Dopo tanta attesa PES 2015 è finalmente arrivato. Nella giornata di ieri, 13 novembre, infatti, il colosso della Konami è finalmente approdato in Europa, dopo essere uscito l’11 novembre in nord, centro e sud America.
Il gioco risulta completamente rinnovato, un salto in avanti per cercare di battere o quantomeno ridurre il gap con la concorrenza, ovvero FIFA 15. Per farlo, la Konami ha compiuto un ritorno al passato: gli appassionati del simulatore di calcio giapponese ricorderanno sicuramente PES 6, quando il gioco raggiunse l’apice di successo, per poi perdere anno dopo anno il suo appeal.
Gli sviluppatori di PES hanno lavorato tanto sui dettagli dei giocatori (come sempre d’altronde), dando ancora più realisticità ai giocatori più conosciuti sia dal punto di vista facciale che dal punto di vista del movimento. Infatti, non solo è possibile riconoscere certi giocatori dai volti impressionantemente reali, ma anche dai movimenti. Ad esempio, riconoscere dalla corsa Cristiano Ronaldo o Messi non sarà difficile. Ma non solo i giocatori più conosciuti sono realizzati nel minimo dettaglio, ma anche alcuni giocatori di fama meno mondiale dicono la loro. Impressionante, per esempio, il volto di Hachim Mastour, giovanissimo classe ’98 del Milan che, nonostante non abbia ancora debuttato ufficialmente con la prima squadra, si ritrova in PES 2015 sorprendentemente somigliante sia nel viso che nella capigliatura.
Altra nota positiva è il cambio radicale che PES ha dato al Campionato Master. Ritorna la creazione dell’allenatore, come in PES 2013, al quale si può dare il nome e crearne l’aspetto facciale. Ma la cosa che fa più contenti gli appassionati è la nuova modalità del calciomercato. Infatti, la Konami ha finalmente abbandonato l’osservatore, che fino a PES 2014 si occupava di parlare con la società che deteneva il cartellino del calciatore interessato per concordare una cifra che loro stessi decidevano (sempre se l’accordo andava in porto, visto che la riuscita dell’affare era espressa in percentuali), mentre adesso si può tranquillamente offrire la cifra che si vuole (insomma, se si hanno 100 milioni è possibile investirli per Gareth Bale, ad esempio), stabilendo anche una contropartita tecnica e il tipo di contratto da offrire al calciatore (con bonus per gol fatti, addirittura aggiungendo una clausola di vendita). Se l’affare può andare in porto o meno è dato dalle emoticon che, in base al colore, stabiliscono se ci sono possibilità di convincere la società o il calciatore. Un’emoticon di colore rossa o gialla, con espressione arrabbiata, ci fa capire che la società o il calciatore non sono disposti ad accettare le nostre condizioni e quindi ci spingerebbe ad aumentare l’offerta. Altrimenti, se risulta di colore verde e felice, è molto probabile che l’accordo vada in porto.
Un’altra modalità che PES 2015 ha deciso di migliorare è la modalità Modifica. Oltre alle solite modifiche dei giocatori, squadre, trasferimenti, convocazioni in nazionale e struttura del campionato, torna la modifica degli stadi (assente in PES 2014), ma in maniera ridotta rispetto a PES 2013, quando era possibile creare un nuovo stadio: questa modalità si limita a modificare il nome degli stadi fittizi. Molto interessante, invece, la possibilità di modificare il nome dell’allenatore (con tanto di foto, nazionalità e modulo preferito) di ogni squadra, che presenta il nome fittizio. Per il campionato italiano, tuttavia, non è possibile farlo, in quanto tutti i nomi degli allenatori sono reali. Quindi, vedremo la foto di Inzaghi con il modulo preferito nel Milan, Allegri nella Juventus e così via. Inoltre, è possibile scegliere 3 club rivali e 4 striscioni, visibili durante la partita. Ognuno, dunque, può sbizzarrirsi scrivendo ciò che vuole.
D’altra parte le note negative che PES 2015 presenta sono la presenza di molte squadre senza licenza (in Premier League solo il Manchester United ce l’ha), anche se per la prima volta troviamo le seconde divisioni spagnole, francesi (entrambi i campionati licenziati), inglesi e italiane (questi due campionati, invece, presentano nomi fittizi) e le supercoppe nazionali. Punto di forza, rispetto alla concorrenza, rimane la presenza di Champions League ed Europa League, Copa Libertadores e Copa Sudamericana (la Champions ed Europa League sudamericana) e l’AFC Champions League (la Champions asiatica).
Infine non convince la telecronaca. Lo scambio di telecronisti (Caressa da FIFA a PES e Pardo da PES a FIFA) non ha giovato alla casa giapponese e ha rafforzato EA Sports. Caressa (che fa coppia con il confermato Luca Marchegiani) risulta poco coinvolto nella partita: sono poche, infatti, le emozioni che il telecronista riesce a dare al giocatore. Se prima si poteva ammirare la vivacità di Pardo al momento del goal, al contrario avviene con Caressa, che risulta anche limitato nel commentare la partita. Insomma, gli sviluppatori di PES dovranno lavorare certamente di più su quest’aspetto, perché a volte la telecronaca, se fatta male, può essere un grosso punto a proprio sfavore.
Chi vince, dunque, quest’anno la battaglia dei simulatori di calcio? PES 2015 o FIFA 15? A voi l’ardua sentenza.