L’altro ieri qualcuno è passato ed ha lasciato l’avviso di un pacco. Ieri, tornando da lavoro, ne ho trovato un altro, con l’avviso ferale: “il pacco è in giacenza presso il nostro magazzino di Inculonia, se vuoi ritirarlo cerca di sbrigarti che tra 10 giorni rimandiamo tutto indietro e poi ti scazzi.” Di fronte alla prospettiva di divorare quanto prima un libro affascinante come “Strutture dell’Italia romana (sec. III-I a.c.)”, non potevo, tornato dalla dotta Bologna, non infilarmi in macchina e smazzarmi 15 kilometri per raggiungere una tipica zona industriale della bassa emiliana.
Parcheggio, entro in sede e consegno l’avviso. L’impiegato grasso e nervoso, evidentemente a fine turno, mi fa cenno di aspettare e rotola bofonchiando verso il magazzino: se la prenderà comoda.
Ma io non mi lamento, anzi, lo ringrazio. Perchè in questi 5 minuti ho avuto la possibilità di conoscere Kevin. Dietro di me infatti è appena entrato un corriere appena tornato dal suo giro. Basso, tarchiato, cappellino rosso e tuta blu, sembra un Super Mario Bros africano e senza baffi. Si affaccia davanti all’ufficio principale e si appoggia agli stipiti della porta. Appare sfiancato.
“Kevin tutto bene?”, gli fa un impiegato da dentro l’ufficio. E’ una domanda evidentemente provocatoria, che offe il “la” per un monologo che ha del mitologico. Ora io ve lo riferisco per quanto possibile in modo fedele, dategli pure la voce che credete. Sappiate che ha circa 35 anni, è ghanese, e non parla benissimo l’italiano. Il suo tono è rutilante, lamentoso, incazzato, senza soste.
“Tutto bene? Niente bene! Un casino, oggi casino più di ieri. Sempre casino!”
“Non esagerare dai, sempre la stessa storia, che ti è capitato oggi?”.
“Tutto bene un cazzo! Oggi tutte consegne in centro, tutte strade smoll, tutto stretto, il furgone grosso, se faccio danni pago io, dove parcheggio, dove parcheggio? Pure i vigili, sempre vigili da tutte parti, sono sempre un vaffanculo! Il permesso, chiedono permesso, quale permesso? Io non ho mai permesso, se voi non mi date permesso, cosa do ai vigili? E quindi prendo furgone, vado avanti, parcheggio nascosto, poi torno di corsa a consegnare, le macchine suonano, la strada occupata, i vigili tornano, io corro prendo furgone e scappo, e allora uno bestemmia porco madoni! Poi pure i clienti, tutto lamentano, tutto, pacco è sporco, pacco è rotto, pacco non è quello! Tutti rompicoglioni! Cosa vuoi da me, guida tu furgone tutto il giorno e vedi sei sei pulito! E vecchi che non aprono, “signora corriere, signora corriere”, ma quella non apre, quella rimane finestra, perchè non apri, perchè non apri cazzo, ho furgone in mezzo alla strada, ma quella non apre, boh, sorda lei o io negro? E sali furgone, scarica pacchi, vigili, permesso, gente rompicoglioni! Tutto una merda, tutto un casino! Pure tu poi chiami cinque dieci volte giorno, rompicoglioni pure tu! Facciamo cambio, io vengo dietro scrivania tutto il giorno, al computer, vedo i siti porno come te. Tu furgone, io siti porno!”
Tutto questo in apnea. Ma Kevin mica ha finito.
“Stamattina a che ora ero qui? Tu non c’eri, io alle 6 e mezzo stavo qui, adesso che ora è? Sei e mezza pomeriggio, io torno a casa adesso e niente riposo, io quattro figli, ma figli bambini, loro sempre casino, spaccano tutto, gridano, io no riposare, allora io vaffanculo, tutto merda!”
“Stavi meglio in Ghana allora?”
“Ma quale Ghana, io rimango qui, tu torni Ghana, così io prendo posto tuo, computer, siti porno. Non è lavoro questo, tutto casino, tutto uno grande merda!”
L’impiegato torna e mi consegna il pacco. Peccato, faccio per uscire, Kevin nella stanza sta firmando alcune cose.
“Ci vediamo domani Kevin?”
“Certo domani, io domani qui prima di te, 6 e mezzo, tu guadagni di più, io prima qui, tu dopo, queste cose qui sono un vaffanculo!”
“Dai che stai bene qui, rompicazzo. A domani?”
” Si, a domani, a domani. Però davvero, tu crede, qua è tutto quasi merda, tutto un vaffanculo!”
E non sai quanto mi hai tolto le parole di bocca, Kevin. Qua è davvero tutto un vaffanculo…