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PERCHÉ NON SI APPROVA IL BILANCIO CIRCUMVESUVIANA? - Non approvare rapidamente il Bilancio significa sancire l’inizio della fine

Creato il 20 settembre 2011 da Ciro_pastore
PERCHÉ NON SI APPROVA IL BILANCIO CIRCUMVESUVIANA?  -  Non approvare rapidamente il Bilancio significa sancire l’inizio della fineÈ di queste ore un’altra notizia davvero allarmante: il Bilancio Circumvesuviana non è stato ancora approvato. Circolano, come sempre in questi casi, notizie frammentarie, spesso contrastanti. In attesa delle indispensabili notizie ufficiali che diano una spiegazione formale a questa mancata approvazione, non ci resta che provare a dare una lettura “politica” del fenomeno. Ovviamente, bisogna accettare che le interpretazioni deduttive che conseguono alla mancata trasparenza delle decisioni, scontino un inevitabile gap di aleatorietà. Ma fin tanto che i motivi ufficiali non ci saranno comunicati, ogni libera interpretazione è giustificata, anzi, in qualche modo, autorizzata.
La nostra classe politica – nel suo complesso – pregiudizialmente non ama la trasparenza, pertanto, cerca di praticarla il meno possibile. Su questo dato, per così dire, culturale si innesta in questo specifico momento una tendenza a rimandare il più possibile ogni decisione, soprattutto quando decidere potrebbe avere dei costi di impopolarità. Così facendo, ovviamente, i problemi si accavallano e si moltiplicano, certamente non si risolvono. Ma una classe politica sempre sospesa fra la presa del potere o lavorare per conquistarlo, quando finalmente quel potere dovrebbe legittimamente esercitarlo, non sa che pesci prendere. Prevale, così, la tecnica del “po’ verimme”, sostenuta da un’incapacità decisionale così diffusa da diventare l’unica certezza assicurata dal complesso della casta dei politici.In queste ore, peraltro, a complicare uno scenario già ingarbugliato, assistiamo all’ennesima sceneggiata della rotazione delle poltrone. Con l’alibi dell’obbligato (?) allargamento della Giunta Regionale a due membri di sesso femminile, si prospetta il solito balletto di indiscrezioni sui nomi e sulla composizione partitica della rimpastanda giunta. Il PDL di rito consentiniano vorrebbe approfittare dell’occasione per regolare i conti anche con quella parte di UDC vicina ai De Mita, da sempre poco inclini ad accettare un pedissequo ruolo di subalternità. Per realizzare questa strategia i pidiellini sembrano intenzionati ad utilizzare le truppe dell’altra fazione di casiniani, guidati dal sempre più indipendentista Sommese che pare decisamente orientato a subire il fascino del partito egemone, da buon democristiano quale resta.
La partita del Trasporto Pubblico Locale in Campania è più difficile che altrove. Se nel resto delle regioni, infatti, si dovrà combattere con la riduzione dei trasferimenti statali (da 1,9 milioni a 450mila euro), in Campania si aggiungerà anche il pregresso peso dell’indebitamento accumulato in un decennio di scempi contabili. Se il solo Gruppo EAV ha accumulato circa 500 milioni di debiti, non è esagerato ipotizzare un debito complessivo di 1 miliardo (circa 2.000 miliardi di lire!) per l’intero comparto. Con queste premesse, chiedere le dimissioni dell’Assessore Vetrella sembra inutile, perfino fuorviante. L’Assessore in carica non ha altre colpe se non quella di aver evidenziato la montagna di debiti che per un decennio è stata nascosta, complici bilanci taroccati ed alchimie contabili. Ricorderete, per di più, che nemmeno due mesi fa si decise in Consiglio Regionale di apportare un po’ di ossigeno mediante una ricapitalizzazione delle aziende maggiormente dissestate. Voci di corridoio, oggi, sostengono che la mancata approvazione del Bilancio Circumvesuviana sia dovuta alla constatazione che quel travaso di danaro fresco non serva a nulla e, quindi, non vada inserita acqua in un secchio che ha il fondo pieno di buchi. Insomma, non buttiamo via risorse, peraltro già scarsissime, per tenere in vita un moribondo che ha bisogno solo dell’estrema unzione. Decisione questa che spalancherebbe uno scenario di morte anticipata per la nostra azienda, con l’inevitabile consegna dei libri contabili in tribunale e l’apertura delle procedure concorsuali. Diretta conseguenze potrebbe essere solo l’ipotesi ALITALIA/CAI, con la nascita di una newco che proseguirebbe mondata dal debito che verrebbe dirottato in una bad company, e chi si è visto si è visto (ipotesi di cui parlo da tempo, peraltro).
Ovviamente, siete tutti autorizzati a considerarmi un menagramo, ma credo che questa classe politica non abbia gli attributi per assumersi decisioni impopolari (e penalizzanti elettoralmente) e preferisca, quindi, attendere inattivamente che le scelte diventino obbligate. Lascia scorrere il tempo, per chi non sa e non vuole decidere, è l’unica opzione disponibile. Quando le cose saranno diventate così ingarbugliate da diventare irrisolvibili, i politici (complici i vertici sindacali regionali) alzeranno le mani dichiarandosi impotenti. Pilatescamente si saranno, così, salvati l’anima ma ci avranno irrimediabilmente condotti alla rovina, lasciandoci in balia di un futuro inesistente.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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