Questo post avrebbe potuto intitolarsi: perchè non esiste la "tecnica wire". Ma giusto per chiarezza vi vorrei spiegare perchè io non la chiamo così, nonostante in Italia lo facciano quasi tutti, riviste, blog e così via.
Wire è una parola inglese, che significa filo. Filo che può essere di qualunque materiale, ma nel nostro caso è filo metallico. Quindi, indipendentemente dalla forma in cui lo troviamo, quello che sarebbe fondamentale sapere è di quale materiale stiamo parlando, perchè il metallo non è tutto uguale, e ogni metallo ha le sue peculiari caratteristiche.
L'equivoco sta proprio qui, nella parola Wire. Come siamo arrivati dalla parola Filo alla Tecnica Filo? Gli inglesi, o meglio anglofoni, si sa, sono delle personcine estremamente precise. E' il motivo per il quale amo questa lingua: ogni cosa ha un proprio nome preciso, facile da comprendere e quasi sempre molto intuitivo. I nostri semplici e intuitivi amici anglofoni hanno codificato per le masse di neofiti una serie di tecniche probabilmente risalenti all'alba dei tempi, che sono le tecniche meno complesse per la creazione dei gioielli, quelle che potrete trovare esemplificate nei musei, nei reperti più antichi. Queste tecniche prevedono l'uso quasi prevalente del filo metallico, cioè del metallo (un metallo che può essere argento, oro, rame, ferro e così via) in forma di filo. Che è la forma più semplicemente manipolabile in cui troviamo il metallo, e che può dare vita ad oggetti finiti senza l'utilizzo di tecniche più avanzate di costruzione del gioiello vera e propria al banco (che può prevedere saldatura, forgiatura, fusione ecc.). E siccome sono appunto delle personcine precise, che usano chiamare le cose con nomi precisi, chiamano queste tecniche aggiungendo sempre la parola filo, appunto. Per cui troviamo in giro una serie di denominazioni inglesi come:
Wire Wrap(ping) (avvolgimento del filo)
Wire Work(ing) (lavorazione del filo)
Wire component (componente di minuteria fatto col filo metallico)
E ogni volta che fanno qualcosa utilizzando prevalentemente il filo metallico, questo qualcosa diventa un: copper wire earring, silver wire necklace, base metal wire component e così via. La regola, nelle denominazioni, è una estrema specificità: di solito oltre al tipo di materiale (copper, silver, base metal, brass ecc.) si trova la forma in cui il suddetto materiale si presenta (sheet, wire ecc.) ed infine il prodotto finito (component, earring, link, nacklace ecc.).
E ora arriviamo in Italia, dove amiamo "semplificare" senza far capire più nulla, e una cosa che arriva col suo nome completo e preciso da un'altra lingua noi la trasformiamo in qualcosa di "semplicemente" poco comprensibile, se non addirittura privo di senso. Perchè se traduciamo tecnica wire in italiano questa diventa la tecnica filo. Pensateci: entrare in un negozio e chiedere il filo per la tecnica filo. Non sono in grado di dire se sia nato prima l'uovo o la gallina, e cioè se la locuzione sia venuta dall'alto (riviste e simili) o dal basso (utenti, blog e così via). Mi sono fatta l'idea (ma è solo una mia personale opinione) che le nostrane riviste e i nostrani distributori di materiale, dovendo creare un mercato per i loro prodotti sull'onda della moda proveniente dall'estero, si siano chiesti come fare a semplificare tutte queste frasi lunghe (e precisine) senza dover ogni volta specificare di cosa si stava parlando, e soprattutto senza tradurre il concetto in italiano, ed eccola, la parola ricorrente in ognuna di queste locuzioni, la magica parola wire. Ma in ogni caso siamo arrivati alla ormai famosa tecnica wire. Con equivoci di ogni tipo, perchè dato che essa non è appunto una tecnica, ma sotto questa denominazione sono assimilate ormai le più disparate tecniche di gioielleria e lavorazione dei metalli (dalla forgiatura alla creazione di componenti, per dire), c'è la più totale confusione.
La cosa più divertente che mi sia capitata di vedere nelle mie ricerche (e che secondo me la dice lunga su molte cose...) è stata una playlist su Youtube in cui una persona riuniva tanti video tutorial e che aveva intitolato "Wireless". Di passaggio in passaggio il wire-working è diventato tecnica "filo" senza filo...
Leggo di tutto in giro, e se certe cose le trovo assurde io che non sono un'esperta ma semplicemente una persona curiosa che ama essere informata in modo serio, non oso immaginare come possano considerarci i veri esperti della materia. Forse è questa generale superficialità che conduce a trattare questo campo (come gli altri "hobbies creativi") come qualcosa di poco serio, solo un hobby appunto, un passatempo, per cui da noi è difficile reperire materiali, attrezzi e nozioni ai non strettamente "addetti ai lavori". Forse è la nostra capacità di ridurre tutto ad una informe massa di nonsense a farci guardare con sufficienza e a volte decisamente dall'alto in basso da chi invece ha svolto un corso di studi specifico.
P.S. probabilmente nelle prossime settimane ci divertiremo insieme a dare un'occhiata più da vicino a qualche strafalcione e a dare qualche informazione più sensata... e credo che partirò dal fold forming perchè mi sento un po' in colpa... :)