Non è questione che io abbia la vena polemica, quello ormai si è capito, basta andarsi a leggere l’articolo sul viaggiare gratis in cambio di articoli per rendersene conto, ma, mi dispiace, a me le Fiji non son piaciute!
Ci sono stata qualche anno fa, ma ancora non riesco a togliermi di dosso quel ricordo e quella sensazione di inadeguatezza che mi ha colpito non appena ho messo fuori dall’aeroporto. Sarà che il periodo in cui ci sono stata non era dei migliori, sarà che le isole erano appena state vittima di un’alluvione, fatto sta, che tutto ciò che mi hanno lasciato dentro è stato un enorme senso di tristezza.
Non ho alloggiato in ostello, avevo trovato un’offerta su un sito di sconti per un resort a 4 stelle, ma se tornassi indietro non farei la stessa scelta, anzi. Mi sono fatta ammaliare anche io dalle foto da depliant di agenzia di viaggi, mi sono illusa anche io che le isole Fiji fossero il paradiso in cui avrei raccolto un cestino di ricordi meravigliosi che mi sarei portata dietro per tutta la vita, ma non è stato esattamente così.
LA POVERTA’ DIETRO AI RESORT
Non mi sono piaciute le Fiji e non tappatevi le orecchie mentre vi spiego il perchè, di fatto è ciò che tutto dovrebbero sapere.
Non posso lamentarmi della paesaggistica, l’acqua delle isole Fiji è di fatto trasparente, ci sono le palme, i colori sono stupendi, ma questa è solo la facciata di un luogo che nasconde tutt’altro.
Lungo la strada verso il resort il mio naso è rimasto incollato al finestrino dell’auto, intorno a me solo baracche, strade sterrate e desolate, la gente stendeva i panni tra un albero e l’altro e vivevano le loro vite sotto tetti d’amianto.La prima città utile dall’aeroporto in direzione del resort era Lautoka, dove mi sono fermata a mangiare un boccone. Ci lamentiamo del Mc Donald’s? Ecco, fate conto che sia il fast food migliore che abbiate visto, perchè quello dove sono stata io trasudava unto dagli stipiti della porta d’ingresso, vi direi il nome, ma non riesco a trovarlo in internet. Il posto me l’ha consigliato l’autista che mi stava portando al resort, descrivendolo come un posto dove andava spesso a mangiare.
UN SORRISO CHE NON TRAMONTA MAI
La gente qui è semplice, di povertà ce n’è tanta, eppure riescono ad essere felici comunque. Cantano, ballano, riescono a prendere il meglio dalla vita, cosa che noi occidentali non riusciamo più a fare, siamo sempre scontenti, sempre insoddisfatti, pur avendo tutto.
Non mi sono piaciute le Fiji ma i fijani moltissimo, anche se il loro ridere in continuazione per ogni cosa un po’ dà sui nervi a lungo andare, ma penso sia per il fatto che non siamo abituati ad avere a che fare con gente felice.
Guardiamoci un po’ intorno, non ci manca niente, eppure, non riusciamo a regalare un sorriso senza pretendere qualcosa in cambio. Un po’ triste, non trovate?
PERCHE’ ANDARE ALLE ISOLE FIJI
Nonostante non mi siano piaciute, vi consiglio comunque di andarci se ne avrete l’occasione, magari dividendo la vostra vacanza in due parti: la prima alloggiando in un resort, ma non rinchiudetevi, guardate questo paese dall’alto e in silenzio, rendetevi conto di quanto siete fortunati e vi auguro di provare quello che ho provato io e sto parlando della voglia di scappare.La seconda parte del viaggio fatela in mezzo alla gente comune, ascoltate le loro storie e le tradizioni, imparate come ancora le tribù dei vari villaggi abbiano delle regole per dare in sposa le proprie donne a qualcuno di esterno, mangiate con loro, fatevi insegnare qualche parola in fijano come “Vinaka Vakalevu”, che significa “Grazie mille”.
PER APPROFONDIRE: Isole Fiji: 10 cose da sapere prima di atterrare
Un’alternativa? Andate a visitare le vicine Samoa, dove il niente diventa tutto e scoprite come è nata la prima noce di cocco!