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Perchè le donne preferiscono gli stronzi? Scopriamolo insieme a Stefania Nascimbeni

Creato il 02 maggio 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Care lettrici, 
stavolta mi dedico solo a voi, dolci donzelle, e alla nostra mania di psicanalizzare i maschietti alla ricerca di una spiegazione razionale per il loro comportamento. E' stato scritto il libro che fa per voi! Una sorta di spiritosissimo vademecum in cui poter trovare idee, spunti di riflessione, scritto con leggerezza e maestria: 101 motivi per cui le donne preferiscono gli stronzi.
Questo volume appartiene alla serie dei 101 motivi che la Newton pubblica: dunque non è un romanzo. Ma vi assicuro che è una lettura godibile, per nulla pesante. Ammetto che sono rimasta sorpresa dal delizioso libro di Stefania Nascimbeni e dal modo fresco e divertente di trattare un tema che è vecchio come  il genere umano: le paturnie che le fanciulle di ogni età si fanno sugli uomini. E, aggiungo, ho compreso come spesso le donne riescano a sopravvivere a delusioni terribili: perché sanno ridere di sé stesse e hanno molte più risorse di tanti - sedicenti - uomini.
E su un particolare tipo maschile: lo stronzo
Perchè le donne preferiscono gli stronzi? Scopriamolo insieme a Stefania Nascimbeni
Trama:
C’è una cosa che dico sempre alle mie amiche: «Ragazze, non potete pretendere di incontrare il principe azzurro in discoteca! Piuttosto andate in libreria la domenica mattina, fidatevi di me, avrete molte più chance!». Ma non c’è verso. La maggior parte delle donne che conosco continua imperterrita a sbattere la testa contro muri di cemento armato: si incaponiscono, si incarogniscono, si impelagano con uomini sbagliati di vario genere. E sì, perché gli stronzi non sono tutti uguali: variano a seconda dell’età, della professione, della provenienza… Tutti però hanno un comune denominatore: sono belli e dannati e non riusciremo mai a redimerli. Ma perché le donne non riescono a stare alla larga dagli stronzi? Perché lo stronzo le attira tutte come una calamita? Le risposte sono in questo libro: 101 motivi per cui ci ostiniamo a credere nell’«amor che move il sole e l’altre stelle» e siamo disposte a tutto pur di conquistare l’ennesimo, inguaribile stronzo, sognando ancora una volta che sia finalmente l’uomo della nostra vita.

Tra i 101 motivi per cui le donne preferiscono gli stronzi:
Lo stronzo è un amabile adulatore
Lo stronzo vi tiene in pugno, ha sempre l’ultima parola
Lo stronzo ha un sorriso irresistibile
Lo stronzo è sexy e sa fare bene l’amore
Lo stronzo è schietto, del genere «Sono così, io te l’avevo detto...»
Lo stronzo non lascia, si fa lasciare!
Lo stronzo ti conquista con la voce
È magnetico, come una calamita
Conquistare lo stronzo è un’impresa che avvince
Le donne sono convinte di poter cambiare in meglio lo stronzo
RECENSIONEAlzi la mano che non ha mai conosciuto un esemplare del genere maschile che risponde a queste caratteristiche: sexy da far paura, aria vissuta, dotato di un savoir faire che può rivaleggiare tranquillamente con quello di Sean Connery dei tempi d'oro e appeal sessuale da urlo. Un uomo che ci guarda come se fossimo le uniche donne sulla faccia della terra e che ci fa sentire meglio di una scorpacciata extra di cioccolata. Ci fa sentire belle e apprezzate per ciò che siamo. E che, nel momento in cui ci punta, prende il gioco in mano, con buona pace delle pretese di parità. E non ci importa che l'amica/cugina/sorella ci avverta di starne alla larga. E' lui, è l'uomo perfetto. Mr. S, come lo definisce la Nascimbeni. E' l'uomo che è cresciuto con l'idea di essere il più perfetto esemplare della mascolinità e dunque, può disporre a piacimento di ciò che frotte di ansiose femmine sono desiderosi di offrigli.
E noi ci caschiamo a piedi uniti. In attesa di un sms che non arriva mai perché lui è troppo impegnato (e con chiii???), fremendo davanti al telefono (come cantava Zucchero, donne al telefono che non suona mai), o andando alla ricerca di un abito adatto per il fatidico primo appuntamento (e biancheria coordinata per un eventuale dopo cena).
Il volume della Nascimbeni è frizzantissimo, scritto con uno stile che è ironico, tagliente a volte, ma mai volgare. Sebbene il titolo sia "ad effetto", il leit motiv di questo libro è l'ironia con cui una donna parla ad altre donne: con un sorriso, una frecciata garbata, considerazioni argute e largamente condivisibili.
Personalmente, ho trovati divertente il catalogo di scuse con cui l'uomo S. si smarca da una relazione diventata ingombrante (sia essa roba di una sola notte che un rapporto semestrale). Signore, gli uomini sono davvero creativi. E sono capacissimi di darci a bere qualunque fandonia per coprire le proprie malefatte che si sostanziano in una condotta dove latitano coraggio e dignità. Perché, alla fine, tutto questo ben di Dio è davvero sprecato: lo stronzo è e rimane un maschio debole con la sensibilità di un paracarro e un ego smisurato,che ha continuamente bisogno di conferme. Conferme che le donne forniamo su in piatto d'argento nel momento in cui lui prende congedo dalla relazione, lasciandoci con il cuore infranto e l'autostima sotto le scarpe: sì, è bello, sexy, magari altruista (ti lascio perché non ti merito) o tormentato (non so cosa fare di noi, tu sei così pulita...) o ancora sincero fino al masochismo (sì, sono un traditore, ma ti avevo avvertito sin dall'inizio di non innamorarti di me).
Il libro è articolato in centouno paragrafi in cui si analizzano i comportamenti delle donne che cedono all'uomo S., quelli dell'archetipo in esame e poi... sorpresa delle sorprese, anche quelli del bravo ragazzo. Perché sì, mie care signore e signorine. Il bravo ragazzo esiste, e non è una finzione. Sa ascoltare, è una persona affidabile (e ci sa fare a letto, diciamolo pure). Sta a noi riuscire a riconoscerlo, dopo aver riportato un bel po' di scottature per esposizione prolungata a maschi poco meritevoli. Ma se riusciamo a lasciarci andare... forse possiamo trovare un uomo di cui innamorarci sul serio, che non ci farà soffrire e che ha voglia di costruire qualcosa di bello con noi.
L'Autrice ha redatto questo gustosissimo volume attraverso la sua esperienza di blogger, raccogliendo confidenze di amiche e di donne conosciute sul web o tramite Facebook. Il risultato è un libro divertente, che si legge con piacere e che ci aiuta a riflettere su quelle piccole grandi insidie in cui tutte le donne cascano, almeno una volta nella vita. Non è una colpa, beninteso: a nessuna donna piace soffrire per un uomo. E', più che altro, una constatazione. A volte teniamo così poco a noi stesse da cercare in un uomo la forza di andare avanti. Beh, non è così. Perché, giusto per citare una celebre casa di prodotti di bellezza, noi valiamo. E nessun uomo può permettersi di farsi gioco dei sentimenti altrui, fosse anche il più bel maschietto del mondo. Ricordiamolo, la prossima volta che ci troveremo a fissare un telefono in attesa di un messaggio da parte sua...
Noi di Diario abbiamo intervistato Stefania Nascimbeni, che è davvero una persona deliziosa e arguta. Il suo modo di scrivere riflette appieno la sua personalità. Con la speranza di poter leggere presto qualcosa di suo, vi lasciamo con la sue parole.
INTERVISTA A STEFANIA NASCIMBENIPerchè le donne preferiscono gli stronzi? Scopriamolo insieme a Stefania Nascimbeni1. Cara Stefania benvenuta sul nostro blog letterario Diario di Pensieri Persi. Ti va di presentarti in questo nostro universo tutto al femminile (siamo ben dieci blogger)?
Oddio, nella risposta libera mi areno sempre un po’. Vediamo…
Ciao, sono Stefania Nascimbeni, ho trent’anni, sono giornalista e ufficio stampa da dieci. E sono disordinata cronica, ma faccio di tutto per tenere le mie cose in uno stato semi-decente. Idealista al cento percento, buona (pure troppo!), molto autoironica, che non guasta mai. Non so sciare! Me la cavo bene al pianoforte, piuttosto, e corro a livello agonistico. Amo l’arte impressionista, leggo di tutto. Davvero, da Novella2000 a Platone (che però preferisco). Mi conoscete come l’autrice di “101 Motivi per cui le donne preferiscono gli stronzi”, Newton Compton Editori, e questo basta di per sé per trovarmi a mio agio con voi tutte, dieci fantastiche donne!

2. Sei una blogger anche tu, owner di ben 3 blog. Quale prediligi tra i tre?

Diciamo che il mio cavallo di battaglia è quello che porta il mio nome, il primogenito, nonché una sorta di diario cuore in mano. Ma sono molto affezionata anche agli altri due, quello di Gaia perché nasce traendo spunto dalla protagonista del mio primo romanzo (non ancora uscito) per la quale avevo fatto una grande operazione di guerrilla marketing tre anni fa. Cosa che mi ha portata su stampa, radio, tivù e mi ha permesso di trovare un bravo agente, il quale oggi mi ha dato la possibilità di esordire con Newton Compton. Che è un editore importante! E poi c’è anche il blog della Dssa Calvi, la psicanalista transgender di Gaia… che adoro. Adoro il personaggio, dico, ma anche il blog. Blog che mi hanno chiesto di aprire, in effetti, i signori di Condé Nast, e che ha un notevole gruppo di “ascolto”. Nel senso che i lettori ascoltano sempre i consigli della dottoressa…

3. Come organizzi la tua vita creativa? Separi la blogger dalla scrittrice o vivi la tua creatività in maniera complessiva?

Attualmente mi scindo come l’atomo fra la parte di mamma e quella di scrittrice. In termini spiccioli: la mattina dalle nove alle una le nonne si occupano della piccola peste, così io seguo la casa, vado per commissioni, scrivo (dunque la mattina!) e organizzo eventuali interviste, presentazioni o mi dedico ad altri lavori di consulenza, come ti dicevo infatti io nasco addetto stampa. E poi vado in palestra tre volte a settimana, mi trucco, mi pettino, cerco di non fare fisicamente schifo insomma. Dopodiché, dalle due del pomeriggio fino all’ora della nanna seguo il mio bambino in prima linea, che è tutto tranne che tranquillo naturalmente. Da esaurire, credetemi! Ma comunque sopravvivo benissimo. Solo, mi piacerebbe accomunare almeno le due parti di blogger e scrittrice… però, ahimè, non si può fare. Primo per una questione di metrica, lo spazio virtuale di internet è decisamente più limitato della carta stampata, e poi di stile. Il romanzo è il romanzo, il post è un’altra cosa. Entrambi affascinanti nelle loro differenze.

4. Che tipo di processo creativo segui? Mangi, ascolti musica, fumi a manetta, bevi caffè o cerchi di concentrarti e basta?

Be’ quando scrivo… scrivo! Per ovvie ragioni: ho bisogno delle mani. Ma quando rileggo, in effetti, va benissimo il più classico caffè macchiato con seguito di sigaretta. Oppure, d’estate bibita ghiacciata e d’inverno tè rovente, che mi accompagnano ormai affezionati.
5. Il tuo volume è fresco, divertente e frizzantissimo. Come è nata l'idea di scrivere su ciò che connota l'uomo in maniera così negativa?
Grazie! L’ispirazione è la solita scenetta di donne (incazzate, si può dire?) al classico happy hour, genere Sex & the City. Cosa che, infatti, ho ripreso nella prima presentazione ufficiale del libro. Lo scorso 16 aprile l’ho portato a un evento patinato del Fuori Salone, dove naturalmente si è poi bevuto e mangiato allegramente, come fanno sempre, parlando di uomini, Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha. Eravamo ospiti del negozio di arredamento “Carré Milano”, e siamo perfino state vestite dalla stilista “Anna Rita N”. Dico “eravamo” e “siamo” perché non ero sola. Mi ha presentata la strabiliante Micol Beltramini (già autrice di “di 101 Cose da fare a Milano almeno una volta nella vita” e del suo ultimo romanzo “Vieniminelcuore”), con l’aiuto di un’altra famosa blogger, Violablanca, che fa anche recensioni di libri per bol.it (portale di Mondadori) e Panorama. E alla fine Violablanca ha fatto una dimostrazione live di come si cucina il tajin (piatto marocchino)! E’ stato molto bello e divertente. C’erano più di cento/centoventi persone… tutte soddisfatte e curiose. Ho avuto naturalmente il sostegno di uno studio di comunicazione creativa: “Sobjective, la prima Associazione di Comunicazione Responsabile”, che ringrazio. Aggiungo un “p.s.”: non è che ne parli in modo negativo, degli uomini, ricalco solo uno stereotipo che purtroppo esiste in svariate forme. Ecco perché ci sono almeno 80 tipologie di Mr S nel mio libro. Ma alla fine premio sicuramente Mr B, il bravo ragazzo.

6. Nel tuo volume esamini a fondo la sindrome della crocerossina che anima molte donne. Pensi sia una sorta di condizionamento culturale che vuole la donna "al servizio" dell' uomo o la paura della solitudine che anima molte donne?

Entrambe le cose direi. Da un lato spesso ci si “accontenta” di quel che passa il convento. Specialmente quanto più si va in là con l’età. A un certo punto sono tutti sposati, separati, o con figli. E se arrivano scapoli ai 50anni c’è da farsi veramente delle domande… Ma, comunque, sì. Tutto deriva da un retaggio culturale. La donna è ancora schiava del politically correct, perché un po’ come Alice in Wonderland di Carrol siamo state “pensate” per essere le dee del focolare, sempre carine, disponibili, docili. Calza a pennello la “sindrome della crocerossina”, cliché che rivede una donna che si occupa di un uomo (in vari modi) e poi innamorarsene perdutamente. Masochismo e sindrome da crocerossina però sono diversi… Il primo è un disturbo della personalità, la seconda è un rischio al quale si può andare incontro e basta. Cioè, basta solo che la donna diventi finalmente consapevole di essere donna con la “D” maiuscola, a mio avviso. Ci stiamo arrivando però, piano piano.

7. E' più stronzo l'uomo o la donna?

L’uomo. La donna. Entrambi. E nessuno dei due. Dipende dalle circostanze e dal proprio bagaglio personale, del passato. Una stessa persona più evolversi in un modo o nell’altro a seconda delle esperienze che ha vissuto, e che l’hanno formata. Io sono stata sia Mrs S che Mrs B e ho conosciuto dei Mr B che magari, dopo, hanno fatto i “cattivelli” con quella che mi è seguita… Capisci cosa intendo?

8. Spesso si dice che la donna è più vendicativa di un uomo (Medea docet)? Cosa ne pensi? C'è davvero roba da "scriverci un libro"?

Diciamo che l’uomo dimentica. La donna no. Però è anche vero che un uomo ferito, sentimentalmente, ci impiega molto più tempo a venirne fuori. Le donne, vuoi per definizione biologica, alla fine trovano sempre dell’altro per andare avanti.
9. Perché, a tuo avviso, molte donne hanno la sindrome dell'abito bianco? (rectius, appena vedono un uomo decidono di portarlo all'altare/ sindaco/vivere assieme/ salvo pentirsene due settimane dopo?)
Perché è il sogno di bambina! Ci fanno una testa così, a casa, in tivù, al cinema, perfino nella letteratura… che quasi se non ti sposi ti devi sentire in colpa. Quante scemate!

10. Quanto peso ho avuto il web e in specifico Facebook nel trovare testimonianze ed esperienze per stilare questo volume?

Enorme! Io credo moltissimo nel web. E forse sono stata una delle prime a crederci. Per Gaia Altieri Rotondi (ricordi, la protagonista del mio romanzo), presi la sua identità con una foto disegnata e la misi su FB facendola passare per donna vera, tanto che molti amici le fecero perfino la corte. Amici miei, di mio marito addirittura, e anche giornalisti, politici, personalità dello spettacolo. Questo creò il caso mediatico: il personaggio di un romanzo in cerca di editore ottenne più di 3000 amici in meno di due mesi! Se non è crederci questo…
Perchè le donne preferiscono gli stronzi? Scopriamolo insieme a Stefania Nascimbeni
11. Altri progetti per il futuro? Parlerai delle donne, stavolta?
Certo. Anche perché non potrei farne a meno, essendo io una donna in primis. Diciamo che nei miei progetti c’è una specie di evoluzione del mio “101”, però mi focalizzerò più sulla relazione stavolta. Non posso dirti molto più di così per ora. Scusa, ma appena uscirà sarai la prima a saperlo, promesso.
12. Grazie per aver accettato il nostro invito. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Be’, forse ti direi che la mia forza (artistica) sta nel ricalcare quei famosi stereotipi con ironia tagliente e un sottotesto di fondo in grado di portare a riflessione. Nei miei scritti di solito parto da degli spaccati di realtà, spesso generazionali, per raccontare un mondo in divenire, e anche un po’ in crisi se vogliamo. Questo sia nei saggi di costume, come nel precedente “101”, che nei miei romanzi, dove amo abbinare grottesco e reale insieme. Ti va di chiamarla “sociologia rosa”? Grazie mille a voi per l’attenzione che mi avete riservato nel vostro spazio. A presto!
L'AUTRICE:
Stefania Nascimbeni studia e lavora nella comunicazione. È stata ufficio stampa e giornalista nei settori moda, arte e lifestyle, sia per aziende che come libera professionista. Nel 2007 comincia a scrivere alcuni racconti e soprattutto il suo primo romanzo. Attualmente scrive su due blog di successo: http://ilovegaia.style.it/ e http://dottoressacalvi.menstyle.it/ (che prendono le voci di Gaia e della dottoressa Calvi, due suoi personaggi), oltre al suo blog personale http://www.stefanianascimbeni.blogspot.com/.

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