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Per la giornata della Terra

Da Harielle @hariellle

Per la giornata della Terra

Da tempo sono convinta che siamo un unico complesso vivente, un grande giardino di piante e di animali, in cui la Terra è un organismo che ci ospita e che ci nutre. Gli indios la chiamano la Pachamama. La Pachamama è la madre di tutte le creature viventi, è nostra madre, noi siamo suoi figli; dobbiamo amarla, volerle bene, rispettarla. Perciò dobbiamo conoscerla e ascoltarne la voce. E ringraziarla.

Sono la Terra:

suolo di rocce e di cristalli,

brezza che forgia le colline,

immensi oscuri oceani,

pioggia che stilla

gocce d’argento dal suolo alle fonti

per calmar la tua sete.

 

Sono la cima che ti sfida con le sue fiere vette

e che ti rende dolce il ritornare a casa,

sono il mare rigonfio d’onde

 e di quesiti senza risposta.

 

Sono la Terra,

 la notte delle veglie sensuali e dei neonati affamati,

lo stupore dell’aurora rosata,

 il vento iemale delle fredde stagioni,

la foga della tempesta e del ciclone.

 

Sono la Madre di cui invochi il nome

cercandolo nelle memorie di una trama antica:

una donna di rara bellezza

generata da un mare sapiente,

un bambino dall’amore illimitato

venuto a salvare il mondo,

un uomo dall’anima grande

che parla di pace,

 

tutti  sulle mie sponde nati

e al grembo ritornati

dopo un giro di danza nei giardini,

cercando di squarciare il velo

che tace il segreto, oltrepassando la soglia del sogno: 

io sono la Terra.

 

 HARIELLE 

 poesia prima classificata al concorso letterario

“Sempre Caro” 2010 di Recanati

sezione tema ecologico

dipinti di Frida Khalo dalla mostra di Roma attualmente alle Scuderie del Quirinale

Per la giornata della Terra



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