Il coordinatore provinciale del Pdl, Romano La Russa (fratello del più famoso Ignazio), ha dichiarato:
E’ assolutamente immorale utilizzare il nostro Signore per fare pubblicità – sostiene La Russa - E’ un’offesa per tutti cattolici, e non solo, far uso del crocifisso per scopi commerciali. Vorrei sapere cosa sarebbe successo se al posto dei simboli cattolici fosse stata realizzata una pubblicità con raffigurazioni legate all’Islam
Alcuni appunti sulla situazione.
- Ancora una volta dei credenti rivendicano il diritto a non sentirsi offesi; come già detto in passato, si tratta di un diritto differente dal diritto a non essere offesi e di una pretesa inaccettabile (che, tra l'altro, non sono certo disposti a concedere reciprocamente agli altri), tanto più se viene usata per impedire agli altri di esprimersi.
- Quando si tratta di difendere il crocifisso nelle aule, i credenti ci tengono a farci sapere che il crocifisso sta lì a rammentare il patrimonio culturale della Nazione; in casi come questo, invece, si inalberano in quanto cristiani, rendendo palese il fatto che si tratta di un simbolo religioso. Che decidano quale dei due significati ha quel simbolo una volta per tutte.
- L'altrimenti ignota associazione "culturale" afferma di rifarsi ai valori della cultura occidentale ed europea; qualcuno dovrebbe informarli che la libertà di espressione fa parte della cultura occidentale, anzi, la caratterizza, mentre il concetto di «blasfemia» è il retaggio di un oscuro passato.
- La Russa chiede cosa sarebbe successo nel caso il manifesto avesse usato simboli islamici; rispondo io: come minimo minacce di morte e violenza, nel caso peggiore morti e violenze reali. E' forse questo il modello che La Russa e i suoi amici hanno in mente?