Con questa lettera che vorrei divenisse una petizione mi permetto di chiedere a tutti gli iscritti del PD Roma di smettere di tappezzare Roma con manifesti abusivi. Lo chiedo in particolare a Umberto Marroni, parlamentare e capo gruppo in consiglio comunale nonche’ candidato alle primarie da sindaco di Roma. Lo chiedo a Mario Ciarla, oggi consigliere regionale. Lo chiedo in particolare a loro perche’ sono i nomi che piu’ ricorrono sui muri delle nostre citta’.
Sono brutti.
Sono abusivi.
Spesso vengono usate persone extracomunitarie in nero per attaccarli sui muri.
Costano un sacco di soldi che non si capisce da dove provengano e danneggiano l’immagine del partito quindi di tutti noi.
Io mi vergogno moltissimo di questo. Mi vergogno perche’ in questi tempi difficili per la politica democratica, continuare a demolire la fiducia delle persone nei confronti dei partiti e’ folle. Suicida. Egoista. E io non voglio piu’ stare in silenzio.
Questo non e’ essere di sinistra. Non e’ essere democratici. I vostri manifesti sono accanto a quelli della peggiore destra romana. Non vi viene alcun dubbio?
Il m5S ha preso in tutto il Paese tantissimi voti. Lo ha fatto senza manifesti. Possibile che anche noi non siamo capaci di parlare al Paese con altri strumenti?
Chiedo a voi, a tutti gli iscritti del PD di smettere immediatamente questa pratica barbara, vetusta, costosa, che deturpa Roma e spesso sfrutta lavoro in nero.
Ai segretari Gasbarra e Miccoli chiedo di vietare l’uso del simbolo con effetto immediato sui manifesti abusivi e di prendere i provvedimenti previsti dallo statuto per queste pratiche.
Lo chiedo pubblicamente perche’ qualsiasi azione che abbiamo fatto fin ora non ha portato a nulla. E visto che a quanto pare funziona solo lo sdegno pubblico, spero di sollevarne cosi’ tanto da farvi smettere.
Aggiungo una cosa banale, molto politica: forse voi prendete tante preferenze personali, ma fate un danno al Partito Democratico inquantificabile. E a Roma rischiamo di perdere, certo non solo per questo, ma questo e’ il sintomo di un atteggiamento cieco che riguarda tutto, investe tutto.
E adesso basta.
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