"gelato che si spatascia"
"Continuavo a vivere aspettando il momento remoto in cui dalle galassie sarebbero arrivati i commenti ai nuovi episodi carichi per me d'imbarazzo e disagio e io avrei potuto controbattere lanciando loro i miei messaggi di risposta, che già studiavo, graduati secondo i casi. Intanto le galassie con le quali ero più compromesso stavano già rotolando attraverso le soglie dei miliardi d'anni-luce, a velocità tali che, per raggiungerle, i miei messaggi avrebbero dovuto arrancare attraverso lo spazio aggrappandosi alla loro accelerazione di fuga; ecco che a una a una sarebbero scomparse dall'ultimo orizzonte dei dieci miliardi d'anni-luce oltre al quale nessun oggetto visibile può più essere veduto, e si sarebbero portate con sé un giudizio ormai irrevocabile.E pensando a questo loro giudizio che non avrei più potuto cambiare mi venne a un tratto come un senso di sollievo, come se una pacificazione potesse venirmi soltanto dal momento in cui a quell'arbitraria registrazione di malintesi non ci fosse stato più nulla da aggiungere né da togliere, e le galassie che via via si riducevano all'ultima coda del raggio luminoso svoltato fuori dalla sfera del buio mi pareva portassero con loro l'unica verità possibile su me stesso, e non vedevo l'ora che una a una tutte seguissero questa via"
Italo Calvino, Le Cosmicomiche, Gli anni-luce