
Come è possibile che diamo tanta importanza al calendario Maya creato centinaia e centinaia di anni fa? Si tratta soltanto di un’antica leggenda?
Per
Patrick Simon (professore di diritto e giornalista francese), i
Maya così come le piramidi o le religioni orientali sono sempre affascinato l’Occidente che, in qualche modo, ritrova il senso della meraviglia e del mistero.
Il calendario Maya fornirebbe in realtà la data dell’inizio della fine del mondo o dell’inizio di un cambiamento importante. Non si tratta quindi di una data precisa della fine dell’esistenza umana ma piuttosto l’inizio di un “nuovo periodo” dove la lettura degli astri (
allineamento dei pianeti, la comparsa delle Pleiadi e la scomparsa dall’orizzonte di Venere) è sinonimo di un cambiamento di stato per il mondo e il rinnovamento dell’umanità, nel quadro di un nuovo ciclo.
Le religioni monoteiste, a differenza della religione maya o delle religioni orientali, non fanno riferimento alla nozione di ciclo, interpretando il tempo in modo lineare.
Tuttavia, le date concordono con quelle dei Vangeli così come con quelle del libro dell’Apocalisse.
Sempre secondo il giornalista francese, questa coincidenza attrae l’Occidente che subisce inoltre il fascino dell’effetto millenario della leggenda della fine del mondo. E’ noto inoltre, afferma
Simon, che l’organizzazione del mondo in cui viviamo non soddisfa le aspettative, anzi, ci presenta una specie di muro dietro il quale intravediamo un
avvenire con qualche difficoltà.