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Perché guardo Junior Masterchef

Creato il 11 aprile 2014 da Lanterna
Da qualche mese, abbiamo messo in funzione la parabola del polacco, abbonandoci a Sky. È proprio un abbonamento base, ma ci consente di vedere un po' di cosette interessanti.
Alcune le conoscevo già dal digitale terrestre (ce l'avevamo nelle case di Levanto), di altre avevo sentito parlare in rete.
Cerco di essere equilibrata, anche se la tentazione sarebbe di buttarmi a pesce e scoprire tutto in una volta. E, soprattutto, cerco di non frequentare canali di cartoni animati: per quelli ci sono già i DVD, non ho proprio voglia di dire "no" a ripetizione per tutto il tempo in cui siamo a casa.
Così i bambini (Amelia in particolare) si sono appassionati ai programmi di cucina: Benedetta Parodi, Simone Rugiati... e Junior Masterchef.
Da un lato questa cosa mi diverte, anche perché Amelia non ha mai manifestato interesse per la cucina (solo per la pizza).
Dall'altro mi sono appassionata anch'io.
I programmi per adulti mi danno un po' di nuovi spunti, dopo un periodo di stanca (la nuova cucina è un po' isolata, mi manca molto il fatto di cucinare mentre gli altri fanno altro).
Junior Masterchef mi piace perché lo trovo molto in controtendenza rispetto ai soliti talent show di cucina.
Mi spiego: ovvio che Junior Masterchef è un talent show, ma usa un tipo di comunicazione e un tono quasi rétro. Non si dicono parolacce, non si insultano i concorrenti, non si ridicolizzano i piatti prodotti. Forse è meno divertente, ma decisamente più educato.
Non edulcorato, attenzione: i tre giudici dicono quello che devono dire senza peli sulla lingua, anche se si rivolgono a bambini dagli 8 ai 12 anni, e già questo basterebbe a farmi impazzire di gioia.
Semplicemente, lo dicono come sarebbe giusto dirlo in un ufficio o in un qualsiasi luogo di lavoro: in modo sincero ma pacato, suggerendo eventualmente miglioramenti, smorzando la tensione con qualche battuta.
Questa è la televisione che vorrei, in tutti i programmi.

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