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Perché pubblicare non è più di moda (o quasi)?

Da Marcofre

Risposta secca: perché ci riescono tutti, persino io. Più o meno 11 libri elettronici sulla piattaforma Mac (o sono 12? Mah!), e soprattutto questo blog dove ogni lunedì esce un racconto breve.
Solo dieci anni fa arrivare a un contratto con una casa editrice era “la svolta”.
Adesso, potrei andare alla Coop. Tipograf di Savona (ci lavora mio cugino), e voilà. Per via della parentela, riuscirei a spuntare uno sconto niente male, ne sono certo.

Non m’interessa, di certo non ora. Se qualcosa diventa alla portata di tutti, il merito rischia di offuscarsi, sparire. Invece, credo sia più divertente confrontarsi, rischiare, e metterci la faccia.
Soprattutto, con la rivoluzione che sta investendo l’editoria tutta, è necessario imparare a immaginare percorsi alternativi.

Per esempio: intrecciare con i lettori una relazione, gettare ponti in grado di unire, e ragionare.
Il tempo dello scrittore che vive separato dalla società, ogni tanto lanciando sulla folla in attesa le sue opere già immortali, è terminato. Pubblicare subito, scovare a tutti i costi un editore non è più di moda, spiacente.

Prima di ogni altra cosa, devi accettare di usare il Web per incontrare persone; non per vendere loro il tuo libercolo.
Dietro le pagine (elettroniche), deve esserci qualcuno, e questo qualcuno ha nuovi doveri. Per esempio, ricorrere davvero ai social network, non ogni tanto. La Rete è qui per restarci, e se vuoi che qualcuno prenda sul serio i tuoi deliri, farai bene a usarla. Il che significa studiare, chiedere, sperimentare. Imparare.

Non dico che sia facile; ma nessuno ti obbliga a scribacchiare. E d’altra parte, nessuno sarà così pazzo da comprare un libro di un tipo che nemmeno possiede un blog “vivo”.

Altro aspetto da tenere in considerazione.
Se accettiamo che le case editrici siano brutte e cattive (così non è ovviamente), proviamo a cambiare le cose davvero. Spesso, a parte le lamentele, non scorgo altro.

Le alternative esistono eccome, e non costano nulla, a parte il tempo. Abbiamo il Web che permette di prendere a calci un sistema vecchio e sclerotizzato, che premia i libri di ricette, e lascia nel dimenticatoio ottimi autori. Però è più comodo lamentarsi di quello che non funziona; scrivere che l’editore X non mi risponde, mentre Y vuole solo dei soldi.
Superiamoli. Svuotiamoli del ruolo e del potere che esercitano. Le cose cambiano non entrando nella stanza dei bottoni, ma ignorandola, distribuendo fette di potere alle persone. E il più dirompente fattore di cambiamento, oggi, è l’individuo. Il lettore.

Entra in una libreria, e vede i soliti titoli. Va su un sito Web (IBS o Amazon.it), e anche in quel caso trova più o meno le stesse cose. Credi davvero che non percepisca il guasto che si è prodotto?
Vuole solo una voce un po’ differente, onesta, e per queste qualità ha sviluppato un fiuto eccezionale.

Io non ho alcuna ricetta in tasca; ho deciso però di verificare di persona quello che molti anni fa mi disse un’agenzia letteraria.
Di questo, parlerà in un altro post.


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