Sono e siamo Chiesa ma quella che celebra l’eucaristia danzando gioiosamente dentro povere capanne di fango e di paglia o sotto grandi alberi di mango, più numerosa certamente di quella che frequenta le grandi cattedrali-museo.
E’ la nostra, quella Chiesa viva appunto, fatta di uomini e di donne, pur peccatori, che vivono con semplicità e senza ostentazione in questo mondo difficile, pagando di persona. Testimoni autentici della risurrezione di Gesù.
Di questa Chiesa, che amo, e di cui il Papa è guida nel nome di Cristo, sono orgoglioso, nonostante le critiche feroci che in una società laicista, come la nostra, sovente piovono impietose, da ogni parte, al primo inciampo, e con questa Chiesa prego perché chi sbaglia si converta, chi comanda lo faccia come colui che serve, chi ha peccato accolga il perdono e diventi capace di ricominciare, con umiltà. Fosse pure in Vaticano.
Perché quando un cristiano pecca o fa male, che sia io o uno disperso nella foresta o nei meandri dei palazzi del potere, tutti ne soffriamo e tanto, proprio come in una famiglia.
(p. Gigi Anataloni-IMC/ fonte MC- luglio 2012)