passioni: la vita di Silvio Berlusconi, l’infanzia, l’adolescenza, i compagni di scuola”. Capitolo secondo: “Piccoli segreti di Silvio”. Capitolo terzo: “Lo stile di vita: come si veste e cosa ama il leader di Forza Italia”. Capitolo quattro: “Gli amici di sempre”. Capitolo cinque: “Costruire un impero”. Capitolo sei “La passione sportiva”. Capitolo sette: “La traversata nel deserto”. Capitolo otto: “La lunga lotta per la libertà”. Per la edizione 2011 sono previsti due nuovi capitoli: “Silvio e le donne” e “Come fottere gli italiani e renderli felici”. Silvio ormai ci ha abituati a tutto tanto che, e accade anche a noi, spesso prendiamo solo con un po’ di fastidio quello che invece meriterebbe un’insurrezione popolare. È il “merito” maggiore che Berlusconi ha, quello di far vivere gli italiani in una barzelletta continua, che ha due versioni, con la prima che, di solito, è il contrario della seconda. Silvio riesce sempre a sorprendere, e se dice che lui pagò Ruby perché smettesse di prostituirsi e acquistasse un depilatore laser per metter su un centro estetico, alla fine gli italiani gli credono e vanno a protestare davanti al tribunale di Milano contro la persecuzione dei magistrati comunisti. Fateci caso, i magistrati sono l’unica categoria alla quale il Nano² continua a dare del “comunista” mentre alle altre ormai da solo del “di sinistra” che alle orecchie della gente deve suonare come un’offesa se una signora intervistata per strada dalla trasmissione di Geppi Cucciari su La7 ha detto: “Io non sono di sinistra, sono normale”, quella normalità che fa del para-sub-normale berlusconiano un regime. E mentre apprendiamo che gli investigatori hanno chiuso la barzelletta dell’attentato a Maurizio Belpietro, affermando che non c’è stato (ma va là!) e che gli sposi novelli si indebitano fino a 19mila euro per celebrare nozze in perfetto stile “Silvio new-age”, alla Saras di Sarroch (la raffineria sarda di proprietà dei fratelli Moratti, è morto un altro operaio (due intossicati) a seguito delle esalazioni di ossido di zolfo. Sui libri di Storia sono narrate anche le lotte operaie e quella per lo Statuto dei Lavoratori, forse è per questo che la proposta della Carlucci ha avuto l’immediato assenso di Sacconi.
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Per il Pdl la Storia è un problema, meglio Scienze (anatomiche)
Creato il 13 aprile 2011 da Massimoconsorti @massimoconsortiPossono interessarti anche questi articoli :
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