Per “PENSARE PAROLE”: recensione libro per martedì 5 agosto 2014
“rosso Istanbul” di Ferzan Ozpetek Mondadori editore;
Questo “rosso Istanbul” è un libro sorprendente che rispecchia l’anima del suo autore, il regista turco Ferzan Ozpetek, ormai italianizzato e che non delude le aspettative dei suoi estimatori. Un libro che parla di sentimenti e di amore in senso lato, temi sempre cari al regista ora scrittore anche, un libro che parla della sua città, Istanbul, con tutto il suo fascino e il suo mistero, la sua diversità, ben lontana dallo stile occidentale. Un debutto ottimo per Ozpetek che ha finora espresso la sua creatività nel cinema e che ora si è potuto cimentare in un campo diverso come l’editoria e si è potuto così avvicinare ai suoi ammiratori, ai suoi nuovi lettori come è poi successo alla rassegna letteraria “Positano 2014, sole, mare e cultura” e a Napoli nell’ambito della rassegna cinematografica “accordi@disaccordi”, una sensazione nuova e stimolante come ha detto ozpetek che ha potuto rinvigoglire il suo estro. “Rosso Istanbul”è un punto di partenza per ozpetek, che porta all’amore che non conosce luoghi, età, tempo, religione, differenza di sesso; il punto di partenza che porta ad analizzare l’amore, la libertà che da l’amore universale; un libro per certi versi autobiografico ma comunque anche di pura invenzione da parte del regista che ha saputo toccare corde emotive e personali sue proprie come ad esempio il mettere in copertina la foto bellissima di sua madre, il che ha annunciato il viaggio di questo libro, il viaggio emozionale, il viaggio nei ricordi di Istanbul, nel “rosso Istanbul” del titolo, quel rosso dei tramonti senza fine sul mare di Marmora, il viaggio attraverso i profumi speziati di Istanbul. La storia narra di un regista turco che vive a Roma e che all’improvviso decide di prendere un aereo per ritornare a visitare la sua città Istanbul dove è nato e cresciuto, il ritorno a Istanbul è per lui uno sconvolgimento emotivo tra ricordi e malinconie; sull’aereo seduto accanto a lui una donna misteriosa gli fa compagnia per tutto il viaggio. I ricordi affiorano man mano: la madre bellissima; la nonna p
rincipessa ottomana; il padre scomparso un giorno all’improvviso per chissà dove e a sua volta misteriosamente ricomparso dal nulla. Istanbul lo cattura con il profumo dei tigli e lo trattiene lì anche se lui vorrebbe ritornare a Roma. La donna incontrata sull’aereo ricompare per le vie di Istanbul e questo porterà scompiglio nelle loro due vite, si sono incontrati e scoperti e un qualcosa li accomunerà e li avvolgerà. La nostalgia farà in modo che le loro vite convergeranno. Il finale resta in un sospeso eterno. Un libro come un film e non poteva essere diversamente dato che si parla di Ferzan Ozpetek regista sensibile e poetico che riesce ad inventare personaggi commoventi, libro che lui stesso ha già anticipato diventerà il suo prossimo film, con le dovute modifiche che necessariamente necessita un film tratto da un libro. Il viaggio dell’anima che ritrova il suo porto sicuro nella consapevolezza delle proprie radici questo è il significato del libro che si fa leggere tutto d’un fiato, con scorrevolezza nella sua semplicità e leggiadria.DANIELA MEROLA