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Perché Travaglio e Grillo si e io no?

Creato il 09 aprile 2011 da Dagored
Perché Travaglio e Grillo si e io no?
La crisi globale non sembra risparmiare nessun settore delle attività dei poveri occidentali, nemmeno di quelle che non dovrebbero avere una finalità economica, come quella di coloro che tengono un blog su qualche servizio di hosting.
Appare però evidente che non sono pochi che, evidentemente influenzati dal successo di alcuni, come i famosi Huffington Post e Perez Hilton o, molto più probabilmente, dai fenomeni nostrani come quello dei blog di Beppe Grillo e Marco Travaglio (questo diventato in seguito la versione digitale del quotidiano il Fatto Quotidiano e esso stesso servizio di Hosting) hanno pensato di poter fare del blogging un vero e proprio lavoro col quale poter guadagnare abbastanza per vivere.
Naturalmente, per moltissimi di loro, l'argomento principale, se non l'unico, per poter attirare abbastanza lettori sul proprio sito, in modo da generare un reddito soddisfacente attraverso i link pubblicitari presenti sui loro blog, non poteva che essere l'anti berlusconismo, come del resto lo è per i blog che hanno emulato.
La dura realtà sembra però frustrare le speranze di molti epigoni di Grillo e Travaglio, perché pare che anche il mercato dell'anti berlusconismo non sembra essere abbastanza grande da assicurare una fetta di torta per tutti.
L'articolo di Enzo Di Frenna per il Fatto Quotidiano ci da un panorama degli scarsi risultati economici raggiunti da alcuni blogger nazionali, nonostante siano considerati titolari di blog di successo.
In particolare, tralasciando i blogger giornalisti professionisti e quelli che affiancano l'attività in rete ad un lavoro principale, appare abbastanza evidente che per coloro che hanno tentato di fare del blogging la loro principale fonte di reddito la meta è molto lontana dall'essere raggiunta.
La speranza di poter ricevere un guadagno di elevato ammontare della pubblicità si è rivelata un'illusione e quella di poter integrare i mancati introiti di quella con i contributi volontari dei propri lettori pure.
Due sono i blogger "puri" nominati nell'articolo di Di Frezza: uno è Claudio Messora, titolare del Blog ByoBlu, già incontrato in un'altra occasione, oltre che uno spazio sullo stesso server del Fatto Quotidiano, e "Wil" un giovane udinese titolare de blog "Non Leggerlo", che fino ad oggi non avevo mai letto, ubbidendo all'esortazione del suo proprietario.
Tutti possono giudicare la qualità dei contenuti dei due Blog. L'unica cosa che posso a questo punto aggiungere è se è mai possibile pensare di poter considerare un lavoro col quale guadagnarsi da vivere ripubblicare notizie diffuse dai siti dei quotidiani, agenzie e altre fonti giornalistiche, o peggio ancora propagandare certezze pseudo scientifiche.
Solo spero che ha nessuno venga in mente di proporre qualche forma di finanziamento pubblico per i blogger, magari finanziandolo con qualche nuova accisa sulla benzina o altra trovata del genere, perché sarebbe veramente il colmo, per un sistema socio economico nazionale ormai al collasso, che finanzia con enormi cifre attività inutili e non trova capitali per la realizzazione delle infrastrutture, l'innovazione e la produzione.

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