Il suono delle stoviglie del bar all’angolo
Le finestre aperte le mattine estive
Gli stessi libri in biblioteca da vent’anni
Le promesse che scivolano da amante ad amante
Il passo pomposo di chi non si è mai mosso
La nudità nascosta in un accappatoio
Osservi la strada con quel vecchio binocolo
Sderenato come la tua anima di paroliere
Hai creduto senza ascoltare
Hai sperato senza conoscere
Hai amato senza guardare
Ed è nell’essenza di quel senza
Che scovi il grumo di sangue e saliva
Che ti sei lasciato su strada come molliche
E allora ripercorri a ritroso il fonema delle coincidenze
Il suono del bar all’angolo delle stoviglie
Le mattine estive aperte alla finestra
Da vent’anni nella stessa biblioteca senza libri
Gli amanti senza promesse scivolano l’uno nell’altra
Il passo fermo di chi corre all’impazzata
L’accappatoio nascosto nella propria nudità
Quello senza lauree aveva trovato il male di vivere
Osservando la foglia riarsa accartocciarsi
Tu scrivi per mantenere memoria
Del più angoscioso dei luoghi comuni.
[Immagine: Franz Krauspenhaar - Cockeye/Death.]