Nella mostra sul capolavoro di Canova e i suoi restauri, organizzata al Museo e Gipsoteca canoviano di Possagno fino al 5 Maggio 2014, si scopre una storia appassionante e molto internazionale che provo a raccontarvi.Delle Tre Grazie Antonio Canova fece con le proprie mani il modello di gesso, dal quale nacquero diverse copie, tanto fu la bellezza e la richiesta dell'opera. Ai suoi allievi lasciava la lavorazione del marmo e lui dava solo il tocco finale, perchè la sua bottega doveva far fronte a un grande successo e a molte commissioni. La prima copia era destinata a prendere la via della Francia perchè commissionata da Giuseppina de Beauharnais, prima moglie di Napoleone. La seconda prese la via dell'Inghilterra, perchè il duca di Bedford quando vide le Grazie in lavorazione nella bottega del Canova, ne volle una copia per se.E così dal gesso trasse una seconda scultura per il Duca, identica alla prima, ma molto più bella. Forse per la migliore qualità del marmo o chissà, lui amava di più le Grazie inglesi. A tal punto che ne fece un calco in gesso, solo per averlo e trarre da lì le incisioni che descrivevano il capolavoro.Dunque oggi abbiamo due copie in gesso molto importanti delle Grazie, la copia originale ed il calco della versione inglese, giunte entrambe nella casa natale di Canova a Possagno, per volere del fratello di Antonio, a dar vita insieme agli altri gessi della grande bottega, a quel luogo incredibile (che vi consiglio caldamente di visitare), che è la Gipsoteca Canova. Un vero tempio dell'arte che dai piedi delle montagne venete, dialoga con i più grandi musei del mondo.E così è stata possibile questa mostra che ci permette di ammirare il calco delle Grazie inglesi (la copia in marmo oggi è conservata al Museo di Edimburgo), finalmente integre, dopo il restauro avveniristico e tutto italiano che ha permesso di completare l'opera fortemente danneggiata dalle bombe delle Prima guerra mondiale, che piombarono sulla preziosa Gipsoteca, deturpando anche il gesso originale. Attraverso una scansione del gruppo in marmo del Museo di Edimburdo, è stato possibile fare un calco perfetto delle parti mancanti, reintegrando così il gesso danneggiato. Ovviamente le integrazioni si possono togliere in due minuti, rendendo reversibile il restauro.Figlie di Zeus, erano simbolo di splendore, gioia, prosperità. Rappresentano tutto quel che di bello e gioioso ci giunge dal mondo antico. E Canova le aveva già disegnate nel 1799, e aveva fatto già altri disegni e bozzetti in terracotta prima di ricevere, nel 1813, la commissione della Beauharnais. Così fece prestissimo: da giugno ad agosto il gesso era fatto. E oggi, a duecento anni da quell'impresa, Possagno a raccolto tutto ciò che la fantasia di Canova ha prodotto sulle Grazie. E a cent'anni dallo scoppio della Grande Guerra, ci ha restituito un capolavoro che pareva perduto per sempre.Per le info sulla mostra: www.museocanova.itMagazine Arte
Perchè le Tre Grazie sono un pò francesi e un pò inglesi
Creato il 17 dicembre 2013 da Artesplorando @artesplorando
Nella mostra sul capolavoro di Canova e i suoi restauri, organizzata al Museo e Gipsoteca canoviano di Possagno fino al 5 Maggio 2014, si scopre una storia appassionante e molto internazionale che provo a raccontarvi.Delle Tre Grazie Antonio Canova fece con le proprie mani il modello di gesso, dal quale nacquero diverse copie, tanto fu la bellezza e la richiesta dell'opera. Ai suoi allievi lasciava la lavorazione del marmo e lui dava solo il tocco finale, perchè la sua bottega doveva far fronte a un grande successo e a molte commissioni. La prima copia era destinata a prendere la via della Francia perchè commissionata da Giuseppina de Beauharnais, prima moglie di Napoleone. La seconda prese la via dell'Inghilterra, perchè il duca di Bedford quando vide le Grazie in lavorazione nella bottega del Canova, ne volle una copia per se.E così dal gesso trasse una seconda scultura per il Duca, identica alla prima, ma molto più bella. Forse per la migliore qualità del marmo o chissà, lui amava di più le Grazie inglesi. A tal punto che ne fece un calco in gesso, solo per averlo e trarre da lì le incisioni che descrivevano il capolavoro.Dunque oggi abbiamo due copie in gesso molto importanti delle Grazie, la copia originale ed il calco della versione inglese, giunte entrambe nella casa natale di Canova a Possagno, per volere del fratello di Antonio, a dar vita insieme agli altri gessi della grande bottega, a quel luogo incredibile (che vi consiglio caldamente di visitare), che è la Gipsoteca Canova. Un vero tempio dell'arte che dai piedi delle montagne venete, dialoga con i più grandi musei del mondo.E così è stata possibile questa mostra che ci permette di ammirare il calco delle Grazie inglesi (la copia in marmo oggi è conservata al Museo di Edimburgo), finalmente integre, dopo il restauro avveniristico e tutto italiano che ha permesso di completare l'opera fortemente danneggiata dalle bombe delle Prima guerra mondiale, che piombarono sulla preziosa Gipsoteca, deturpando anche il gesso originale. Attraverso una scansione del gruppo in marmo del Museo di Edimburdo, è stato possibile fare un calco perfetto delle parti mancanti, reintegrando così il gesso danneggiato. Ovviamente le integrazioni si possono togliere in due minuti, rendendo reversibile il restauro.Figlie di Zeus, erano simbolo di splendore, gioia, prosperità. Rappresentano tutto quel che di bello e gioioso ci giunge dal mondo antico. E Canova le aveva già disegnate nel 1799, e aveva fatto già altri disegni e bozzetti in terracotta prima di ricevere, nel 1813, la commissione della Beauharnais. Così fece prestissimo: da giugno ad agosto il gesso era fatto. E oggi, a duecento anni da quell'impresa, Possagno a raccolto tutto ciò che la fantasia di Canova ha prodotto sulle Grazie. E a cent'anni dallo scoppio della Grande Guerra, ci ha restituito un capolavoro che pareva perduto per sempre.Per le info sulla mostra: www.museocanova.itPossono interessarti anche questi articoli :
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