Perché irridere il Papa su twitter?

Da Societa' Critica @societacritica

Aggiungendo @pontifex su twitter si puo’ seguire Benedetto XVI sul social network piu’ in voga del momento. Scorrendo i messaggi che molti dei suoi followers mandano al Pontefice si puo’ invece capire che qualcosa nel rapporto tra il sommo pastore ed il suo gregge non funziona fino in fondo. Almeno sulla rete, che un tempo serviva a Pietro per pescare i suoi discepoli e che oggi accomuna tutti nel segno di un click. Una serie infinita di insulti, battute, commenti sarcastici vengono infatti recapitati in diretta e con flusso continuo al Santo Padre(o meglio a chi per lui segue il suo account).

Tweet del tipo:

Caro @Pontifex spero che il tuo primo tweet contenga l’hastag #silviohairottoilcazzo . Preghiamo,

oppure

#faiunadomandaalpapa @pontifex ma è vero che il proprietario di youporn è stato arrestato solo perchè aveva più follower di te?

Ed anche

@pontifex, ma tu che hai contatti in alto, ‘sti maya c’hanno ragione o er panettone se lo magnamo tutti insieme?

Sono solamente alcuni esempi che esprimono il tenore dei messaggi che accompagnano la breve vita on line di Papa Ratzinger.
Fino a pochi decenni fa non c’era un rapporto stretto ed immediato tra la guida ed il proprio popolo, un tempo nemmeno il volto dei sovrani (ed il papa e’ uno dei pochi sovrani assoluti rimasti sulla terra) poteva essere guardato dalla gente comune. Era impossibile che un suddito potesse proferire parola direttamente al proprio re o al proprio signore. In Cina la residenza dell’imperatore era definita “proibita” in quanto era preclusa ad ogni banalissimo mortale. Ed Oggi? E’ bastato che il leader della piu’ diffusa religione monoteista si offrisse al giudizio altrui senza censura e senza filtri, per ricevere in cambio una processione sconfinata di critiche e battute irriverenti da far impallidire anche il piu’ feroce avversario della Chiesa.
Al netto della maleducazione di chi, a volte celandosi sotto l’anonimato di internet, vive il proprio momento di gloria trattando il Papa nel soffio di 140 battute come se fosse un vecchio amico con cui lasciarsi andare ad ogni tipo di opinione e sproloquio, l’approdo del Pontefice sulla rete non rappresenta soltano il piu’ grande “sputtanamento” di una personalita’ da molti venerata come santa che forse poteva essere evitato, e non evidenzia solamente le difficolta’ da parte delle gerachie vaticane di mettersi di sintonia con la contemporaneita’ di cui spesso si scambiano le insidie per potenzialita’ e viceversa. Significa anche qualcos’altro.
Lo sbarco in pompa magna del successore della Cattedra di Pietro su twitter ha dato la stura in maniera indelebile ai sentimenti anticlericali ed anti chiesa cattolica di cui e’ pervasa la nostra societa’ e di cui la Chiesa stessa forse non ha compreso ancora la profondita’ reale.
Temi come l’aborto, l’uso del preservativo, l’eutanasia, l’esonero fiscale dei beni immobili ecclesiastici, l’ingerenza delle gerarchie vaticane negli affari interni degli stati, hanno creato uno solco tra gli attuali reggenti della Chiesa cattolica e la maggior parte delle giovani generazioni , cresciute a pane e socialnetwork, e portatatrici di un laicismo estremo e quasi inconsapevole.Domani 12 dicembre Papa Benedetto lancera’ il suo primo cinguettio tradotto in sette lingue, a differenza di Papa Pio XI che negli anni ‘30 per primo parlo’ dalla radio in latino ed in maniera univoca, a questo messaggio si potra’ rispondere e controbbattere. E’ un passo avanti ed un segno dei tempi.Intanto pero’ la mole dei commenti “blasfemi ed eretici”, che si accumulano sotto l’icona di Ratzinger sul suo profilo twitter aumenta esponenzialmente, qualcuno prima o poi dovra’ chiedersi semplicemente: perche’?


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