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Perché e come smaltire l’olio

Da Alessandra De Giorgi @AlesDeGiorgi

A chi non piacciono le patatine fritte? E una bella fritturina mista di pesce? Benissimo, non è il massimo per la dieta, ma ogni tanto ce lo possiamo permettere.

Ma l’olio che abbiamo usato? Che fine gli facciamo fare? E’ prassi comune versarlo nello scarico del lavandino o del water, o ancora smaltirlo nella terra delle nostre piante. Niente di più sbagliato!

L’olio d’oliva, si sa, è un alimento molto pregiato, ricco di vitamine e antiossidanti, ingrediente immancabile nella nostra dieta mediterranea, ma anche alleato della nostra bellezza, per la cura di unghie e capelli.

Purtroppo però non è altrettanto benefico per il sottosuolo e le acque.

Infatti se smaltito negli scarichi può finire in fiumi, laghi e mari e formare un velo sull’acqua che blocca l’ossigenzione dell’ambiente marino e impedisce ai raggi solari di penetrare, mettendo in pericolo la flora e la fauna, causando danni ambientali; se raggiunge le falde acquifere rende l’acqua non potabile, compromettendo il funzionamento dei depuratori.

Anche lo smaltimento nel terreno è un gesto da non sottovalutare, infatti non è un concime, ma al contrario impoverisce il terreno e impedisce alle piante l’assunzione delle sostanze nutritive.

Allora cosa fare? Bisogna predisporre dei recipienti, ad esempio i vasetti di vetro grandi delle conserve (che come sempre abbondano in casa ed è un ottimo modo per riutilizzarli), dopo aver fatto raffreddare l’olio lo si versa nel recipiente scelto.

Tempo fa era consigliato, in mancanza di altri mezzi, di buttare i recipienti nell’indifferenziata, ma in questo modo il rischio che il recipiente si rompa e l’olio si disperda è alto, per fortuna le città si sono attrezzate, e molto spesso ci sono degli spazi predisposti per la raccolta dell’olio, le isole ecologiche.

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In Italia ad occuparsi del trasporto, dello stoccaggio, del trattamento e del recupero di oli e grassi esausti è il CONOE (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti):

http://www.conoe.it/

Per quanto riguarda Torino ci sono informazioni utili sul sito dell’amiat:

http://www.comune.torino.it/circ2/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1914

Anche nella provincia di Lecce, come in tutta la Puglia, si è provveduto a collocare i bidoni per la raccolta in diversi comuni.:

http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=108970

Se non sono presenti isole ecologiche o bidoni, ci si può rivolgere alle attività commerciali, come ad esempio i ristoranti vicini.

Molti sono anche i distributori di benzina e i supermercati che ritirano gratuitamente l’olio e che tramite ditte specializzate lo trasformano in biodiesel, lubrificanti vegetali, glicerina e saponi.

Quindi con un piccolo sforzo da parte nostra possiamo investire nel futuro, creando riparmio economico sul lungo periodo e per la collettività e senza dubbio dare una mano all’ambiente.



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