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Perché la Rete cambia le cose

Da Marcofre

Sottotitolo: e tu dovresti tenerne conto.

La Rete cambia le cose per una ragione tanto semplice che alla fine nemmeno ce ne rendiamo conto. Crea relazioni tra le persone. E questo non è un’ovvietà o una battuta; bensì una realtà.

Eppure l’atteggiamento di tante persone che pure hanno blog o account Twitter o Facebook, è di considerarla un ornamento. Un soprammobile che a un certo punto possiamo anche eliminare dalla nostra vita.

Certo, se mi trasferisco nell’atollo di Heremit Island posso dire addio al Web, e a un mucchio di altre comodità.

Ma finché si usa, sarebbe meglio tenere in considerazione alcuni punti.

  • Preparazione. Non significa soltanto che devi sapere di che cosa parli, ma soprattutto che devi essere pronto a modificare il tuo modo di affrontare gli altri. Come ogni realtà, non è possibile entrarci con la certezza di non dover smussare, imparare, ascoltare, conversare e accettare altri punti di vista. Questo significa preparazione: se sei un tipo rigido, che adora avere ragione perché… ha sempre ragione, probabilmente la Rete non fa per te. Devi essere preparato a cambiare.
  • Fiducia. Sia in sé, che nel mezzo ovviamente. Altrimenti, perché spendere tempo (o risorse), in qualcosa che: forse, chissà, boh, bah! Siccome non si tratta di mettere assieme dei numeri, ma delle persone (questo lo scopo della Rete), la fiducia è un ingrediente importante. In fondo, si fa una specie di investimento senza sapere bene che cosa davvero ci verrà restituito. Ma fare il primo passo senza avere fiducia, vuol dire iniziare male il cammino. Errori e cattive sorprese sono sempre dietro l’angolo, si capisce. E come si dice? Chi non fa niente, non sbaglia mai. Ma mi pare una strategia perdente.
  • Efficacia. In fondo questo punto deriva quasi direttamente dal primo, quello sulla preparazione. Perché il Web ti prepara al cambiamento, quasi ti impone di modificare il tuo modo di agire. Di certo, devi cambiare il modo di comunicare, e questo deve essere efficace. Centrare il bersaglio, o almeno avere un’idea del bersaglio. Eppure ancora adesso sulla Rete trovi contenuti che tutto sono, tranne che efficaci. Perché il loro autore parla a se stesso. Non ha capito che anche la scrittura è chiamata a essere meno retorica, barocca, per parlare alle persone.
    Parlare alle persone: sembra facile!
  • Identità. Ci sono molti che vanno a rimorchio di mode, trend e altre amenità del genere. Hanno successo? Può darsi, non lo escludo. Hanno un’identità? Tendo a escluderlo. Se l’avessero, non dovrebbero andare a rimorchio, né sentirebbero la necessità di farlo. Possedere un’identità non significa solo avere un nome e un cognome, e un ruolo riconosciuto.
    L’identità è quando ci si rende conto che avere delle relazioni con gli altri è fondamentale, ma soprattutto che occorre possedere una propria “strategia” capace di comunicare coerenza, affidabilità e valore. Altrimenti si è un’etichetta, e queste non hanno alcuna identità.

Alla fine si potrebbe affermare che si tratta di sciocchezze. Certo: ma liquidare come “sciocchezze” una realtà dove le persone producono contenuti, li condividono, provano a creare benessere, a rendere la vita degli altri migliore… Mi pare agghiacciante.


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