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Perché LO-FI?

Da Marcoscataglini
La fotografia Lo-Fi (letteralmente “a bassa fedeltà”) non è, come qualcuno potrebbe pensare, una fotografia di bassa qualità, semplicemente poco nitida, male inquadrata e priva di contenuti significativi. Al contrario: nella fotografia Lo-Fi l'attenzione è posta tutta nella qualità del contenuto, piuttosto che nei mezzi tecnici; inoltre, proprio l'utilizzo di fotocamere e altri materiali fotografici economici e “scadenti” richiede al fotografo una notevole perizia, visto che non ci sono automatismi o supporti tecnici ad aiutarlo. Perché LO-FI? D'altra parte la fotografia Lo-Fi nasce proprio come reazione a un eccesso di tecnicismo, che semplifica tutto, mettendo alla “portata di chiunque” la realizzazione di foto perfette (tecnicamente parlando) ma spesso tutte uguali, o dai contenuti banali, se non scopiazzati in giro.
Con il ricorso a fotocamere giocattolo (Toy Cameras), a fotocamere economiche d'epoca (come le Box Cameras degli anni '30), a obiettivi impropri (autocostruiti con una “simple lens”, o sfruttando gli obiettivi delle fotocamere di sorveglianza, le cosiddette CCTV, e così via), a fotocamere stenopeiche (che al posto dell'obiettivo utilizzano un microscopico forellino) o a tecniche digitali come l'Infrarosso, le esposizioni multiple, la postproduzione creativa, cerco di creare un corpus di immagini che richiami da un lato le foto pittorialiste dell'epoca eroica della fotografia (a cavallo tra XIX e XX secolo), e dall'altra, grazie alla scarsa qualità intrinseca (definizione buona solo al centro, con bordi poco nitidi, vignettatura, soft focus, ecc.), concentrino l'attenzione sul soggetto ripreso, piuttosto che sulle linee per millimetro, la nitidezza straordinaria o la perfezione scintillante dei colori. Perché LO-FI? In tal senso, anche la scelta di scattare prevalentemente in bianco e nero (analogico e digitale), in genere debolmente virato in toni caldi o duotone, o con colori pastello, attenuati e tutt'altro che squillanti, è funzionale al mio modo di vedere il mondo, e dunque la fotografia.
Io amo le immagini senza tempo, romantiche, pittoriche, evanescenti, d'atmosfera, emotive, suggestive, intime; rifuggo da paesaggi e situazioni troppo “spettacolari”, che portano alla realizzazione di fotografie (così diffuse oggi su Internet) la cui forza risiede tutta nella rappresentazione (più o meno standardizzata) di location mozzafiato. Realizzare una bella foto, e soprattutto una foto significativa, avendo a disposizione un paesaggio, un luogo, un monumento “normali” e sfruttando fotocamere (anche in questo caso analogiche e digitali) tutt'altro che “high-end”, o addirittura di qualità decisamente scadente, è una sfida che a me piace molto raccogliere!
Successivamente, anche per la stampa, ricorro a tecniche che possano sottolineare le mie scelte stilistiche. Accanto alle normali tecniche di stampa oramai standardizzate (c-prints e inkjet), ricorro anche alla Cianotipia, un'antica tecnica che, grazie alle possibilità di manipolazione, si adatta perfettamente alle mie esigenze. A volte, coloro manualmente, con l'acquarello, le cianotipie, anche in questo caso come si faceva oltre un secolo fa, prima dell'invenzione della fotografia a colori... Perché LO-FI? Esistono poi tecniche, a cui ricorro in diverse situazioni per specifici progetti, che uniscono l'aspetto di “creazione” dell'immagine a quello della stampa in senso lato: si tratta dell'Antotipia e della tecnica detta Lumenprinting
In entrambi i casi, si ottengono “stampe” che poi sono rielaborate in postproduzione per dare vita a immagini originali e diverse dal solito.
Accanto a questa attività “Lo-Fi”, realizzo (il più delle volte a supporto dei miei progetti Fine Art, o per scopi di divulgazione) fotografie con tecniche “speciali”, in grado di attrarre e interessare il grande pubblico: fotografie 3D (anaglifi), QTVR (Panoramiche Immersive) e Panoramiche Sferoidali (“Pianetini”).
Perché LO-FI?
Riguardo ai contenuti, io mi ritengo un fotografo specializzato in quell'ambito che definirei, in inglese, “Nature&Heritage”: paesaggi, fiori e piante, torrenti e cascate, in collegamento con elementi storici come necropoli etrusche, ruderi di castelli o di mulini, muri a secco e testimonianze varie dell'attività umana. Ovviamente non ogni foto che realizzo contiene questi elementi, ma l'insieme di immagini inerenti un progetto (dato che io lavoro quasi esclusivamente su progetti compiuti) rappresenta tale unione di natura e testimonianze umane del passato. In questo, faccio riferimento ai grandi viaggiatori del passato, a coloro che seguivano il Grand Tour in Italia, e che trovavano in questa commistione di paesaggi naturali e testimonianze architettoniche e archeologiche il simbolo stesso della bellezza del nostro paese, ciò che in qualche modo lo rendeva (e lo rende tutt'ora) unico! A me piace immaginarmi come un viaggiatore dell'epoca, o meglio, il mio sguardo si posa con gli stessi intenti sui soggetti da riprendere! Questo spiega anche la mia grande passione per tutto ciò che, soprattutto in ambito fotografico, è “vintage”, ha un sapore d'altri tempi. Il tutto senza nessuna inutile malinconia...

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