Una mia amica la scorsa primavera era a Berlino. Faceva la spesa in un supermercato, quando un ragazzo biondo con gli occhi chiari le ha chiesto: "You are Spanish?". La mia amica ha scosso la testa. "No, I'm Italian". Il ragazzo è scoppiato a ridere. "Italy? Italy, Berlusconi, bunga bunga in Italy, eh?- e continuava a ridere - I think that Berlusconi is a real dictator and you, Italians, are very stupid". E rideva. Magari le sue parole non sono state proprio queste, ma il senso sicuramente si. L'Italia faceva ridere. La mia amica in quell'istante ha deciso che se qualche altro tedesco le avesse posto la stessa domanda lei avrebbe risposto di si. Che era spagnola.
Almeno questo da oggi non succederà più.
Ieri sera avevo l'impressione di assistere a un evento importante, mi sembrava di avere davanti agli occhi immagini storiche. Forse rappresentano la fine dell'unica era politica italiana che ho vissuto. Finisce il quarto governo Berlusconi, tra fischi e alleluia davanti al Quirinale. Peccato non essere di Roma. Sarebbe stato bello essere lì in mezzo a festeggiare la fine di questo periodo durato quasi vent'anni e l'inizio di qualcosa di difficile e indefinito, ma che sappiamo tutti, o almeno ce lo auguriamo, non potrà essere peggio di quello che è stato. Questo Mario Monti, sconosciuto per me fino a qualche giorno fa, avrà dalla sua parte il bicchiere mezzo pieno che vediamo un po' tutti. È un uomo delle banche e in Parlamento ha gli stessi Scilipoti & company, però non è più il giullare Berlusconi. Non è più quello del baciamano a Gheddafi. Non è più quello delle barzellette. Non è più quello del bunga bunga. Non è più quello che "credeva" che Ruby, marocchina, fosse la nipote di Mubarak. Eravamo talmente abituati male che adesso quasi quasi andrebbe bene tutto. Tanto nessuno potrà essere peggio di Silviontolo. Insomma il prossimo, praticamente certo, governo Monti parte avvantaggiato, la situazione può quasi soltanto migliorare. Io comunque spero che il suo governo duri poco, il tempo di una nuova legge elettorale e di una qualche manovra economica, che giustamente vada a colpire chi deve essere colpito, e poi tutti a votare.
Credo proprio che conserverò la copia del giornale di oggi. Forse strapperò la prima pagina e l'attaccherò al muro della mia camera, vicino alla prima pagina della Gazzetta dello Sport del 10 luglio 2006, quella che diceva "Tutto vero, campioni del mondo". Le cose sono un po' diverse, lo so, però materialmente poterebbero produrre la "stessa" cosa a casa mia: un tricolore sventolante fuori dalla finestra.
Si, ci starà bene in camera mia quella foto di Berlusconi che dorme con su scritto "Mai più", che non è altro che la prima pagina de "il manifesto" di oggi.
Un giorno Berlusconi sarà solo un nome su un libro di storia. Indubbiamente un posto di rilievo ce l'avrà. Magari darà il nome a un'epoca, come ha fatto Giolitti. Per un megalomane come lui è fondamentale. Forse però i libri di storia non lo ricorderanno come lui avrebbe voluto essere ricordato. Non parleranno di lui come di un dio o di un eroe. Il telegraph lo ricorda così, ad esempio:
Potenzialmente questa potrebbe essere l'ultima volta che scrivo di lui (si, mi piacerebbe). Immagino che non sarà proprio così. Di sicuro la sua assenza lascerà un bel vuoto. Chi fa satira dovrà sforzarsi molto di più. Quelli di sinistra dovranno trovare altri argomenti, non basterà più chiedere le dimissioni dello scandaloso presidente, non basterà essere sempre e comunque contro di lui, come un suo riflesso al contrario. Quella che fino a oggi era (o avrebbe dovuto essere) opposizione dovrà imparare a brillare di luce propria.
Ho immaginato tante volte questo momento, anche io che ho solo vent'anni. Figuriamoci chi ne ha di più. Mio padre mi invita alla calma, perché Silviontolo ha già dimostrato che torna sempre, anche quando sembra spacciato. Io però non ci credo. Stavolta deve essere la fine. Se, dopo tutto quello che ha combinato, certo non da solo, avranno anche il coraggio di ricandidarlo e di votarlo, bhè...allora non avrei proprio più parole. Quasi tutte le persone di destra con cui a volte parlo di politica volevano che Berlusconi se ne andasse quanto lo volevo io.
Io non ricordo che cosa è successo quando è caduto Prodi o quando sono caduti tutti gli altri prima. Non so se ogni volta che finisce prima del tempo un governo la gente scende in piazza e festeggia.
Magari è sempre successo, però tutta quella festa a Roma mi sembrava così bella, così piena di un'aria nuova, di un vento che magari tornerà a fischiare. Mi sembrava piena, o alla semplice ricerca, di libertà.
Comunque mi sembra quasi surreale il fatto che non ci sia più Silviontolo. Spero che di tanto in tanto, ovunque sia, che sia ad Arcore o ad Antigua, che sia immerso nel bunga bunga o nel regno dei cieli, ci regali qualche perla delle sue, altrimenti sai che noia la politica.
Ne metto una, giusto una, così per non dimenticare i bei momenti che Silviontolo ha regalato a tutti noi, ingrati, che oggi festeggiamo.
È giunta anche l'ora di togliere il bollino dal mio blog. Lo lascio qui per ricordo, sperando vivamente che non serva mai più.
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