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Per Vladimir Putin Blatter merita il Nobel per la Pace

Creato il 19 dicembre 2015 da Postik @postikitalia

di Gianpaolo D’Elia

Il visetto paffuto, appena solcato da qualche ruga provocata, forse, dai recenti scandali che lo hanno portato, suo malgrado, ad annunciare le dimissioni. A ben vedere non si tratta in realtà di vere e proprie dimissioni, ma di una disponibilità a rimettere il mandato al congresso straordinario della FIFA.

Il piccolo elvetico, esperto nell’arte del cadere sempre in piedi, uomo – secondo alcuni malevoli – da 50 idee al giorno, 51 delle quali non buone, ha trovato nel presidente russo, Vladimir Putin, un inaspettato e strenuo difensore. Inaspettato?

Certo! Il fatto che i prossimi mondiali di calcio del 2018 siano ospitati proprio dalla Russia è solo una fortuita combinazione. E il fatto che l’FBI stia indagando su eventuali irregolarità per l’attribuzione dei mondiali alla Russia? Solo illazioni prive di fondamento! Fatto sta che “Blatter merita il premio Nobel per la pace. Ha fatto tanto per il mondo del calcio, merita rispetto. Il suo contributo in ambito umanitario è colossale perché ha trattato il calcio non solo come uno sport ma come un elemento di cooperazione tra le nazioni e la gente”. Questo è quanto il presidente russo ha affermato davanti ad almeno mille giornalisti per la consueta conferenza stampa di fine anno.

79 anni, tre matrimoni alle spalle e, soprattutto, una lunga carriera nella FIFA: prima direttore tecnico nel 1975, poi segretario fino al 1998, anno in cui viene eletto presidente, sostituendo un altro inamovibile come Joao Avelange, che aveva poggiato le terga sulla poltrona più importante della Federazione internazionale per ben 24 anni.

Già gli esordi, manco a dirlo, accompagnati dalle polemiche: si fecero strada strane voci riguardanti circolazione di mazzette e torbide vicende che avevano come protagonisti rappresentanti di paesi calcisticamente improbabili, come Farah Addo, che era a capo della Federazione somala. Paesi improbabili, certo, ma detentori di un prezioso voto che vale tanto quanto quello dell’Italia, del Brasile o della Germania.

Ma le voci, ovviamente, sono rimaste soltanto voci. Blatter, chiamato da alcuni mr. teflon, aderente a tutto e tutti e con un bassissimo coefficiente di attrito; altrimenti detto, con un misto di ironia ed ammirazione, “ercolino sempre in piedi”, il pupazzo che ondeggia, lo spingi, sembra cadere e si rialza. Un uomo, insomma, che non si piega e non si spezza. Appassionato di calcio sin da ragazzino, avrebbe la possibilità di avere il suo primo contratto professionistico con il Losanna. Il desiderio non si realizza: il padre lo blocca prima della firma del contratto: “Dove vai? Con il calcio non guadagnerai mai abbastanza per vivere”. Il piccolo Joseph, una volta adulto, dimostrerà al padre quanto si fosse sbagliato. In qualità di presidente della FIFA avrà a disposizione un potere che nemmeno Obama e Putin hanno mai potuto vantare.

Chi, per questo motivo, lo ha definito il Napoleone del calcio, già gongola in attesa di udire i tamburi di Waterloo. Il piccolo Joseph intanto resiste e si dichiara innocente. In 40 anni anni all’interno della FIFA ci ha regalato una raccolta di esternazioni degne di nota: “Il razzismo non esiste, anzi è solo una sciocchezza”, “La tecnologia non aiuta gli arbitri”, “La FIFA è più influente di tutti paesi del mondo e di tutte le religioni, per via delle emozioni positive che sprigiona”. Che altro aggiungere? Siamo d’accordo con Putin, Blatter merita il Nobel … per la comicità!

Gianpaolo D’Elia

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