Perché fissate nel cielo lo sguardo? (Ascensione del signore - Anno C)
Creato il 11 maggio 2013 da Ambrogio Ponzi
@lucecolore
12 maggio 2013
ASCENSIONE
DEL SIGNORE
Antifona d'Ingresso At 1,11«Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l'avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà». Alleluia.
CollettaEsulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre,
per il mistero che celebra in questa liturgia di lode,
poiché nel tuo Figlio asceso al cielo
la nostra umanità è innalzata accanto a te,
e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria.
Egli è Dio...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 1,1-11Fu elevato in alto sotto i loro occhi.
Dagli atti degli apostoli
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
- Parola di Dio
Salmo Responsoriale Dal Salmo 46
Rit. : Ascende il Signore tra canti di gioia.
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra. - Rit.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni. - Rit.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. - Rit.
Seconda Lettura Eb 9,24-28; 10,19-23Cristo è entrato nel cielo stesso.
Dalla lettera agli Ebrei
Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
- Parola di Dio
Canto al Vangelo Mt 28,19.20
Alleluia, alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
Alleluia.
Vangelo Lc 24,46-53Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia
e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
- Parola del Signore
RIFLESSIONI
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Stasera propongo come riflessione e annuncio sulle letture di utilizzare la catechesi di Papa Francesco “ È salito al cielo, siede alla destra del Padre ” per l’autorevolezza dell’autore, la semplicità del testo, la chiarezza di trasmissione. È un testo ben comprensibile e quindi utilizzabile.
C’è poi anche un motivo personale (pettegolo se volete) che mi è tornato alla mente. Quando ero in seminario ed insegnavo teologia ho affrontato la questione Ascensione sostenendo che questa è da intendersi non come una salita tipo aeroplano che va in cielo, ma come linguaggio simbolico. Non è possibile vivere materialmente questa esperienza, ma va collegata all’azione dello Spirito, a Gesù, alla sua Resurrezione ed alla sua missione.
Questo suonava come novità e qualcuno, disturbato, andò a chiedere spiegazione al rettore e la cosa finì lì.
Io mi sono rallegrato per il fatto che era possibile accostare il testo cogliendone il senso profondo.
Leggiamo il testo e io interverrò quando riterrò opportuno sottolineare o puntualizzare.
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel Credo, troviamo l’affermazione che Gesù «è salito al cielo, siede alla destra del Padre». La vita terrena di Gesù culmina con l’evento dell’Ascensione, quando cioè Egli passa da questo mondo al Padre ed è innalzato alla sua destra. Qual è il significato di questo avvenimento? Quali ne sono le conseguenze per la nostra vita? Che cosa significa contemplare Gesù seduto alla destra del Padre? Su questo, lasciamoci guidare dall’evangelista Luca.
Partiamo dal momento in cui Gesù decide di intraprendere il suo ultimo pellegrinaggio a Gerusalemme. San Luca annota: «Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme» (Lc 9,51). Mentre “ascende” alla Città santa, dove si compirà il suo “esodo” da questa vita, Gesù vede già la meta, il Cielo, ma sa bene che la via che lo riporta alla gloria del Padre passa attraverso la Croce, attraverso l’obbedienza al disegno divino di amore per l’umanità. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che «l’elevazione sulla croce significa e annuncia l’elevazione dell’ascensione al cielo» (n. 661). Anche noi dobbiamo avere chiaro, nella nostra vita cristiana, che l’entrare nella gloria di Dio esige la fedeltà quotidiana alla sua volontà, anche quando richiede sacrificio, richiede alle volte di cambiare i nostri programmi. L’Ascensione di Gesù avvenne concretamente sul Monte degli Ulivi, vicino al luogo dove si era ritirato in preghiera prima della passione per rimanere in profonda unione con il Padre: ancora una volta vediamo che la preghiera ci dona la grazia di vivere fedeli al progetto di Dio.
Alla fine del suo Vangelo, san Luca narra l’evento dell’Ascensione in modo molto sintetico. Gesù condusse i discepoli «fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio» (24,50-53); così dice san Luca.”
Un primo contrasto lo notiamo tra il distacco di Gesù dai suoi discepoli e la loro gioia. Sembra un controsenso: in genere, il distacco genera sofferenza, qui invece genera gioia. Questo distacco è singolare, perché lascia intravedere un senso profondo e non è banale.
Gesù ha concluso la sua missione, accoglie il frutto che viene dal Padre e invia i discepoli, dai quali c’è il distacco, con un compito, una missione che nasce dalla morte e Resurrezione.
L’Ascensione è un punto nodale, un raccordo tra la nostra terra e il regno di Dio.
Pensiamo per un istante alla preghiera del Padre nostro quando si dice: “ Padre nostro che sei nei cieli…” . La distanza tra noi e il Padre del cielo non è un’altezza misurabile materialmente, ma è un’altezza divina che intercorre tra noi e Dio, è la salvezza. È l’essere presi da Dio e ricevere da Lui il premio come risposta alla nostra adesione.
Questa è l’Ascensione: guardare alla vita umana per passare alla vita piena.
“ Vorrei notare due elementi del racconto. Anzitutto, durante l’Ascensione Gesù compie il gesto sacerdotale della benedizione e sicuramente i discepoli esprimono la loro fede con la prostrazione, si inginocchiano chinando il capo. Questo è un primo punto importante: Gesù è l’unico ed eterno Sacerdote che con la sua passione ha attraversato la morte e il sepolcro ed è risorto e asceso al Cielo; è presso Dio Padre, dove intercede per sempre a nostro favore (cfr Eb 9,24). Come afferma san Giovanni nella sua Prima Lettera Egli è il nostro avvocato: che bello sentire questo! Quando uno è chiamato dal giudice o va in causa, la prima cosa che fa è cercare un avvocato perché lo difenda. Noi ne abbiamo uno, che ci difende sempre, ci difende dalle insidie del diavolo, ci difende da noi stessi, dai nostri peccati! Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo questo avvocato: non abbiamo paura di andare da Lui a chiedere perdono, a chiedere benedizione, a chiedere misericordia! Lui ci perdona sempre, è il nostro avvocato: ci difende sempre! Non dimenticate questo! L’Ascensione di Gesù al Cielo ci fa conoscere allora questa realtà così consolante per il nostro cammino: in Cristo, vero Dio e vero uomo, la nostra umanità è stata portata presso Dio; Lui ci ha aperto il passaggio; Lui è come un capo cordata quando si scala una montagna, che è giunto alla cima e ci attira a sé conducendoci a Dio. Se affidiamo a Lui la nostra vita, se ci lasciamo guidare da Lui siamo certi di essere in mani sicure, in mano del nostro salvatore, del nostro avvocato.
Un secondo elemento: san Luca riferisce che gli Apostoli, dopo aver visto Gesù salire al cielo, tornarono a Gerusalemme “con grande gioia”. Questo ci sembra un po’ strano. In genere quando siamo separati dai nostri familiari, dai nostri amici, per una partenza definitiva e soprattutto a causa della morte, c’è in noi una naturale tristezza, perché non vedremo più il loro volto, non ascolteremo più la loro voce, non potremo più godere del loro affetto, della loro presenza. Invece l’evangelista sottolinea la profonda gioia degli Apostoli. Ma come mai? Proprio perché, con lo sguardo della fede, essi comprendono che, sebbene sottratto ai loro occhi, Gesù resta per sempre con loro, non li abbandona e, nella gloria del Padre, li sostiene, li guida e intercede per loro.”
Nell’apparente contrasto, loro vanno e insieme vengono, sono chiamati. Salire è rinnovare la discesa dell’essere in mezzo a noi.
L’abbiamo visto anche l’ultima volta, parlando dell’interiorità, quanto Dio sia vicino a noi nonostante sembri lontano perché invisibile.
“San Luca narra il fatto dell’Ascensione anche all’inizio degli Atti degli Apostoli, per sottolineare che questo evento è come l’anello che aggancia e collega la vita terrena di Gesù a quella della Chiesa. Qui san Luca accenna anche alla nube che sottrae Gesù dalla vista dei discepoli, i quali rimangono a contemplare il Cristo che ascende verso Dio (cfr At 1,9-10). Intervengono allora due uomini in vesti bianche che li invitano a non restare immobili a guardare il cielo, ma a nutrire la loro vita e la loro testimonianza della certezza che Gesù tornerà nello stesso modo con cui lo hanno visto salire al cielo (cfr At 1,10-11). È proprio l’invito a partire dalla contemplazione della Signoria di Cristo, per avere da Lui la forza di portare e testimoniare il Vangelo nella vita di ogni giorno: contemplare e agire, ora et labora insegna san Benedetto, sono entrambi necessari nella nostra vita di cristiani.
Cari fratelli e sorelle, l’Ascensione non indica l’assenza di Gesù, ma ci dice che Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo; non è più in un preciso posto del mondo come lo era prima dell’Ascensione; ora è nella signoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi. Nella nostra vita non siamo mai soli: abbiamo questo avvocato che ci attende, che ci difende.”
Vorrei sottolineare come il salire al cielo significa entrare nella vita di Dio. Non è un’assenza, ma una presenza da cogliere nella fede, da vivere nella realtà e nella carità.
“ Non siamo mai soli: il Signore crocifisso e risorto ci guida; con noi ci sono tanti fratelli e sorelle che nel silenzio e nel nascondimento, nella loro vita di famiglia e di lavoro, nei loro problemi e difficoltà, nelle loro gioie e speranze, vivono quotidianamente la fede e portano, insieme a noi, al mondo la signoria dell’amore di Dio, in Cristo Gesù risorto, asceso al Cielo, avvocato per noi. Grazie.”
Dal Catechismo della Chiesa cattolica:
“ Cristo regna già attraverso la Chiesa...
668 « Per questo Cristo è morto e ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi » (Rm 14,9). L'ascensione di Cristo al cielo significa la sua partecipazione, nella sua umanità, alla potenza e all'autorità di Dio stesso. Gesù Cristo è Signore: egli detiene tutto il potere nei cieli e sulla terra. Egli è « al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione » perché il Padre «tutto ha sottomesso ai suoi piedi » (Ef 1,21-22). Cristo è il Signore del cosmo e della storia. In lui la storia dell'uomo come pure tutta la creazione trovano la loro « ricapitolazione», il loro compimento trascendente.
669 Come Signore, Cristo è anche il Capo della Chiesa che è il suo corpo. Elevato al cielo e glorificato, avendo così compiuto pienamente la sua missione, egli permane sulla terra, nella sua Chiesa. La redenzione è la sorgente dell'autorità che Cristo, in virtù dello Spirito Santo, esercita sulla Chiesa, la quale è « il regno di Cristo già presente in mistero ». La Chiesa « di questo regno costituisce in terra il germe e l'inizio ».”
Gesù entra nella gloria di Dio. Il canto fatto prima, “ Gesù Cristo è il Signore ” parla di Gesù che entra nel Regno che si sta compiendo in Lui.
Le parole Signoria, Regalità, Potere sono da intendere in senso evangelico, cioè nelle varie forme di male cogliamo la capacità dello Spirito di aprire la strada alle molteplici forme di bene, al positivo dell’uomo che è l’opposto del dominio e dello sfruttamento.
Affidiamo alla preghiera e al silenzio la riflessione sulla parola ascoltata.
R I F L E S S I O N E
L’Ascensione con il dono dello Spirito
e l’azione missionaria della Chiesa, ( At. 1,8 )
apre uno spazio infinito di vita
che riguarda Gesù e noi.
Per Gesù è la conferma che la sua vita è giusta
ed è il coronamento della sua obbedienza al Padre.
Per noi è la rivelazione e la conferma
che seguire Gesù porta a compimento la nostra umanità.
La vicenda della storia, le difficoltà familiari, sociali,
personali, vissute nella fede e nella sequela, meritano tutto il nostro impegno.
Il Regno di Dio che Gesù è venuto ad inaugurare
e per il quale si è speso, entra nel compimento. ( At. 1,3 )
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