“Smettere di fumare? Facilissimo. Io l’ho fatto già un centinaio di volte…” Mark Twain.
Nel precedente post abbiamo cercato di capire perché nessuna campagna criminalizzante riesce davvero ad indurre un fumatore ad intraprendere un percorso di disintossicazione. Abbiamo anche cercato di capire in che modo si instaura la dipendenza e quali sono le conseguenze di un minor apporto di nicotina.
Oggi parleremo dei principali metodi a disposizione di chi decide di smettere di fumare.
- Metodi farmacologici – Esistono farmaci che aiutano a controllare il desiderio di fumare. Il bupropione ad esempio, che è un antidepressivo, viene commercializzato anche come sostegno nella cessazione dell’abitudine al fumo di sigaretta. Si è visto infatti che in molti pazienti trattati per la depressione l’effetto collaterale era una riduzione del desiderio di assumere nicotina. Non si conosce ancora il meccanismo d’azione ma tale effetto secondario è innegabile. Un altro farmaco utilizzato da qualche anno nella lotta al fumo è la vareniclina che agisce a livello cerebrale in modo simile alla nicotina ed è in grado dunque di ridurne il desiderio. Molto utilizzata è anche la terapia sostitutiva della nicotina somministrata sotto forma di cerotti o gomme da masticare: l’intento è di eliminare tutte le sostanze nocive legate al fumo mantenendo per un certo periodo un livello minimo di nicotina in modo da evitare crisi di astinenza. Ultimamente abbiamo assistito al boom delle sigarette elettroniche: non è ancora chiaro se rappresentino un sistema terapeutico per smettere di fumare ma sicuramente il desiderio viene appagato grazie all’aspirazione di vapore acqueo miscelato ad aromi del tabacco e nicotina. Inoltre riducono l’inalazione delle centinaia di sostanze cancerogene presenti nelle sigarette tradizionali.
- Metodi psicologici – Un intervento psicologico può aiutare chi ha deciso di smettere di fumare? Ovviamente non posso che rispondervi di sì. Esistono vari orientamenti in psicoterapia ed in questo post voglio segnalarvi la terapia strategica breve. Qual è la logica sottostante? Che se mi permetto di fumare (badando alla qualità) allora potrò anche rinunciare (alla quantità). I fumatori più accaniti sanno bene che alcune sigarette in specifici momenti della giornata risultano “più gustose” delle altre. L’obiettivo è dunque fare in modo che il fumatore si concentri sulle sigarette più piacevoli, gustandole al massimo e limitando nel tempo la quantità.
- Metodi fisiologici – Tra i vari metodi fisiologici voglio citare l’agopuntura, pratica che fa parte della medicina tradizionale cinese. Quest’ultima valuta la malattia come una disarmonia all’interno dell’individuo e utilizza l’agopuntura (inserzione di alcuni aghi in specifici punti del corpo umano) per correggere tale squilibrio. Tra le diverse tipologie di agopuntura ricordiamo l’auricoloterapia cioè la stimolazione del padiglione auricolare che, secondo la medicina cinese, rappresenterebbe l’intero corpo umano. Nell’orecchio esterno vengono infatti identificati diversi punti che si riferiscono ai vari organi del corpo. L’auricoloterapia migliora il tono dell’umore, il sonno, il livello di stress, aumenta la consapevolezza di sé e abbassa il desiderio di sigarette.
- Metodo combinato – L’agopuntura da sola è sufficiente per smettere di fumare? Sicuramente può rappresentare un valido aiuto ma il risultato è potenziato se abbinato alla psicoterapia. Quest’ultima consente di lavorare sulla motivazione del fumatore, riduce il rischio di ricadute e dei conseguenti disagi fisici e psicologici correlati. Inoltre pone le basi per una disintossicazione veloce e duratura nel tempo oltre ad aumentare la fiducia che il soggetto ha nelle proprie capacità di raggiungere l’astinenza.
E adesso lascio a voi la parola: siete fumatori e volete smettere? Avete provato qualcuno di questi metodi? Avete smesso e volete condividere la vostra esperienza? Aspetto i vostri commenti ed i vostri racconti!
Fonte:
Skorjanec B. (2008), Come smettere di fumare, Ponte alle Grazie, Milano