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Perché non dimagrisco? Parte 2

Creato il 30 aprile 2014 da Ariannarossoni

Dopo i primi tre “perché non dimagrisco?” di settimana scorsa (qui), ecco altre tre motivazioni. Tra altri sette giorni gli ultimi tre problemi del dimagrimento.
Importante: queste motivazioni non vogliono esaurire tutte le possibili cause di un non-dimagrimento, ma vanno ad individuare e a spiegare i punti critici più comuni. Nella maggior parte dei casi, comunque, il famigerato ‘blocco del metabolismo’ in realtà non esiste, ma è ad imputarsi ad una somma di diversi fattori, alcuni dei quali spiegherò in questa seria di articoli.

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4. Altra causa comunissima per la quale non si riesce a dimagrire: la non-necessità di perdere peso. 
Quante donne perfettamente normopeso vogliono perdere qualche chilo? E quante di loro vorrebbero raggiungere un peso che probabilmente non hanno avuto nemmeno a vent’anni?

Un corpo in equilibrio, sano, con la giusta percentuale di grasso, vede ogni nostro tentativo di dimagrimento come una costrizione a diventare meno forte ed efficiente: perché mai dovrebbe forzarsi a raggiungere un peso che determinerebbe uno sconvolgimento delle sue funzionalità?

A ben guardare, le donne normopeso non lamentano tanto un eccesso di grasso, quanto piuttosto una sua cattiva distribuzione nel corpo: chi la pancetta sporgente, chi i fianchi larghi, chi il sedere grosso… La cattiva notizia è che in questi casi una dieta potrebbe essere più controproducente che non utile. La buona notizia è che la soluzione c’è: non è il dimagrimento, ma una ricomposizione corporea da perseguire con allenamenti mirati e personalizzati con l’aiuto di un personal trainer competente ed esperto. 
A parità di peso, il muscolo occupa un volume inferiore rispetto al grasso. Quando si è normopeso e insoddisfatti della propria forma fisica non si deve dimagrire, ma si deve tonificare e armonizzare la propria struttura fisica.

A questo proposito vorrei fare una nota a tutte le donne che si lamentano di avere le gambe grosse. La donna, per sua natura, ha una predisposizione ad accumulare grasso sottocutaneo soprattutto a livello di cosce e natiche: la sua percentuale di grasso è più alta nella parte inferiore del corpo rispetto alla parte superiore.

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Guardate ad esempio la ragazza in fotografia: direste mai che sia grassa? Non credo proprio… Però è innegabile che, percentualmente, ha più grasso sulle gambe che non sulle braccia. Sapete perché questo accade? Il grasso sottocutaneo negli arti inferiori è quello della fertilità, cioè quello a cui un embrione neoformato e -in seguito- un bimbo che cresce nella placenta andranno ad attingere come loro fonte energetica principale. Banalmente, se andiamo a ripensare alle statuette preistoriche votive per la fecondità, ci ricorderemo che avevano tutte il sedere sporgente e le cosce grosse: già nella notte dei tempi si conosceva istintivamente questa correlazione, questo segnale di fertilità che proviene dal corpo della donna. 
Se si è sovrappeso, la diminuzione ponderale sarà generica su tutto il corpo: parte alta e parte bassa. Se si è normopeso, invece, il corpo di una donna è programmato per perdere preferibilmente il grasso ‘inutile’, ossia quello che in caso di gravidanza non farebbe la differenza nello stato di salute del bimbo: questo significa che una donna normopeso che dimagrisce perde grasso soprattutto su braccia, seno, fianchi, mentre le gambe e il sedere faranno più fatica ad assottigliarsi. Un dimagrimento forzato di questo tipo non farebbe altro che accentuare la sproporzione fisica, creando una maggiore insoddisfazione: ne vale la pena? 
In questo caso, come dicevo prima, è molto più utile lavorare attraverso lo sport, tonificando la parte inferiore e rafforzando la parte superiore, cosicché a parità di peso il colpo d’occhio sia esteticamente più soddisfacente.

5. “Mangio poco o niente e non dimagrisco”: siamo davvero sicuri che sia sempre così? Spesso non ci si rende conto di quanto effettivamente si mangia: si possono fare errori sia nella quantità sia nella frequenza. 
Per capire se le proprie porzioni non sono esattamente da dieta il primo passo è sicuramente quello di provare a pesare quello che si mangia: sono contraria alla dipendenza da bilancia pesa-alimenti tanto quanto quella pesa-persona, ma ogni tanto è utile provare a vedere se si è perso l’occhio nel misurare le giuste quantità dei propri pasti. Provate a fare la vostra porzione a occhio, e pesarla solo in seguito: corrisponde a quanto è prescritto nella vostra dieta o state abbondando un po’? Tenete fatto questo esperimento per qualche giorno, fino a quando non vedrete che la quantità che vi mettete nel piatto corrisponde a quella che dovrebbe essere da dieta. Chiaramente piccole oscillazioni sono accettate e non compromettono la dieta, ma se vi accorgete che quotidianamente state mangiando 20-30 g in più di primo piatto, un pezzetto in più di pane, che la porzione di secondo è più di quanto dovrebbe e abbondate troppo nell’olio per condire… Ecco, molto probabilmente avete individuato il vostro errore, soprattutto se non state facendo adeguata attività fisica – come abbiamo visto nello scorso articolo.

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Ad essere completamente onesti, non sono gli sbagli nelle porzioni che incidono nel frenare la perdita di peso, quanto invece gli sgarri frequenti. 
Notate bene: sto parlando di sgarri *frequenti*. Se si segue bene la dieta, e una volta a settimana ci si concede una cena libera o un dolcetto non si andrà a scombinare il programma di dimagrimento; anzi: nelle mie diete introduco di prassi almeno un pasto libero a settimana, perché l’eccessivo rigore non sarebbe salutare né al corpo né alla mente. 
Quello su cui dovremmo essere veramente onesti sono i piccoli sgarri che si ripetono tutti i giorni, magari più volte al giorno: quel paio di biscottini quando tornate a casa dal lavoro, le forchettate di pasta avanzata dal figlio più piccolo, il pezzetto di formaggio mentre state cucinando… Magari ai pasti rispettate rigorosamente la dieta, ma come vi comportate fuori pasto o quando siete fuori casa? 
Se siete consapevoli dei vostri errori, ma li tacete per non sentirvi troppo in colpa, vi consiglio di essere più sinceri con voi stessi: se vi nascondete dietro giustificazioni e bugie non riuscirete mai a intraprendere con serietà il dimagrimento. 
Se invece davvero non capite dove sbagliate, provate a tenere per un paio di settimane un diario alimentare nel quale segnare tutto quello che mangiate durante il giorno, e fatevi aiutare da un dietista ad individuare i vostri errori. Per esperienza vi assicuro che spesso non è così facile individuare qual è la somma di errori che porta pian piano a un rallentamento del dimagrimento: l’aiuto di un professionista vi sarà prezioso per correggervi e riprendere con nuovo slancio il vostro percorso!

6. In termini meramente nutrizionali, lo sbaglio più comune che alla lunga rallenta notevolmente la perdita di peso è un apporto proteico troppo scarso. 
Al contrario di grassi e carboidrati, per le proteine c’è un fabbisogno giornaliero al di sotto del quale non è possibile scendere, pena il malfunzionamento dell’organismo: noi siamo fatti di proteine in ogni nostra cellula, e tali proteine vanno incontro ogni giorno ad un turnover, ovvero ad un continuo processo di demolizione-ripristino. Quando le proteine alimentari sono carenti in modo costante (quindi, non quando capitano giorni nel quali si mangiano meno proteine, ma quando tale diminuito apporto è molto frequente e costante nel tempo) il nostro corpo lavora peggio; sul dimagrimento questo si ripercuote con un rallentamento del metabolismo.

Quando si intraprende un percorso di dimagrimento si devono diminuire le calorie totali, ma non si deve diminuire l’apporto proteico al di sotto del fabbisogno quotidiano. Anzi, sono sempre di più le evidenze che confermano che durante il dimagrimento l’introito proteico debba essere leggermente aumentato a scapito dei carboidrati.

Purtroppo spesso si crede che per dimagrire ci sia da limitare tutto ciò che si mangia o ci si focalizza sulla conta calorica: si preferisce rinunciare alle 200 calorie del pesce al forno per potersi concedere 60 g di gelato in vaschetta, puntando su una soddisfazione gustativa più che sull’adeguatezza nutrizionale degli alimenti. Sbagli simili, protratti giorno per giorno, non fanno che andare ad assottigliare il contributo proteico.
Quando c’è uno stallo del dimagrimento il più delle volte è sufficiente far seguire per 3-4 settimane una dieta maggiormente proteica, non ipocalorica e con una discreta quantità di grassi; tale dieta è in primo luogo da armonizzare ad un giusto contributo di frutta e verdura, per poi essere equilibrata anche da giorni di “ricarica” dei carboidrati. Insomma, non è consigliabile il fai-da-te, che potrebbe essere estremamente deleterio. 

Il consiglio di prestare attenzione agli alimenti proteici introdotti quotidianamente non significa affatto intraprendere diete iperproteiche o mangiare carne tutti i giorni: le proteine sono contenute anche in uova, pesce, legumi e nei latticini (da limitare nelle diete per altri motivi); le ritroviamo in piccole quantità anche in alcuni tipi di frutta secca (come i pinoli) e in certi cereali in chicchi (come il grano saraceno o la segale). 
Inserire due volte al giorno un alimento particolarmente ricco di proteine e una-due volte un alimento nel quale le ritroviamo in quantità minore aiuta a non perdere di vista l’apporto di questo prezioso nutriente indispensabile per il nostro organismo.

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Nota a margine. E’ anche vero il contrario. Ossia: il metabolismo può rallentare e il dimagrimento frenare anche a causa di diete proteiche perseguite per lunghissimo tempo, che non abbiano previsto giorni o periodi con una quantità di carboidrati nettamente superiore. Dunque non stupitevi se la vostra bilancia non si schioda se sono mesi che state mangiando ad ogni pasto solo secondi piatti concedendovi poco o niente di carboidrati (pane, pasta, cereali, legumi, quel dolcetto una tantum, ma anche frutta essiccata come uvetta o fichi, frutta fresca, miele)…
Equilibrio: nessun eccesso, né da un lato, né dall’altro, ecco ancora una volta il “segreto” che spesso ignoriamo, cercando le motivazioni più complesse per i nostri crucci estetici.


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