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Per un voto utile in Europa

Creato il 21 maggio 2014 da Margheritapugliese

 

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Domenica 25 maggio in Italia si voterà per le elezioni europee, per eleggere i 73 deputati che spettano al nostro Paese, su un totale di 766 membri del Parlamento europeo. Come spesso accade in Italia durante la campagna elettorale per le Europee, si è parlato più di temi nazionali, di scontri personali, di battute da cabaret, tralasciando completamente i contenuti che porteranno i nostri rappresentanti nell’istituzione europea. Temi importanti come il fiscal compact, il parametro del 3% del rapporto Deficit/Pil, il conferimento di maggiori poteri al Parlamento, la maggiore democratizzazione di cui hanno bisogno le istituzioni europee, sono rimasti in sottofondo, qualche volta discussi attraverso slogan da bar avulsi da reale concretizzazione.

 

Durante questa campagna elettorale  vari esponenti politici hanno dichiarato, rimanendo seri, di “Cambiare verso all’Europa” ,di “battere i pugni sui tavoli”, di “cancellare il Fiscal Compact”, di puntare sulla crescita e l’occupazione, tralasciando la loro appartenenza partitica, ossia quei gruppi politici che dal 2011 hanno avallato e votato leggi e trattati che hanno permesso il rigore economico, l’austerità, lo smembramento dei diritti dei lavoratori, la generale crescita della povertà e disoccupazione, non andando a spremere le classi sociali ed economiche che hanno causato la crisi economica mondiale. Il Pd, Forza Italia, Ncd, Scelta Europea puntano sulla smemoratezza degli elettori italiani, trasmettono attraverso i media televendite costanti (dentiere gratis per tutti e innalzamento pensioni fino a mille euro, ndr) oppure leggi-spo , che maliziosamente ricordano la pasta e le scarpe di Achille Lauro durante le campagne elettorali, in definitiva su chi la spara più grossa, perchè qualcosa rimanga.

 

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A fare da contraltare alle promesse da marinaio dei partiti sopra elencati, c’è il Movimento 5 stelle, con il suo leader e megafono Beppe Grillo, che ancora non ha deciso dove collocarsi in Europa, quale famiglia europea scegliere (socialista, popolare, sinistra europea etc), non spiega bene cosa farà con 20-25 deputati ,su un totale di 766 membri ,completamente allo sbaraglio nel Parlamento europeo, non avendo la possibilità di formare un gruppo all’interno dell’istituzione europeaminimo di 25 deputati e rappresentare almeno un quarto degli Stati membri, ndr). Per di più, quotidianamente, Grillo parla di “referendum sull’euro”(incostituzionale perchè contro l’art.75 della nostra Costituzione, ndr) e una “marcia su Roma” in caso di “vittoria” alle Europee, per chiedere le dimissioni di Renzi e Napolitano, mischiando in questo modo tematiche nazionali con quelle europee, per fare un minestrone di argomenti che rende ancora più difficoltosa la comprensione da parte degli elettori. Il 25 maggio potrà accadere come nel 1984 quando, alle elezioni europee , il PCI prese il maggior numero di voti, attestandosi come primo partito in Italia con il 33,33%, ma questo risultato non ebbe ripercussioni importanti sulla politica nazionale e sul governo di allora (Craxi, ndr) con la richiesta di dimissioni.

 

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Quella che si concluderà questa settimana, sarà l’ennesima occasione persa per parlare dei reali problemi che attanagliano l’Europa, della poca democraticità delle istituzioni europee, della debolezza legislativa del Parlamento, di una riforma in senso democratico dell’ICE (iniziativa dei cittadini europei), introdotta dal Trattato di Lisbona del 2009, istituto che dà la possibilità di proporre un atto legislativo ,ad un minimo di 1 milione di cittadini europei in almeno 7 Stati membri dell’ Ue, al quale la Commissione europea deve rispondere entro 3 mesi dalla ricezione della proposta. Oppure non si è parlato di politiche economiche europee espansive, di investimenti, tramite la Banca centrale europea, nei settori produttivi e nei welfare nazionali per diminuire le diseguaglianze sociali, per combattere la disoccupazione dilagante (26 milioni di persone, ndr).

 

Infine si deve ricordare l’importanza di recarsi alle urne domenica 25, perchè con questo voto si decidono le politiche dell’Europa del futuro, la futura impostazione economica e dando il sostegno alle famiglie europee che hanno sfasciato il nostro Continente e l’ Ue, portandola in pasto agli estremisti, si darà loro il permesso di continuare la macelleria sociale che stanno facendo subito ai cittadini europei dal 2011. Andare a votare per formazioni politiche credibili e coerenti, che hanno sempre contestato contro le politiche di austerità e rigore, è un dovere civico per ridare speranza all’Europa contro il ritorno dei nazionalismi.

 

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