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Pesci deformati nel Mar Tirreno

Creato il 23 aprile 2014 da Makinsud

Una scoperta inquietante e senza dubbio preoccupante è stata effettuata nel Tirreno Cosentino, a largo di Fiumefreddo Bruzio dove alcuni pescatori amatoriali (uno studente di ingegneria ambientale e suo zio, entrambi di Amantea, ndr) hanno rinvenuto alcuni pesci deformati. Nello specifico, si tratta di tonni alletterati, una specie azzurro-bluastra dal dorso screziato: la caratteristica che ha fatto scattare l’allarme riguarda, però, una comune malformazione scheletrica, ossia la spina dorsale bifida, una biforcazione che dalla coda procede lungo tutto il dorso dell’esemplare. Dopo il preoccupante ritrovamento si è deciso, così, di far analizzare i resti dei pesci in questione giungendo, così, all’allarmante scoperta: una notevole presenza di sostanze contaminante nelle lische e, in particolare, di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e di valori superiori alla norma di tre policlorobifenili (Pcb) che potrebbero essere responsabili del mutamento genetico nei pesci, oltre ad essere sostanze cancerogene e quindi dannose per la salute umana.

pesci deformati

Allo stato attuale, tale ritrovamento risulta essere un caso isolato in Calabria ma, a ben vedere, potrebbe esservi un collegamento con quanto accaduto in altre località e, in particolare, ad Augusta, sulla costa di Siracusa dopo le operazioni di pulizia del porto avvenute nel lontano 1989 che causarono lo sversamento accidentale in mare di sostanze tossiche con il conseguente ritrovamento, negli anni successivi, di esemplari di pesci caratterizzati anche in quel caso da anomalie scheletriche.

Potrebbe essere, dunque, plausibile che gli esemplari di tonnetti allettarati ritrovati a largo di Fiumefreddo Bruzio, sulla costa calabrese, siano diretti discendenti degli esemplari ritrovati sulla costa siciliana anche in virtù del fatto che quella particolare specie di tonnetti è definita “pelagica” ossia capace di percorrere lunghissime distanze, spostandosi per centinaia di chilometri. Inoltre, i tonnetti ritrovati sono da considerarsi pesci predatori che si cibano di altri pesci: questo ulteriore aspetto fa sì che possano essere considerati come “bioaccumulatori” in cui è possibile rinvenire le sostanze contenute negli esseri viventi di cui si cibano considerandoli, quindi, come un “segnale” della salubrità della restante fauna marina.

Questo aspetto fa ipotizzare, dunque, che nel nostro Mar Mediterraneo vi possano essere numerosi altri esemplari ittici in cui siano presenti sostanze contaminanti come gli idrocarburi policiclici aromatici e i policlorobifenili e fa ritenere assolutamente prioritaria una pronta azione di monitoraggio del bacino del Mediterraneo.


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