Prosegue la nostra rubrica sulle domande curiose. Quella di oggi, la sapete?
Si dice che calpestare escrementi, non di proposito, porti fortuna. Ma perché?
Per chiunque lavori la terra, sia oggi che nel passato, gli escrementi degli animali rappresentano un materiale utile da utilizzare come concime naturale.
Basti pensare che nell’Egitto dell’antichità a feci e urine sia animali che vegetali venivano attribuite proprietà terapeutiche. Persino in Europa, nel XVIII secolo, la scienza medica inserì gli escrementi nell’elenco dei medicamenti di attestata efficacia (non chiedetemi per cosa la usassero però).
Ancora oggi, in India, le feci vengono essiccate ed utilizzate come elemento di costruzione o come combustibile, oltre che come fertilizzante per i campi. Allo stesso tempo però sono sempre state considerate disgustose essendo un rifiuto del corpo.
L’origine di questa credenza va dunque cercata in questa ambivalenza, studiata anche dalla dottrina psicanalitica: pestare escrementi (di qualunque animale) da una parte ci ricorda che dentro ognuno di noi ci sono delle impurità (rifiuti del corpo), dall’altra significa riconoscere questo elemento come bene augurante e fortunato (per le sue proprietà ad esempio di aiutare le piante nella crescita).
Appuntamento a domani, con una nuova domanda. Saprete la risposta?