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Perché Samorì sta con Berlusconi? Risponde Roberto Goveani, capolista del MIR.

Creato il 14 febbraio 2013 da Vittorionigrelli @vittonigrelli

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Ieri sera, scorrendo la home di Facebook, mi sono imbattuto in un post di Roberto Goveani, l’uomo che corre come capolista del MIR (Moderati in Rivoluzione) nella lista del Senato.

Il post

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Mi sono bloccato a “discontinuità con la vecchia classe politica” e ho posto la domanda:

<<Se volete “rappresentare un discontinuità con la vecchia politica” perché siete in coalizione con il protagonista indiscusso degli ultimi 18 anni (ergo definibile come parte della “vecchia politica”)? Cosa intendete con discontinuità? E’ forse neolingua?>>

La domanda era forse un po’ irriverente, e mi aspettavo in cambio il silenzio, come spesso capita quando sfotto i candidati. Questa mattina però Roberto Goveani ha dedicato alcuni minuti per rispondere, e questo, sebbene io non condivida le motivazioni che ha addotto, l’ho apprezzato molto.

Ecco il motivo, secondo il capolista del MIR, per il quale la sua lista rappresenta una discontinuità con la vecchia politica pur essendo alleata con Berlusconi.

“L’apparentamento del MIR nell’ambito del centro destra nel quale ci identifichiamo ha un altro significato: utilizzare i resti dei voti, per evitare la dispersione e l’impossibilità di andare in Parlamento. Senza rappresentanti in Parlamento sarebbe altrimenti impossibile provare a cambiare la classe politica. Magari non ci riusciremo lo stesso visto che per i media non esistiamo e quindi facciamo fatica a far comprendere il nostro programma e la nostra proposta agli elettori. Però se ha avuto modo di dargli un’occhiata, avrà ovviamente constatato quanto questi programmi siano MOLTO diversi, non ci sono promesse, sogni ed illusioni da vendere. Noi guardiamo al futuro, berlusconi guarda al 1994. Credo che l’unico strumento per superare il berlusconismo nel centro destra sia quello di realizzare un movimento ESTERNO AL PDL, ma interno all’area, che possa raccoglierne i cocci quando questo inevitabilmente imploderà. La vostra scelta di non fare apparentamenti potrebbe altrettanto rivelarsi una mossa azzardata, perché se non riuscirete a esprimere dei parlamentari non vedo come potreste contribuire in maniera fattiva a quel rinnovo indispensabile della classe politica sulla quale credo abbiamo comune visione. Sono le regole del sistema elettorale che non vanno e che “impongono” alle forze minori delle scelte fatte più di testa che non di pancia. Con la consapevolezza che implicheranno peraltro la perdita di una parte di possibili elettori. Ma nel contempo vorremmo essere considerati come il voto diversamente utile in un’area dove tanti non vorrebbero più votare Pdl, ma nel contempo non vogliono vedere finire sprecato il loro voto”.

Non posso che essere in disaccordo sulla critica a Fare, il partito di Giannino che rischia tutto piuttosto che allearsi con la vecchia politica, una scelta coraggiosa che sul medio-lungo termine pagherà, ma capisco il ragionamento di chi spera di appropriarsi dei resti della carcassa ormai putrefatta del Pdl.

Non posso dire altro se non “ci si vede dopo le elezioni”, ma nel frattempo invito Roberto Goveani a rilasciare un intervista a TheTweeterNews.

Vittorio Nigrelli



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