Sms arrivato al telefono della ‘povna, tutto in lettere maiuscole, alle 22.45 dello scorso venerdì:
From: Mamma di Zuccherosa
To: Me
Buona sera la ringrazio ancora tanto sinceramente x quello che a fatto x aver dato di nuovo fiducia a Zuccherosa in questo periodo e un po colpa mia la sto stressando x domando sempre la scuola la scuola in continuazione e piu forte di me se lascio perdere ho paura che lei sorvoli comunque vedo che Zuccherosa ce la sta mettendo tutta a studiare ed e molto stanca e nervosa con me volevo sapere se Zuccherosa a scuola la vede tranquilla e serena mi scusi ma io mi preoccupo sempre mi sono anche arrabbiata con lei x quando io gli parlo di sigarette lei diventa seria e non ne vuole parlare con me x forse sa di sbagliare e di non poterne tornare indietro non so che pensare comunque la ringrazio x la sua disponibilità a gia fatto tanto per Zuccherosa se non avessi avuto il suo aiuto come avremmo fatto? Cordiali saluti e mi scusi se lo disturbata (scusi anche il mio italiano se mi leggesse mia figlia!).
Se la ‘povna, a maggio, presa tra mille cose, e gli ultimi atti scolastici, e la campagna elettorale, e i colleghi stupidi e la fine di tutto, avesse bisogno di una motivazione e un senso, questa potrebbe bastare per i prossimi dieci anni. Se poi qualcuno le volesse chiedere – come talvolta capita – “ma come mai tu, tra i primi al concorso, potevi scegliere quel che volevi, il liceo figo, i certamina in giro per l’Italia con gli alunni, i premi, la possibilità di usare la tua cultura al meglio… e invece ti sei rinchiusa al tecnico”, la ‘povna potrebbe citare questo sms – e i molti altri gemelli che, quotidianamente, le riempiono la posta. Perché non si fa lezione per i bravi, ma per tutti; perché il ruolo, pur vilipeso, si riconquista un po’ ogni giorno, con la propria presenza sociale in mezzo al campo. Perché – parafrasando Fenoglio – “insegnante” si conferma, ora e sempre, parola assoluta.