da qui
Il golfo di Sirolo è il paradiso.
L’ho capito seduto nel terrazzo
a picco sul campeggio
cosparso di conifere e bambini.
Una ferita graffia la ringhiera:
l’assenza dei tuoi occhi,
lo scatto luminoso della sedia.
Il vaporetto schiuma la sua rabbia,
una canoa ricorda la pochezza
di chi non oltrepassa
la linea della boa,
il limite alle grandi aspirazioni
di guadagnare il largo,
di capire se il Regno è la bellezza
della costa o il mare o gli occhi chiusi
che cercano i tuoi occhi, senza sosta.