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Perché l’ebook è così importante?

Da Marcofre

Perché l’ebook è così importante?

foto:flickr

La lettura, come la scrittura, ha bisogno di essere assimilata. Ho terminato di leggere “Elogio degli ebook” (e approfitto dell’occasione per ringraziare pubblicamente Mauro Sandrini: non ci conosciamo e me ne ha fatto dono), da poco, ma prima di scriverne desideravo allontanarmi dalle idee e suggestioni che mi ha provocato.

L’impressione che avevo ricevuto dopo aver sfogliato le prime pagine dal sito (il download permette di scaricare una trentina di pagine), si è confermata esatta.

Lo scopo di questo libro è spiegare il potenziale dell’ebook, la forza dirompente che può scatenare nel campo della cultura. Quello che leggiamo in giro a proposito di vendite, cifre e via discorrendo, sono sciocchezze. E’ il tentativo a parer mio, di “troncare, sopire”; non so quanto sia dovuto a superficialità, cattiva volontà, ignoranza, e nemmeno mi interessa saperlo.

Diciamo che fa piacere leggere giudizi e scenari che anche io frequentavo di tanto in tanto, evitando di parlarne troppo per non essere preso per matto, o illuso.
Ora so per certo che esiste almeno un altro matto, o illuso: ed è l’autore di questo ebook.

“Elogio degli ebook” è una dichiarazione d’amore nei confronti della forza della parola; che grazie al libro elettronico tornerà a essere generatrice di dialogo, confronto, conversazione. Ingabbiata da editori, ridotta a marketing spesso becero, stravolta, ha adesso l’occasione di riprendere a illustrare il mondo, per immaginarne uno migliore.

Non è solo un’analisi svelta e intelligente di quello che accade, e potrà accadere; dell’impatto che la parola “liberata” avrà sul locale. C’è soprattutto l’intuizione del ruolo di nuovo attivo che avrà il lettore, che tornerà a essere persona, non più numero, folla su cui lanciare libri. E anche di quanto lo scrittore dovrà combinare, per rendere le sue storie, popolari, ponti in grado di unire.

Ci sono poi 4 interviste, su cui spicca però quella a Giuseppina Brunori, proprietaria di una libreria in quel di Jesi, che si definisce “librante”: unione di “libraio” e “amante”. La passione che sfodera è tale che viene quasi voglia di andare a cercarla, per conoscerla.

Se si sceglierà di scrivere una nuova edizione, consiglierei di aggiungere un capitolo sulle licenze Creative Commons. L’ebook mette in discussione anche la questione dei diritti, ma senza portarla alle estreme conseguenze. Spiegare l’opportunità di queste licenze, sarà un altro utile argomento nel dibattito sul futuro del libro elettronico, liberandolo definitivamente da un laccio ottocentesco.

In conclusione: se si vuole capire qualcosa dell’ebook, l’opera di Mauro Sandrini è perfetta. L’entusiasmo di cui è portavoce, non impedisce all’autore la lucidità per immaginare scenari dove il libro tornerà a essere un bene; dopo essere stato ridotto a merce.


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