Magazine Diario personale

Perchè in italia vincerà sempre l’evasione (fiscale)

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

L’altro giorno un po per scherzo un po perché ero curiosa di usare “per la prima volta” i fantastici poteri (di detrazione fiscale) della mia partita iva, ho avuto l’ardire – e non si può chiamare un altro modo – di chiedere al barista lo “scontrino parlante”.

tempesta-bicchiere-acqua

Ammetto la mia ignoranza: abituata con la farmacia che ti chiede la tesserino sanitario ed emette il famoso scontrino fiscale parlante, ero convinta che dovunque funzionasse nello stesso modo.
Avevo anche visto amici e conoscenti farsi compilare una “che-ne-so-ricevuta” al ristorante per poter poi fare la detrazione fiscale o presentare in conto spese.
Non mi risultava che l’onta di una richiesta del genere fosse punibile con la morte, è punita con la volontà di morire che ti viene SE fai una richiesta del genere.

Ma siamo in Italia e avrei dovuto sapere.
Saperlo prima. Immaginare.
Che non sarebbe stato tutto rose e fiori, come minimo, approfittare del “privilegio” da partita iva.

Comunque sia, bella come il sole nella mia ignoranza per uno scontrino di 6€, piadina e acqua – Il caffè me lo ha offerto il povero barista mandato dal cielo (perché vista la pazienza mostrata non si può che definire un altro modo l’angelico barista – che secondo me poi però si è pentito dell’offerta ma comunque-) ho chiesto “mi fa lo scontrino per la detrazione fiscale?”
E già li lui mi ha guardata strana. Poi mi fa: ” tu la fattura vuoi”.
Avrei dovuto notare il tono con cui me l’ha chiesto, o quello con cui mi ha risposto “e facciamo la fattura allora” quando io gli ho detto “se non è un problema si, vorrei detrarlo”.
Ma non ho notato niente, o almeno l’ho presa come il solito “prendere per il q” il malcapitato che ha avuto l’ardire di farsi libero professionista e aprire la partita iva, è presa come ero dalla felicità di poter fare per la prima volta valere i miei diritti.. Niente, non ho notato niente.

Frattanto il tizio spolliciava il display della cassa.

E poi, l’inferno: ha cominciato a chiedermi nome cognome indirizzo numero civico cap codice fiscale partita iva cazzi mazzi il nome del mio gatto quello di mia sorella nubile (che non esiste)….
Nel fragore del bar avrò dovuto ripetergli il tutto 25 volte, lui che spolliciava sempre più incazzoso sulla cassa, cancella e riscrivi, la fila che si allungava dietro di me.

A quel punto io volevo morire.
Un po perché odio quelli che fanno fila davanti a me, e odio cl quelli che stanno dietro e mugugnano (come faccio io). Un po perché ho capito perché il tipo, pur non rifiutandosi, deve avermi augurato di morire sedutastante.
Un po perché ho capito infine che io, questa cosa di farmi fare la fattura per distrarre “le consumazioni” non l’avrei fatta mai più neanche sotto tortura.

Ci sono voluti 7 minuti buoni se non di più, a completare il tutto. Il tutto per uno scontrino di 6€ da detrarre. Il prezzo della vergogna per aver fatto una richiesta del genere, aver messo in difficoltà il barista (che per l’amor di dio è il suo lavoro eh…) è stato tutto a carico mio (ho continuato a scusarmi con tutti: col barista con la gente in fila con le persone che erano con me e hanno dovuto aspettarmi – e hanno confessato un po imbarazzati: io ci ho rinunciato tempo fa a fare sta cosa…

Alla fine mi sono scusata di nuovo e, uscendo, ho capito di aver capito perché in questa Italia di burocrazia ingrata non sconfiggeremo mai il sommerso, il nero e l’evasione fiscale.
Cioè, non è che ci sia stata correlazione fra l’evasione o non evasione fiscale nel chiedere la fattura, è stato più un rendermi conto di cosa significa gestire un esercizio “nel rispetto delle vigenti norme”, fin nella più piccola – e apparentemente banale -procedura.

Il fisco non se ne fa niente del mio scontrino, e non gliene frega niente del fatto che la prossima volta non me la farò fare la fattura per detrarre. Il mondo andrà avanti così.
Io continuerò ad andare al bar ma non chiederò mai più la fattura, mi taglio una mano, prima. O mi prendo a calcinculo da sola piuttosto.

Il mondo andrà avanti così, ci sarà un barista felice in più (o almeno uno meno incazzato).
Ma io ci rimugino da allora, su questo fulgido esempio di “come vanno le cose in Italia“: se “per fare le cose in regola” uno ci deve mettere 3 volte tanto, e rimetterci anche di tasca sua, quando avrà la possibilità di “girarsi dall’altra parte” o far finta di niente o evadere bellamente… Quale strada sceglierà?

U.C.A.F

ps. se qualcuno fosse curioso sull’argomento “il meraviglioso mondo delle ricevute fiscali & affini”: leggete qui


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