Dal 3 al 7 luglio prossimi, la città di Pesaro ospiterà, a "Rocca Costanza,”
Popsophia - 2013”/ Il Festival del Contemporaneo, nella cui sezione
“Realtà”, proprio la sera del 7 luglio alle 22,30, interverrà il conte
Alessandro Marcucci Pinoli con una relazione dal titolo un po’ provocatorio
: “Good … buy Art”.
Ossia “Buono… compra Arte”
Presentare ai più la personalità di Alessandro Marcucci Pinoli non è affatto
impresa semplice (nonostante egli sia un uomo accogliente e affabile) in
quanto le sue scelte di vita, quelle del mondo lavorativo, quasi tutte
coronate, in finale, da successo, sono davvero tantissime e pure molto
differenti tra di loro.
Un anticipo nel tempo insomma, si potrebbe dire, di quella che oggi si
chiama, per moda dell’ultima ora, la “flessibilità” nel mondo del lavoro.
Si parte, all’inizio della “storia” dall’appartenenza ad una nobile famiglia
marchigiana, una nobiltà millenaria, genitori molto “speciali”, fino ad
arrivare alle moderne attività imprenditoriali nel settore alberghiero,
passando attraverso la pratica dell’avvocatura come il padre, l’insegnamento
di diritto amministrativo all’università di Urbino e le esperienze, in
carriera diplomatica, di console prima, a San Marino e di ambasciatore poi,
in alcuni Paesi dell’America Latina.
Ma qui quella che interessa per la circostanza festivaliera è l’ultima sfida
di Nani (così lo chiamano gli amici intimi), quella che lo vedrà dialogare,
in una serata estiva, con il pubblico.
E avrà accanto personalità della cultura europea e internazionale quali
l’antropologo francese Marc Augé (l’autore dei famosi “Non luoghi”) e il
nostro Gianni Vattimo, filosofo, professore emerito e divulgatore
riconosciuto del “pensiero debole”.
Ora, tornando a noi (o meglio a Nani Marcucci Pinoli) l’ultima sfida, in
ordine cronologico, è stata per il conte di Valfesina la creazione
dell’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro, la sua città, quella in cui è
nato nel luglio del 1943.
Una sfida che gli ha consentito di unire la sua grande passione per l’arte
[collezionista intelligente ma anche artista fantasioso (lui per modestia si
dice dilettante), realizzatore dei suoi noti “Manichini”, oggetti
misteriosi, capaci d’ispirare, nel loro plasticismo asettico, sentimenti e
sensazioni imprevedibili, a seconda del contesto in cui vengono collocati]
con l’attività imprenditoriale di successo di albergatore di ottima
“stoffa”.
Se ,come ha scritto Umberto Eco, l’opera d’arte è sempre una confessione, il
“suo” collezionare e il “fare arte” dicono tutto di Nani.
Quel “fare” poi , in particolare, ha radici lontane quando, da bambino,
circondato da begli oggetti, provava, accanto a sua madre pittrice, a
disegnarli.
E così il “nostro” uomo non potrebbe, per quanto animato da sano realismo
per quel che riguarda il mondo degli affari, mai e poi mai fare a meno
della Bellezza. E lo dice lui stesso con grande schiettezza.
La realizzazione dell’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro è l’approdo,
almeno fino ad oggi (domani chissà ????), di un desiderio del conte, che
era, e rimane attualmente quello di riuscire a portare gli ospiti del
proprio albergo all’arte. Per farne dei cultori appassionati. In particolare
avvicinare in qualche modo le persone, “distratte” dalle odierne sirene del
kitsh, all’arte contemporanea, quella che resta ancora un po’, ai nostri
giorni, la “cenerentola” o l’incompresa della situazione, perché aniconica
o, magari, parzialmente iconica (i “Manichini”, appunto).
Ecco, allora, che ci sono voluti ben quattro anni di lavoro e il
coinvolgimento di cento artisti per la realizzazione dell’albergo-museo.
Ma, batti che ti ribatti, alla fine è arrivato a essere. E non cesserà di
certo di arricchirsi di ulteriori opere d’arte ancora.
Nell’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro si respira, insomma, “arte”. E
avviene in un ambiente di continuo motivante.
Non ci sono alloggiate , infatti, solo produzioni di ottime firme o di
oggettistica d’arte in generale (letti-trumeau-specchiere etc..) ma
periodicamente è possibile seguire dibattiti di natura culturale a seguito
della presentazione di un nuovo libro o anche ascoltare della buona musica.
Oppure essere ospiti di un vernissage o mostra fotografica.
Il tutto significa, con la buona ospitalità alberghiera, denaro sonante che
arriva anche in città grazie a chi è attratto dall’evento e di cui la città
può godere, perché i turisti che scelgono l’Alexander Museum Palace Hotel di
Pesaro, non sono, di sicuro, i turisti del “mordi e fuggi”.
Concludendo il conte Marcucci Pinoli ha dimostrato e dimostra che si può
“fare”, si può fare quel “di più”, proprio come recita la canzonetta, quando
abbiamo idee chiare nella mente e, forse, nel cuore.
Farlo significa, infatti, amare e spendersi in proprio per il Paese. Specie
in un momento di contingenza.
Quando l’Italia è in grossissime difficoltà politiche ed economiche (come
tutti ben sappiamo), l’arte, gestita con lungimiranza, può anch’essa dare,
come sta accadendo a Pesaro, una mano. Non è impossibile.
Può e potrebbe costituire, in effetti, un valido traino per l’economia delle
nostre città .
Grandi e piccole. Interne e/o costiere. Note e meno note.
Non dimentichiamo che l' Italia è certo il bel Paese per le bellezze
naturali ma anche per quelle artistiche che, purtroppo, sono racchiuse nei
musei o se ne stanno, spesso, nell’incuria, a cielo aperto, nelle strade e
nelle piazze.
Ma se la gente non entra nei musei occorre assolutamente escogitare, da
parte degli amministratori locali, un qualche stratagemma per portare l’arte
alla gente. E l’arte porterà.. denaro.
Oppure la gente all’arte come ha fatto Nani Marcucci Pinoli, che ha
affiancato, con intelligente abilità, arte a imprenditoria. Ed è riuscito
nel suo intento.
Marianna Micheluzzi
I "Manichini" di Nani Marcucci Pinoli