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Pesa di più 1 Kg di piombo o 1 Kg di cotone?

Da Robertopesce

Pesa di più 1 Kg di piombo o 1 Kg di cotone?Quando andavo alle elementari mi divertivo, insieme ai miei compagni, a fare questa domanda ai bambini dell’asilo i quali, nella maggior parte dei casi, rispondevano che: ovviamente era più pesante il chilo piombo! Ad onor del vero si pilotava un po’ quella risposta e cioè, mentre pronunciavamo la parola piombo, si mimava la fatica nel reggere un inesistente oggetto metallico; al contrario si faceva testare la morbida consistenza di un batuffolo di cotone nel secondo caso… ed il gioco era bello che riuscito!

Mai e poi mai mi sarei immaginato che quel banale quesito, che mi faceva sghignazzare oltre ogni ragionevole motivo, mi avrebbe permesso dopo molti anni di fare una riflessione ben più profonda e cioè quella di rendermi conto che, nell’adulta realtà quotidiana, molte volte si agisce come se di fronte a due condizioni oggettivamente identiche si voglia a tutti i costi trovare una differenza, tentando di affermare che “un chilo pesi più di mille grammi”. Attenzione, non mi riferisco alle diverse caratteristiche di un materiale rispetto ad un altro, ma solo all’unita di misura. Stop!

Pesa di più 1 Kg di piombo o 1 Kg di cotone?

Lorenza, Giorgia e Enrico durante l’IT Forum

Cosa c’entra tutto ciò con questo blog ed il trading, lo spiegherò qualche riga sotto.

Dal 23 al 25 maggio scorso tutti noi del team Smartmoney, con a capo l’infaticabile Roberto Pesce, abbiamo partecipato all’IT Forum di Rimini, presentando sia XeMarkets, broker per il forex da noi testato e consigliato, sia la nostra completa offerta formativa, per l’occasione con alcune promozioni a prezzi davvero incredibili, e proprio questi due ultimi aspetti: la formazione e l’opportunità di sfruttare un vantaggio economico, mi hanno fatto tornare alla mente la domanda del titolo.

In queste giornate abbiamo complessivamente parlato con circa tremila persone, che ho schematicamente suddiviso in tre macro tipologie:

1. Esperti, una consistente parte;

2. Impegnati molto nel guadagnare denaro, la maggioranza;

3. Impegnati moltissimo nel perdere denaro, la fetta più piccola… ma pur sempre “troppi”!

Escludendo il primo gruppo, con i quali sono stati affrontati temi molto tecnici, con gli altri due abbiamo anche illustrato la possibilità di trarre grandi vantaggi dal trading attraverso il miglioramento della propria competenza in tale ambito e, come sopra specificato, sfruttando l’occasione di prezzi ribassati per i partecipanti alla Fiera. Anche perché la considerazione tipica del gruppo 2 – quelli impegnati molto nel guadagnare – era: “si, faccio trading, ma le cose stanno andando così così”; ed infatti, proprio perché motivati nella crescita economica, una certa schiera di loro parteciperà al prossimo corso di INTELLIGENZA FINANZIARIA a Milano il 21 e 22 giugno 2013   (clicca qui per avere maggiori informazioni ed assicurarti il posto).

Quelli del gruppo 3 – impegnati moltissimo nel perdere denaro – oltre a riferire di avere orde di amici che continuavano costantemente a perdere soldi in Borsa, apparivano meno interessati a voler frequentare un percorso formativo, nonostante sarebbero stati quelli che ne avrebbero maggiormente beneficiato.

E pensare che per andare incontro alle più disparate esigenze di chi si vuol accostare all’avvincente mondo del trading, Roberto Pesce ha appositamente creato un nuovo corso di livello introduttivo dall’evocativo nome ABC TRADING, la cui prima edizione si terrà il prossimo 23 giugno a Milano, (trovi qui e il programma e la possibilità di iscriverti a condizioni super promozionali).

E adesso siamo finalmente arrivati al chilo di piombo e di cotone!

Stando a quanto emerso dagli appartenenti al gruppo 3,  il prezzo di un corso introduttivo al trading equivaleva (spanna più, spanna meno) alla perdita media giornaliera della loro operatività. Io mi chiedo quale persona  – a parte il bambino dell’asilo di cui sopra –  può pensare che sia più conveniente continuare a perdere soldi piuttosto che impiegare lo stesso denaro per ottenere in cambio una giornata formativa! E’ vero che sul mercato ci sono molti improvvisatori e saltimbanchi della vendita ed è quindi assolutamente corretto procedere con cautela, ma se quel giorno si scegliesse di andare a fare il corso anziché intestardirsi nella bulimica voglia di fare trading senza competenza, ecco che automaticamente il corso verrebbe già ripagato!

Questo risulta ovvio, a mente fredda, senza nessun venditore che ti propone il suo prodotto, e lo diventa ancora di più mentre si sta comodamente a casa propria a leggere un blog, ma in quei momenti la scelta diventa più delicata, probabilmente perché il cervello è maggiormente orientato a testare la fatica delle braccia che reggono il piombo: metaforicamente nell’azione di tirare fuori i soldi dal proprio portafoglio – piuttosto che focalizzarsi sui vantaggi di quello che realmente viene detto.

Dico questo in virtù di uno scambio di idee avuto in Fiera con un simpatico signore di mezz’età, appartenente al citato “gruppo tre”.

Pesa di più 1 Kg di piombo o 1 Kg di cotone?
Di fronte all’ipotesi di frequentare un corso mi ha guardato fisso negli occhi come uno scontro tra cowboy nella scena madre di “Mezzogiorno di fuoco” e con un messaggio non verbale mi fa capire che “non è uno sprovveduto e non ha bisogno di corsi!” La chiacchierata prosegue e mi dice: “..il trading è una passione passeggera… non più di un passatempo e comunque conosco un esperto di Borsa: il giornalaio vicino a casa, pensi legge sempre il Sole 24 ore… ne sa un casino ed è lui che mi da una mano!…”.  Lo guardo in silenzio per fare in modo che riascolti mentalmente quello che mi ha appena detto, ed ecco che non passano più di un paio di secondi che mi chiede sorridendo: “Scusi, quali sono i moduli per i corsi??

Ripeto, non voglio dare un giudizio sul comportamento delle persone, né affermare che per ottenere risultati col trading sia necessario operare full time sul mercato, né penso che un giornalaio, un imprenditore o un impiegato non possano operare con costante successo, dico solo che se si vogliono ottenere risultati nel tempo non ci si può limitare alla lettura di un quotidiano.

Bisogna innanzitutto creare le giuste condizioni di partenza, prime fra tutte sapere ed interiorizzare che il trading è un business e come tale basato su dati economici, ancorché influenzato da emozioni quali l’avidità e la paura; più saremo disciplinati nella valutazione oggettiva del “chilo” maggiori saranno le soddisfazioni, diversamente se volessimo far trading per sfida, brivido o peggio per “dominare i mercati” aumenteranno le possibilità di rimpinguare le tasche … degli altri!

Lascia pure un tuo commento al riguardo, magari come trader esperto che è passato attraverso i trabocchetti del “cotone” oppure come persona interessata alla materia ma che ha ancora qualche domanda da soddisfare prima di intraprendere questa interessante opportunità, sarà molto interessante poterlo condividere!

Enrico Vigo


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