Sperimentazione? Esercizio intellettuale? Sfida alle convenzioni?
Vanni Santoni non è nuovo alle provocazioni: da scrittore “impegnato” si è gettato nel fantasy, da spietato osservatore della realtà ha trasferito un’intera umanità nelle pagine di questo volume, che mi ha sorpreso per la sua incisiva brevità. Raccolta, volume, cronaca, aforismi, epigrafi… non saprei dargli un esatto inquadramento.
Ritratti. Una galleria di ritratti, caratterizzati con pochi, essenziali elementi, riempie le pagine di questo Personaggi Precari. Per capire esattamente lo spirito del libro, leggere l’introduzione di Raoul Bruni è fondamentale, in quanto si viene preparati ad affrontare la folla di gente che emergerà in modo caotico e travolgente dalle pagine della raccolta. Un’infinità di facce, di volti che paiono al lettore più o meno familiari, come quelli delle persone che quotidianamente si incrociano per strada, nella metro, nei centri commerciali: il popolo di Personaggi Precari è variegato e flessibile, “precario” appunto. Transita rapido dinanzi agli occhi, eppure resta lì.
Questi non sono come i pirandelliani personaggi in cerca d’autore, si prestano più a un autore in cerca di personaggi. Come infatti dice Bruni nella prefazione, ricordando quanto da lui stesso affermato nel 2004, i personaggi di Santoni, raccolti in anni di articoli e di post, “sono disposti ad apparire indifferentemente in commedie, racconti, cortometraggi e lungometraggi, giochi di ruolo, serial tv, atti teatrali tradizionali e sperimentali, cartoni animati, romanzi, fumetti, trasmissioni radio e telefilm” e “non opporranno alcuna obiezione di utilizzo pur di lavorare”.
Graffiante come solo i toscani sanno essere, con un linguaggio scarno ma non per questo meno potente, Santoni riesce a tratteggiare intere vite in poche parole (LORENZO: Una giacca a volte fa miracoli; oppure ROSSELLA: -Come ti senti? – Novecentesca.) e a trasmettere l’idea di una precarietà non solo lavorativa, ma esistenziale: questi personaggi vagano per il mondo, solitarie isole in mezzo a un mare di gente, ciascuno con la sua personale storia.
I Personaggi Precari sono quindi un campionario umano a cui attingere per trame e storie, o anche solo da guardare, proprio come una galleria di ritratti. Sono bozze di individui, e (in quanto tali) di storie, pronti ad essere “assunti” per raccontare qualcosa di più ampio, ma anche a restare lì, cristallizzati in una sintesi di quello che è il mondo contemporaneo, a volte grottesco, a volte triste, a volte paradossale, ma sempre e comunque fuggevole, superficiale, in una parola “precario”. E anche quando sono sintetizzati in una brevissima frase, spaccano la pagina con prepotenza, vivi e frementi, rapidi ad attraversare le nostre vite di lettori ma pronti a reclamare il loro spazio.
Per quanto “precario” possa essere.
Monica Serra
Vanni Santoni, Personaggi precari, Voland, 2013, pp. 157, 13,00€