Pere Martin Sech al vino rosso.

Da Marisa

Ingredienti: per 4 persone

    piccole pere invernali, ruggini, g 500
    vino rosso robusto
    zucchero semolato
    chiodi di garofano

    Il pero di Martin Sec è rustico e un tempo era coltivato per la sua robustezza. I primi documenti che attestano la sua presenza in Francia sono del XVI secolo: nel 1530 venne censita da C. Estienne. Dopo un lungo periodo di abbandono sta vivendo una riscoperta.

    È una pera che si trova lungo l'arco alpino, tra vallate e aree pedemontane.

    In Italia è diffusa soprattutto in Trentino e in Piemonte: nel saluzzese, nel monregalese e prevalentemente nel cuneese, nel Parco delle Alpi Marittime, soprattutto in Valle Vermenagna, nella Valle Gesso e nella Valle Stura.

Preparazione: 40’

  • Scegliete le pere, che dovrebbero essere della varietà denominata "martin sech" o, comunque, piccole, dure e di formato uguale.
  • Lavatele con cura ma non sbucciatele né privatele dei piccioli.
  • Sistematele, in piedi, in una pirofila o altro tegame da forno che le contenga giustamente.
  • Irroratele con tanto vino quanto basta a coprirle quasi completamente.
  • Spolverizzatele con 3 o 4 cucchiaiate di zucchero e mettete nel vino 3 chiodi di garofano.
  • Passate la teglia nel forno già scaldato a 180° e cuocete i frutti per circa un'ora.
  • Di tanto in tanto, aprite il forno e smuovete il recipiente o le pere stesse, in modo che il liquido, che durante la cottura tenderà ad addensarsi le rivesta completamente con un leggero strato sciropposo, insaporendole.
  • Trascorso il tempo indicato, togliete il contenitore dal forno eliminate i chiodi di garofano.e trasferite le pere su un piatto da portata.
  • Sgocciolatevi sopra il loro sciroppo, completandone la glassatura e lasciatele raffreddare prima di servirle.

Quanto nutre una porzione: 84 calorie

Vino consigliato: Brachetto d'Acqui.

Zona di produzione: interi territori dei comuni di Vesime, Cessole, Loazzolo, Bubbio, Monastero Bormida, Rocchetta Palafea, Montabone, Fontanile, Mombaruzzo, Maranzana, Quaranti, Castelboglione, Castel Rocchero, Sessame, Castelletto Molina, Calamandrana, Cassinascoin provincia di Asti, Acqui Terme, Terzo, Bistagno, Alice Bel Colle, Strevi, Ricaldone in provincia di Alessandria; parte dei territori dei comuni di Nizza Monferrato (Asti).
Sono da considerarsi idonei unicamente i vigneti collinari di giacitura ed orientamento adatti, i cui terreni marnosi siano di natura calcareo-argillosa.
Questi vino piemontese da dessert è molto apprezzato soprattutto nel Nord America. Il vino amato e preferito, come vuole la tradizione popolare, da una delle più famose maschere italiane: Gianduja da Gioan d'laduja, Giovanni del boccale, che da questo rosso rubino, frizzante di spuma fragrante, traeva ispirazione per la sua sana allegria. Il personaggio in questione era circondato da una fama di gran bevitore, ed il Brachetto era appunto il vino più adatto a riempire il suo inseparabile boccale ed a soddisfare il suo raffinato palato. L'origine del Brachetto è piuttosto controversa. L'ipotesi più fondata sembra comunque essere quella che lo indica originario delle colline astigiane e del Monferrato, sebbene Demaria e Leardi a loro volta, nella "Ampelografia della provincia di Alessandria" (1875), sostengono che il Brachetto piemontese, profumato e aromatico, sarebbe originario di Nizza Marittima.

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